Le imprese del settore dei servizi ripongono grandi speranze nelle nuove norme introdotte con il Jobs act. Quasi la metà (40%) si aspetta che esse avranno effetti benefici sull'occupazione, generando un aumento delle assunzioni. È quanto emerge dallo studio Censis-Fise (la Federazione imprese di servizi di Confindustria) su concorrenza e trasparenza nel mercato dei servizi). "Il Jobs act - ha commentato il presidente del Fise
Gianni Luciani, ha introdotto positivi e importanti elementi di flessibilità che miglioreranno le capacità competitive delle nostre aziende", ma anche elementi "che stanno creando qualche incertezza", uno su tutti "la disciplina applicabile al cosiddetto cambio appalto".In particolare resta il problema dell'Aspi, più nota come "tassa sui licenziamenti" non applicabile attualmente nei casi di continuità occupazionale garantita dalle clausole sociali. Dal 1° gennaio 2016 tale esenzione, spiega Luciani, "verrà meno, con conseguenze oggettivamente devastanti per tutte le imprese dei settori interessati". È un punto "fondamentale" su cui "politica e istituzioni devono prendere posizioni chiare e tempestive".