Economia

Carovita. Casa, bollette, trasporti: la metà del nostro budget sono spese obbligate

Luca Mazza mercoledì 28 agosto 2024

Tra i costi legati alla casa, le bollette e i trasporti (in primis l’automobile tra assicurazione e carburante) se va quasi la metà del bilancio familiare. Sono le cosiddette spese incomprimibili a “mangiarsi” gran parte dei consumi degli italiani. La conferma dell’incidenza che resta elevata di queste “voci” obbligate arriva da un’analisi del centro studi di Confcommercio. Tali costi “fissi”, infatti, erodono il 41,8% del budget. L'incidenza di queste spese sui bilanci familiari cala leggermente rispetto allo scorso anno, ma per Confcommercio resta comunque «troppo alta», anche in virtù delle spinte inflazionistiche del post-Covid.
Rispetto al 1995 l'incremento è di oltre 5 punti percentuali, quota che non sembra destinata a tornare al livello pre-pandemico, pari a circa il 40%.
Su un totale di circa 21.800 euro pro capite di consumi all’anno, oltre 9.000 euro se ne vanno per il complesso delle spese obbligate (348 euro in più rispetto al 2019). Tra queste spese, la principale è la voce abitazione (4.830 euro), al cui interno un peso rilevante – anche se costantemente in calo dal 1995 ad oggi – viene dall'aggregato energia, gas e carburanti con 1.721 euro.
«Le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi. Consumi che sono la principale componente della domanda interna. Per sostenerli occorre confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale», ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli commentando i dati.
Nel 2023 le spese obbligate erano al 42,2% e nel 2024 hanno avuto una «moderata riduzione» al 41,8%, complice anche la discesa dell’inflazione avvenuta negli ultimi dodici mesi. Ma se il confronto si fa con gli anni precendenti, l’impennata è notevole: nel 2019 erano il 40,6% e nel 1995 il 36,6%. I beni commercializzabili (dal cibo ai libri, dalle auto agli elettrodomestici) invece quest'anno sono calati a 38,3% dal 38,7% del 2023. In compenso nell’ultimo anno sono aumentati i servizi commercializzabili (dai trasporti al telefono, dall'istruzione alle vacanze): dal 19,2% del 2023 al 19,9% di quest'anno. Secondo Confcommercio, «ad amplificare la dimensione e, quindi, il peso delle spese obbligate è anche la dinamica dei prezzi che mostra una notevole difformità rispetto a quella degli altri beni e servizi: tra il 1995 e il 2024, infatti, l'indice di prezzo degli obbligati (+122,7%) è cresciuto più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55,6%), dinamica influenzata anche da un deficit di concorrenza tra le imprese fornitrici di beni e servizi obbligati».
Il peso delle spese fisse sui conti delle famiglie preoccupa le associazioni dei consumatori, che chiedono di ridurre il carico fiscale per i meno abbienti in linea con la proposta lanciata da Sangalli: occorre accorpare le aliquote Irpef riducendo il carico fiscale. «Per rilanciare i consumi delle famiglie, che rappresentano il 60% del Pil, urge ridare capacità di spesa ai ceto meno abbienti – sostiene Massimiliano Dona –. Con un debito pubblico che sta raggiungendo i 3000 miliardi non possiamo pensare di ridurre il carico fiscale a tutti, ma dobbiamo concentrare le poche risorse disponibili sugli italiani che faticano ad arrivare a fine mese, sia per un fatto di equità, sia per una ragione economica, dato che il primo quintile della popolazione, ossia il 20% più povero, ha una propensione marginale al consumo che è doppia rispetto all'ultimo quintile, ossia al 20% della popolazione più benestante».