Economia

La novità. Brutto il nome, bella l'auto: anche Suzuki si arrende all'elettrico

Alberto Caprotti martedì 5 novembre 2024

La nuova Suzuki eVitara: arriverà la prossima estate

Più per forza che per convinzione, ma anche Suzuki si converte all'elettrico mostrando in netto (e voluto) ritardo rispetto al resto del mondo automotive il primo modello 100% a batteria della sua storia. Poco azzeccata la denominazione per l'assonanza che comporta in lingua italiana, molto bella la vettura: si chiama eVitara, con la "e" che precede il nome di uno storico e fortunato modello del marchio giapponese che sta proprio a rimarcare la natura elettrica dell'auto. Costruita sulla nuova piattaforma sviluppata in collaborazione con Toyota e Daihatsu, è stata progettata, sviluppata e sarà prodotta nello stabilimento di Suzuki di Gujarat, in India. Arriverà anche in Italia la prossima estate con prezzi che il presidente di Suzuki Italia, Massimo Nalli, si augura siano inferiori a 35.000 euro più Iva, per rientrare nella categoria di vetture incentivabili, "sempre che per allora - sottolinea Nalli - gli incentivi statali ci siano ancora".

Della nuova eVitara, mostrata in anteprima mondiale ieri a Milano nel corso di una presentazione internazionale all'Allianz Cloud, si sa che è un Suv compatto lungo 4,27 metri e che sarà disponibile con batterie da 49 e 61 KWh a due o quattro ruote motrici. Piacevole e proporzionata nelle linee, molto curata negli interni: l'autonomia massima nella versione con la batteria più potente è di circa 400 km. Per ricaricarla dal 15 all'80% della capacità occorrono 30 minuti alimentandola da una colonnina ad alta potenza.

"La Vitara con motore termico - spiega Nalli - resterà ovviamente a listino, mentre i programmi del brand che prevedevano 5 nuovi modelli totalmente elettrici entro il 2030 potrebbero essere rivisti, almeno per l'Europa, nel caso in cui la mobilità a batteria non dovesse decollare. Di certo arriverà una elettrica "piccola", taglia che per Suzuki è tradizionalmente fondamentale". Con grande onestà intellettuale, il presidente della filiale italia del brand giapponese sottolinea che "occorre comunque che questo tipo di mobilità diventi credibile, e non solo appetibile a chi ha disponibilità economia e un alto grado di elettrocompatibilità per come, dove e quanto utilizza l'automobile".