Aree Interne. U Cinemittu a Longone Sabino, così crescono relazioni e comunità
La sala da dodici posti: con poltrone degli anni venti del Teatro Brancaccio ricevute in dono dal produttore Angelo Barbagallo e restaurate dalla falegnameria sociale K_Alma che a Roma offre corsi informali e gratuiti a persone senza lavoro o con fragilità economiche
Un impianto visivo e audio di grandissima qualità, i film a titolo gratuito provenienti della Cineteca di Bologna, dodici poltrone degli anni venti del Teatro Brancaccio ricevute in dono dal produttore Angelo Barbagallo e restaurate dalla falegnameria sociale K_Alma che a Roma offre corsi informali e gratuiti a persone senza lavoro o con fragilità economiche. E ancora, l’ingresso gratuito per chiunque abbia voglia di vedersi un film in una sala comunitaria, invece, che alla tv.
Scambi di reciprocità, bellezza e gratuità si sono intrecciati e hanno permesso la creazione del cinema più piccolo d’Italia, U Cinemittu, inaugurato lo scorso 31 agosto a Longone Sabino, un piccolo paesino in provincia di Rieti.
A ideare questo piccolo grande schermo, che si trova nell’ex ufficio postale del borgo, è stato l’attore romano Luca Marinelli, che da sempre ha un legame affettivo con Longone Sabino, dove da ragazzino passava le estati. A lavorare sul territorio all’idea di Marinelli è stata l’associazione Biblioteca Verde che offre libri a tema ambientale nel vicino comune di Rocca Sinibalda. «Oggi la zia di Luca, (Marinelli, ndr) tiene ancora aperto tutto il Paese: gestisce a Longone Sabino, un alimentari che ancora sopravvive, dove si possono trovare anche lampadine o martelli» ha spiegato Gabriella Guido, co-fondatrice della Biblioteca Verde assieme Alice Liguori e Federico Porro.
In inverno, a Longone Sabino, si contano circa 50 residenti, ecco perché inaugurare U Cinemittu è stato come realizzare «un’utopia» secondo la sindaca, Valérie Louis-Francois, che ha ricordato l’importanza di portare cultura dentro i borghi più piccoli per farli rivivere: «Se la popolazione si impegna nella creazione di progetti culturali e sociali, è compito dell’amministrazione mettersi a disposizione per aiutare e facilitare nella realizzazione di queste idee, che sia un cinema, una biblioteca o il recupero di una rete sentieristica, trovando spazi e risorse».
Aprire un cinema con dodici posti tra le valli dell’alta Sabina con una rete di proiezionisti volontari che dagli altri paesi vicini si organizzano a distanza, per arrivare ad aprire la sala il sabato sera e la domenica pomeriggio per il film dedicato ai bambini è una forma concreta per sentirsi comunità: «Oltre al Cinemittu, abbiamo deciso di riaprire anche quella che un tempo era la vecchia osteria del Paese, chiusa da 40 anni. Il sabato sera o la domenica a pranzo si può fermarsi per condividere un tagliere, un bicchiere di vino e non c’è un sabato o una domenica che i tavoli non siano pieni. Questo ci dimostra quanto questo territorio avesse bisogno di riattivarsi, grazie a un minimo di attività culturale. E questo problema, lo sappiamo benissimo, riguarda tutte le aree interne» ha aggiunto la co-fondatrice della Biblioteca Verde.
U cinemittu ha, dalla sua, la capacità di essersi autofinanziato: all’inaugurazione di fine agosto con tanti amici registi e artisti che hanno partecipato, la banda del Paese coinvolta e la proiezione dei Corti che sono andati agli Oscar del 2024, è seguita per tutto il mese di settembre la proiezione di Ladri di Biciclette, a ottobre in sala è arrivato Aftersun, mentre a novembre ci sarà un documentario su Ennio Morricone.
Ora tra le sfide per il futuro c’è sicuramente il desiderio di attivare un servizio di trasporto, «un pulmino che vada a prendere i bambini dai Paesi vicini e li porti al Cinemittu» ha aggiunto Guido. Inoltre, bisognerà mantenere una programmazione di qualità in sala, trovare accordi con altri distributori per avere a disposizione altri titoli a titolo gratuito, non facendo pagare un biglietto d'ingresso e dovendo sostenere i costi della Siae, non sarà semplice: «In questi paesi delle aree interne se c’è il bar aperto è già, come dire, un lusso. Ma è un bar. Invece noi vogliamo tenere in vita il nostro progetto di relazione di comunità. D’estate, ovviamente faremo anche eventi all’aperto e grazie alla presenza di Luca Marinelli avremo la possibilità di avere registi e attori a sostenerci. Non vogliamo, però, che a Longone Sabino si stravolga tutto, ci piacerebbe solo mantenere più vivo il Paese e coltivare queste preziose relazioni di comunità» ha concluso la co-fondatrice della Biblioteca Verde.