Viabilità. Strade colabrodo: ecco come farsi risarcire i danni
Buche che diventano voragini e trasformano le strade in trincee. Soprattutto nella stagione invernale è inevitabile che gli asfalti vengano rovinati dalle piogge e cedano per le spaccature provocate dal ghiaccio. Quello che impressiona però sono le cifre. I dati Siteb -l'Associazione dei costruttori e manutentori delle strade - raccontano che in Italia una strada non correttamente manutenuta su due è a rischio, come testimonia il record negativo di consumo di asfalto registrato a fine 2014: circa 21 milioni di tonnellate impiegate, una quantità in costante calo negli ultimi otto anni, rispetto ai 44 milioni di tonnellate utilizzate nel 2006. Mentre per una corretta manutenzione occorrerebbe impiegare almeno 40 milioni di tonnellate annue, cioè 18 in più di quelle utilizzate nel 2014. Inoltre, la cattiva cura e la segnaletica non adeguata sono corresponsabili di una parte significativa degli incidenti che avvengono sulle nostre strade.
Sarà capitato a molti di finire con l'auto involontariamente dentro uno di questi “crateri”, di danneggiare cerchio e pneumatico, magari rimanendo anche a piedi. In molti casi, però, si può intraprendere un'azione giudiziaria, attraverso la domanda al Tribunale o al Giudice diPace per avere il risarcimento del danno. Le probabilità di successo dipendono sostanzialmente dalla collocazione e dalla dimensione della buca, ma anche dalla condotta di guida dell'automobilista.
La giurisprudenza infatti ritiene risarcibili solamente i danni provocati da «insidie stradali occulte», cioè quegli ostacoli che non siano facilmente visibili o prevedibili usando l'ordinaria diligenza. Per esempio una buca grande come tutta la carreggiata non si può certo qualificare come un'insidia occulta e chi ci “cade” dentro deve solo dare la colpa a se stesso. Allo stesso tempo, il conducente deve tenere una condotta di guida prudente, perché la condizione di pericolosità deve derivaredalla cosa in sé e non essere imputabile in alcun modo all'automobilista. Per le voragini appena createsi, poi, la lunghezza del tratto stradale può andare a vantaggio del gestore che deve avere il tempo dal verificarsi del pericolo e dalla relativa segnalazione, per provvedere alla riparazione. Quindi se la buca è recente e il gestore non ha ancora avuto tempo di ripararla, non ci sarà nessun risarcimento.
Infine, sono molto importanti anche le modalità di richiesta del risarcimento. L'automobilista deve documentare il fatto storico, con fotografie e testimonianze, ancora meglio se con un verbale delle Forze dell'Ordine e la spesa conseguente. Invece le eccezioni volte a far decadere la richiesta di indennizzo sono di competenza dell'ente pubblico proprietario del tratto di strada in questione. Questi dovrà dimostrare il "caso fortuito", cioè che l'incidente è accaduto non per sua colpa ma per un'alterazione dello stato dei luoghi imprevista, imprevedibile e non tempestivamente eliminabile o segnalabile ai conducenti nemmeno con l'uso dell'ordinaria diligenza, oppure, come detto prima per la condotta negligente e imprudente della stessa vittima.