Economia

Trasporti. Viaggi d'affari termometro della crescita

Davide Re venerdì 20 aprile 2018

Viaggi d’affari ancora con il segno più. Parola di AirPlus, società del gruppo Lufthansa che si occupa di soluzioni di pagamento e analisi delle spese aziendali, che a riguardo ha recentemente pubblicato una ricerca nella quale evidenzia, appunto, una tendenza netta delle imprese ad investire nei viaggi d’affari e nelle relazioni internazionali.

Un esempio? Secondo l’inchiesta il 35% dei travel manager si aspetta un incremento dei viaggi d’affari nel 2018. Solo l’8% invece prospetta un calo. Due valori, apparentemente in contraddizione, che invece evidenziano altri aspetti. Per esempio per gli effetti della Brexit e le politiche protezionistiche degli Stati Uniti, che da un lato potrebbero causare una contrazione dei viaggi d’affari verso la Gran Bretagna e gli Usa ma anche, contestualmente, un incremento delle trasferte verso altri mercati come quello indiano o quello cinese. Lo studio AirPlus travel management study 2018 è stato effettuato su campione di 2mila viaggiatori d’affari e su 870 travel manager. Lo studio di Air plus (società che nel 2017 ha conseguito ricavi per 313 milioni di euro, con un aumento dell’8% sul complessivo 2016 e che ad oggi conta 51mila clienti) prende in considerazione anche i volumi generati dal mercato italiano.

Secondo la società del gruppo Lufthansa nel nostro Paese il 41% dei viaggiatori d’affari prevede di incrementare il numero delle trasferte nei prossimi 12 mesi. Un segno di internazionalizzazione delle nostre aziende. Solo il 5% invece ha in programma di viaggiare di meno. Attenzione invece ai costi che appunto sono attesi in crescita pure quelli. Le aziende, infatti, prevedono di fare più viaggi, e questa percezione è a livello worldwide non solo italiana, e quindi i i travel manager si aspettano un incremento dei costi. In particolare il 41% del campione prevede maggiori costi per i voli aerei.
Un ben più modesto 13% che confida invece di riuscire a ridurli. Ma non certo scegliendo le compagnie low cost che sul viaggio professionale proprio “non decollano”. Il 36% afferma che aumenteranno i costi generati dagli hotel. Tra le altre voci in crescita, il 24% dei responsabili viaggi indica come aumento dei costi gli autonoleggi, il 23% i meeting e le convention e il 19% i tragitti in treno.