Un miliardo e mezzo in più per le regioni meno sviluppate d'Italia. È quanto prevede la nuova bozza di bilancio 2014-2020, presentata dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. «Alcuni Paesi membri - si legge nella bozza diffusa a Bruxelles - sono stati particolarmente colpiti della crisieconomica dell'area euro, con un impatto diretto sul loro livello di prosperità». Per affrontare questa situazione e per sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro in questi Paesi, dai fondi strutturali arriveranno allocazioni aggiuntive: 1,375 miliardi per la Grecia, un miliardo per il Portogallo, 100 milioni per l'Irlanda, 1,824 miliardi per la Spagna. All'Italia sono stati assegnati 1,5 miliardi di euro, per «le regioni meno sviluppate». Fondi che devono essere utilizzati per «stimolare crescita e creazione di lavori».Dopo una notte passata a limare la sua bozza di compromesso sul bilancio 2014-2020, il presidente Van Rompuy ha presentato le sue cifre ai leader dei 27 Paesi membri dell'Unione alle 6.30 del mattino. È uno
spread mai visto prima quello tra impegni (960 miliardi) e pagamenti (908) che emerge dalla bozza di bilancio 2014-2020 sul tavolo del vertice Ue.I 52 miliardi di differenza tra le due voci rappresentano l'escamotage, la
trovata di finanza creativa, che può accontentare tutti. La Gran Bretagna, che ragiona in termini di pagamenti, potrà infatti cantare vittoria, insieme agli altri rigoristi, per aver ottenuto un taglio drastico del bilancio. La Commissione Ue e il presidente del Consiglio Herman Van Rompuy possono invece dire di aver contenuto le perdite poichè rispetto ai 971 miliardi della precedente proposta, in termini di impegni la riduzione è stata di appena 11 miliardi. «Non posso immaginare che il Parlamento europeo approvi un bilancio che crea deficit, perchè cioè è illegale», ha avvertito il presidente, Martin Schulz, riferendosi al
trucco uscito dalla maratona negoziale notturna del Consiglio Europeo. Perchè in realtà, spiegano gli esperti di Bruxelles, sono gli stanziamenti a impegnare giuridicamente l'Unione europea verso le spese programmate, spese che potranno anche slittare o essere pagate in ritardo, ma che comunque prima o poi arriveranno all'incasso. E anche dall'europarlamento si rileva che «tutti i progetti che l'Ue si impegna a realizzare devono, presto o tardi, essere pagati. Se l'Unione riduce i pagamenti di un determinato esercizio questo non significa che riduce i suoi costi, significa che le sopprime dal bilancio di quell'esercizio per riportarlo semplicemente ad un altro. Le fatture, qualunque cosa succeda, devono essere pagate».
Confermati i fondi per i poveri, ma in caloÈ prevista la conferma del fondo per gli aiuti ai cittadini più poveri. Ma anche per è previsto un taglio nella bozza di bilancio 2014-2020: al posto dei 2,5 miliardi chiesti dal Parlamento europeo, ne sono stati stanziati solo 2,1 miliardi. Il finanziamento è inserito nel fondo sociale europeo e non più dalla Pac, cosa che negli anni scorsi aveva portato ad un ricorso della Germania che aveva ottenuto ragione dalla Corte di Giustizia, mettendo a rischio il fondo stesso.Tagli anche nel capitolo
dedicato alla «competitività per la crescita e il lavoro», che vede ridotti gli stanziamenti da 139,5 miliardi di euro previsti lo scorso novembre a 125,6 miliardi. Di questo taglio, la parte più consistente riguarda i fondi per le opere transfrontaliere come trasporti, energia o reti per le comunicazioni elettroniche, che perdono in complesso circa 11 miliardi rispetto ai 40 inizialmente previsti. I fondi per la coesione passano invece da 320 miliardi a 324,7 miliardi, di cui 1,5 miliardi in più per le regione italiane meno sviluppate.