Società. Campari sposta la sede legale: nuovo esodo verso l'Olanda
Adesso è ufficiale: Campari sposterà la sua sede legale in Olanda. Una mossa annunciata a febbraio ma poi rimasta congelata per via dell’epidemia di coronavirus e dell’impatto sulle quotazioni borsistiche mondiali. Grazie all’intervento di Lagfin, la cassaforte della famiglia Garavoglia azionista di maggioranza del gruppo, la società riuscirà a portare avanti il suo piano. A valle del 'trasloco' verrà introdotto il voto multiplo a beneficio degli azionisti di lungo termine, come ha spiegato l’amministratore delegatato Bob Kunze-Concewitz, nell’ottica di una strategia di acquisizioni. Il regime fiscale agevolato, la veloce burocrazia olandese e soprattutto la tassazione quasi nulla sui dividendi hanno pesato sul piatto della bilancia. Si tratta di una svolta per la storica azienda italiana che ha da poco acquisito Tannico, l’azienda di e-commerce dei vini. Il gruppo del beverage non è l’unico ad aver fatto questa scelta. Tra i primi c’è stata Fca, che ha portato la sede fiscale in Olanda dal 2014. Poi è stata la volte MediaForEurope, la nuova holding che ha unito Mediaset italiana e spagnola. Si sono spostati nei Paesi Bassi varie realtà come Cementir, del gruppo Caltagirone, Eni, Enel, Exor, Ferrero, Prysmian, Telecom Italia, Illy e Luxottica.
L’ad ieri ha annunciato «l’esito positivo dell’offerta iniziale e, pertanto, l’avveramento delle condizioni sospensive per il trasferimento della sede legale in Olanda». Il trasloco che dovrebbe avvenire entro luglio. Dopo l’assemblea dei soci che si era tenuta in primavera, che aveva dato un primo via libera all’operazione, complice un prezzo di recesso a 8,8 euro inferiore ai 9 euro che il titolo valeva a febbraio ma superiore ai minimi di 5,8 euro di metà marzo, molti azionisti avevano esercitato il diritto di recesso, rischiando di far salta- re tutto. A fronte di questa circostanza l’operazione sarebbe diventata troppo costosa per Campari. Il gruppo aveva aveva già convocato, per il 26 giugno, una nuova assemblea per ritirare la delibera precedente, che adesso è stata annullata. In questo scenario negativo si è concretizzata la doppia mossa realizzata dall’azionista di maggioranza Lagfin, che ha esercitato il diritto di opzione su milioni di titoli su cui era stato esercitato il recesso e anche la prelazione per l’acquisto di ulteriori azioni recedenti.
«Riteniamo che la decisione dell’azionista di maggioranza Lagfin di incrementare il proprio impegno dall’importo iniziale di 76,5 milioni, annunciato al lancio dell’operazione, a oltre 250 milioni, a sostegno del buon esito dell’operazione, costituisca la conferma del proprio supporto di lungo termine alla strategia del gruppo e un segnale di fiducia riguardo alle prospettive future dell’azienda» ha sottolineato Kunze-Concewitz. È stato così centrato l’obiettivo di Campari «di non superare la soglia massima di costo ritenuto tollerabile, identificato in 7/8 milioni». Sulla base del prezzo corrente dell’azione, pari, alla chiusura del 22 giugno 2020, a 7,7 euro, il costo è di 5,2 milioni. Il trasloco della sede sociale in Olanda, ha tenuto a precisare l’ad, «non contempla alcun cambiamento riguardo a organizzazione, gestione e operatività aziendale, e, soprattutto, prevede che la residenza fiscale del gruppo sia mantenuta in Italia». L’obiettivo è quello di potenziare il sistema di voto maggiorato «a beneficio degli azionisti di lungo termine, e, dunque, l’adozione di una struttura flessibile del capitale che possa ulteriormente supportarci nel perseguimento di opportunità di crescita anche per acquisizioni di dimensioni rilevanti».