Auto e pallone. L'autogol della Francia: farà gol per Volkswagen
Duro colpo all'orgoglio nazionale francese: a sei mesi dai Mondiali di calcio di Brasile 2014, il gruppo Peugeot-Citroen si è fatto sfilare la sponsorizzazione dei Bleus dalla Volkswagen, la grande casa automobilistica della Germania. Rivelata dal settimanale sportivo L'Equipe all'indomani dell'incontro bilaterale all'Eliseo tra il presidente Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel, la notizia non è stata però ancora confermata ufficialmente dai due costruttori.
Subito prima del Mondiale di Sudafrica 2010, Peugeot-Citroen firmò un contratto di quattro anni con la Federcalcio francese (FFF), che giunge a scadenza il prossimo giugno. Ma secondo la stampa parigina, lo storico marchio fondato nel 1919 da André Citroen, avrebbe deciso di gettare la spugna.
In un congiuntura difficile per l'auto francese, Citroen "ha senza dubbio preso la decisione più razionale economicamente", commenta il sito internet del quotidiano Le Figaro. "La scelta non ha nulla di sorprendente quando si vedono le difficoltà di Peugeot-Citroen a vendere auto, contrariamente a Volkswagen", spiega un esperto del settore, citato dal giornale.
Per fronteggiare la crisi, i costruttori francesi preferiscono partire alla conquista di quote di mercato estere, soprattutto in Cina, e ridurre le spese di sponsorizzazione. "L'auto francese deve far fronte a problematiche strutturali, licenziamenti e altre ristrutturazioni. Le spese legate alle sponsorizzazioni vengono spesso male interpretate al livello interno", spiega François Guyot, co-fondatore di Sportmarket, agenzia di marketing sportivo, citato dal Figaro. "Su questo investimento - aggiunge - Peugeot-Citroen non ha certamenteottenuto i benefici auspicati".
Volkswagen riesce così ad infilarsi, per il periodo 2014-2018, alla vigilia dei mondiali brasiliani e a tre anni dall'Europeo di calcio francese, nel club dei principali sponsordella Federcalcio francese, insieme con Crédit agricole, PMU o GDF Suez, che versano 4 milioni di euro all'anno, nonchè il gruppo americano Nike, che sborsa oltre 42 milioni alla FFF. La notizia non farà piacere al ministro per il Risanamento produttivo, Arnaud Montebourg, paladino del "made in France", ma neanche alla collega responsabile per lo Sport, Valérie Fourneyron, che già a inizio anno non nascose l'amarezza di vedere la Federazione di rugby scegliere una società tedesca piuttosto che una francese. Appena un anno fa infatti, era stata Renault a farsi sostutuire da BMW nella sponsorizzazione della nazionale francese di rugby.