Economia

Casa, il salasso non c’è stato

Maurizio Carucci mercoledì 18 febbraio 2015
La tanto temuta stangata non c’è stata. Mentre resta alta l’evasione fiscale. Secondo il rapporto Gli immobili in Italia<+TONDOA> dell’Agenzia delle Entrate e del Dipartimento Finanze del Tesoro, il gettito è calato del 12,6% sulla prima casa: da quattro a 3,5 miliardi, pari in media a 204 euro contro 227. Mentre la differenza tra il gettito teorico dovuto dai contribuenti e il gettito effettivo standard, ammonta a 4,3 miliardi nel 2014, contro i 4,2 miliardi del 2012.Croce e delizia per la maggior parte degli italiani (il 76,6% delle famiglie vive in una abitazione di proprietà, costata in media 181mila euro), il "mattone" rappresenta una ricchezza, una fonte di reddito, ma anche di guadagno per lo Stato. Sulla casa, infatti, pesano dieci voci di prelievo fiscale: un introito per le casse dello Stato (e non solo) di 42,1 miliardi di euro. Mentre nel 2014 il gettito dell’Imu è stato di 19,3 miliardi di euro e quello della Tasi di 4,6 miliardi: nel complesso 23,9 miliardi, contro i 23,8 miliardi del gettito Imu del 2012. L’anno scorso il gettito derivante dalle imposte di natura patrimoniale è stato di 42,1 miliardi di euro, una cifra che non si discosta particolarmente dai 42,3 miliardi del 2012. L’anno 2013 non è considerato significativo al fine del confronto, per l’intervento dei decreti legge che hanno sospeso e poi abolito l’Imu. Il gettito Imu e Tasi rappresentano il 46 e 11% del totale del prelievo complessivo sugli immobili.In questi anni, comunque, investire sul "mattone" è stato sempre più un affare soprattutto per enti locali ed Erario. I proprietari, infatti, sono preoccupati per il nuovo catasto. Ma il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha assicurato che sarà ridistribuito il carico fiscale sugli immobili «senza però aumentarne il peso complessivo». Prevista una «revisione profonda», ma che garantirà ai cittadini «conoscibilità e trasparenza». Le paure dei contribuenti su un aumento delle imposte a seguito della riforma del catasto (ne discuterà venerdì il Consiglio dei ministri), quindi, sono «assolutamente immotivate». «È scritto chiarissimamente nel testo della legge – sottolinea Orlandi – che il gettito sarà invariato: quindi ci sarà una valorizzazione coerente e trasparente degli immobili e le aliquote caleranno per permettere l’invarianza del gettito».Daniele Capezzone, deputato di Forza Italia e presidente della commissione Finanze della Camera, invece, esprime «grave e profonda preoccupazione per le indiscrezioni giornalistiche che si susseguono da settimane sui decreti delegati (i cui schemi dovrebbero essere adottati venerdì dal governo) sul catasto». Capezzone ha detto che vigilerà «in modo attentissimo a tutela dei proprietari di immobili, affinché siano rispettati alla lettera i paletti che abbiamo inserito nell’articolo 2 della legge delega a tutela dei cittadini».La differenza tra gestito teorico catastale ed effettivo è stato pari a circa 4,2 miliardi di euro per le imposte immobiliari, un dato in linea con gli altri indicatori calcolati per altre imposte (l’Irap, per esempio, ha fatto registrare 7,2 miliardi su 23). Da sottolineare però, le forti differenze territoriali: da punte di 33,83 in Calabria e 9,9% in Valle d’Aosta. Lo studio registra poi in questi anni un leggero aumento delle imposte sui trasferimenti, passati da 8,6 a 8,9 miliardi di euro nel 2014, per una ripresa del mercato immobiliare a partire dal terzo trimestre 2014. Sono ancora in calo invece le entrate della tassazione immobiliare sulle locazioni che sono scese nel 2014 a quasi 2,1 miliardi di euro.