Nomine Cdp. Fumata rosa per Cassa depositi e prestiti: cinque donne nel cda
Maria Cannata, a lungo capo della direzione del debito pubblico del Ministero e oggi presidente di Mts, è una delle cinque donne del nuovo cda di Cdp
Fumata bianca ieri, al quinto tentativo, per la composizione del cda di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), l’ente finanziario controllato dal Ministero dell’Economia all’82,7% e partecipato da diverse fondazioni bancarie per il restante 17,3%. Ieri infatti, dopo un lungo negoziato politico, l'assemblea di Cdp ha trovato la quadra sul rinnovo del board. Il cda si allarga a undici da nove membri, consentendo così l'accordo fra i partiti di maggioranza nel rispetto delle quote rosa: le donne salgono da quattro a cinque per rispettare la quota del 40%.
L'assemblea di ieri - prima straordinaria per ratificare l'allargamento dell'organo di governance, e poi ordinaria per procedere alle nomine - ha consentito di chiudere, a poche settimane dalla pausa estiva, il nodo di governance del braccio finanziario del Tesoro. E anche il confronto politico, che aveva mandato a vuoto la designazione del nuovo cda - con in mezzo lo snodo delle elezioni europee - nelle assemblee precedenti del 24 maggio, 20 giugno, 27 giugno e, da ultimo, 2 luglio.
«Gli azionisti - si comunica in una nota - hanno nominato il nuovo cda confermando alla presidenza (di spettanza delle fondazioni) Giovanni Gorno Tempini e Dario Scannapieco come amministratore delegato (di spettanza del Ministero). Il resto del cda è formato da Matilde Bini, Maria Cannata, Stefano Cuzzilla, Luisa D'Arcano, Francesco Di Ciommo, Luigi Guiso, Giorgio Lamanna, Valentina Milani e Flavia Mazzarella». Escono quindi dal consiglio Livia Amidani, Amina Girello Garbi, Fabiana Massa Felsani, Giorgo Righetti, Alessandra Ruzzu e Giorgio Toschi mentre con Gorno Tempini e Scannapieco l’unico confermato è Di Ciommo.
Fra i nuovi ingressi la Cannata, a lungo capo della direzione del debito pubblico del Ministero e oggi presidente di Mts, la Milani (nel cda di Cdp Venture Capital) e la Mazzarella (ex presidente di Bper). Altri volti nuovi sono quelli della Bini, ex dirigente del Ministero e della D’Arcano, a lungo dirigente del Ministero mentre Cuzzilla è presidente di Trenitalia.
«Le modifiche statutarie approvate in sede straordinaria – si spiega – riguardano l’incremento del numero dei membri che compongono il cda da 9 a 11 e il rinvio al rispetto della normativa in materia di equilibrio tra i generi nella composizione degli organi sociali (sia per il cda in composizione ordinaria e separata, sia per il collegio sindacale), nonché la conseguente revisione dei quorum costitutivi e deliberativi rafforzati». Le nomine sono arrivate dopo quattro rinvii, in quanto le forze di maggioranza non erano riuscite a trovare un'intesa sui nominativi, esprimendo per lo più profili di uomini, non rispettando quindi lo statuto della Cassa. Che invece è stato ottemperato con le nomine di ieri - salutate con favore da Giovanni Azzone, presidente dell’Acri - che vedono cinque donne (tre espressione del Ministero, due delle fondazioni) anche nel rispetto del 40% di quote rosa previsto dalla legge Golfo-Mosca.
"Apprendo con piacere che il nostro appello al rispetto delle quote di genere non solo è stato accolto ma esteso anche al Consiglio di gestione e al Collegio sindacale. Mi sembra un ottimo risultato, frutto certamente del buon senso prevalso in seno all'Assemblea di Cassa depositi e prestiti ma di cui ci prendiamo anche parte del merito" ha sottolineato Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario e prima firmataria della Legge 120. "La levata di scudi di cui mi sono fatta promotrice - ha ribadito Golfo - e che ha trovato tanto seguito non è ideologica né politica. La presenza di un congruo numero di donne nei board delle società, ancor più pubbliche, è un semplice atto di razionalità economica che porta più profitti e innovazione".