Economia

MISURE ANTICRISI. Sviluppo, pronta la bozza Mutui ai giovani, voti on line

mercoledì 19 ottobre 2011
È ancora stallo sul decreto sviluppo, dopo un nuovo teso confronto con Giulio Tremonti durante il vertice a Palazzo Grazioli con il premier Silvio Berlusconi e i  ministri Paolo Romani ed Altero Matteoli. Il titolare del Tesoro ha respinto ad una ad una le proposte del ministro delle Attività produttive, in una discussione dai toni concitati. Ed il ministro è tornato a via XX settembre senza nessuna carta da valutare. «Apprendiamo con preoccupazione l'ipotesi di un decreto sullo sviluppo a costo zero e senza vere riforme. Questo non può essere assolutamente condiviso. Occorre che il governo dia una risposta convincente al grido di allarme del mondo del lavoro e delle imprese». Lo affermano Adolfo Urso, Andrea Ronchi e Pippo Scalia. Per il decreto sviluppo «non c'é la possibilità di fondi importanti. Ci sono problemi da risolvere», afferma il premier Silvio Berlusconi, aggiungendo: «Non credo che l'imprenditore più capace degli ultimi decenni sia improvvisamente incapace di decidere». «Spero di poter annunciare qualcosa in settimana. Comunque quanto prima», afferma Berlusconi. E il concordato fiscale? «Abbiamo discusso anche di questo - risponde - ma sui contenuti non posso entrare nei dettagli. L'architettura istituzionale del Paese non dà al governo alcun potere. Non abbiamo poteri. Possiamo solo suggerire provvedimenti. È inutile suggerire provvedimenti se sappiamo già che non avrebbero ricezione nelle forze politiche che devono approvarle. Bisognerà pure interpellarle».LA NOTA DEL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE«Le anticipazioni riguardanti la scuola e l'università che, secondo alcune agenzie di stampa, sarebbero contenute nel Dl Sviluppo sono assolutamente infondate e talune di esse in palese contrasto con la linea perseguita dal ministro Gelmini e fatta propria dal governo». È quanto si legge in una nota del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.DL SLITTA, NODO RISORSE, SPUNTA CONCORDATO Si allungano ancora i tempi del decreto sviluppo. Il provvedimento era atteso al Consiglio dei ministri di questa settimana, ma con ogni probabilità il dl non sarà pronto per l'appuntamento di Palazzo Chigi. I ministeri e lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sono al lavoro sulle misure, tra cui sembra spuntare come ultima ipotesi quella di un concordato con la Svizzera, ma nonostante il ritorno in pressing delle imprese, per il premier fretta non ce n'è. «Il provvedimento sarà varato - ha spiegato il Cavaliere - quando il testo sarà convincente, non c'é nessuna fretta».

Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, è essenziale rispettare almeno la scadenza di fine mese o sarà troppo tardi, ma per Berlusconi l'essenziale è trovare gli stimoli giusti per sviluppo e crescita. Il nodo fondamentale da sciogliere resta però quello delle risorse. Secondo le ultime indicazioni della maggioranza sarà difficile ottenere un decreto a costo zero, ma, come spiegato anche in questo caso da Berlusconi, «i soldi non ci sono». «Dobbiamo inventarci qualcosa», ha detto il premier. Sul "qualcosa" permane ancora molta incertezza, nonostante i ministri interessati e il Cavaliere si siano appositamente riuniti in serata a Palazzo Grazioli. L'ipotesi di una forma di condono per reperire fondi non è mai stata del tutto seppellita. Dal vertice serale è infatti emersa l'idea di un concordato con la Svizzera (sulla falsariga di quello già siglato da Germania e Gran Bretagna), che potrebbe portare nelle casse dello Stato circa 5 miliardi di euro. Immediata però la smentita ufficiale del governo, affidata al ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Non c'é nessun condono fiscale, né diretto né indiretto, né velato», ha sottolineato, lanciando anche un messaggio di pacificazione politica.Al decreto, secondo il titolare del Lavoro, starebbero infatti lavorando tutti i ministri interessati, compreso Giulio Tremonti. Per reperire fondi l'idea dell'introduzione della patrimoniale, accettata persino dal mondo bancario e imprenditoriale, è stata invece bocciata a Berlusconi in prima persona. Passi avanti saranno in compenso probabilmente fatti sul mondo del lavoro e sulle semplificazioni. Il ministero del Welfare ha già annunciato misure per l'apprendistato e per incoraggiare il telelavoro, soprattutto nel momento della nascita dei figli, oltre a semplificazioni in arrivo per favorire le assunzioni. La 'decertificazione' sarebbe invece tra le misure clou in quota al ministero della P.A., mentre difficoltà starebbe incontrando la concessione di incentivi fiscali alla realizzazione di infrastrutture. Punto fondamentale intorno al quale ruoterebbero interventi a corredo per favorire il project financing. «Ci saranno misure fortissime di deregolazione per accelerare gli investimenti in infrastrutture - ha aggiunto Sacconi - e verranno riassegnate le risorse del Cipe». Nessuna traccia invece di interventi sulle pensioni, liberalizzazioni e imposte sui patrimoni. Misure che rientravano nel manifesto presentato dal mondo imprenditoriale e rimasto, a quanto pare, lettera morta. La tensione sale anche nelle fila dell'opposizione: «L'unica cosa che il governo può fare è passare la mano - insiste il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - non credo che il governo sia in condizione di fare quello che non ha fatto in tre anni». A slittare non è del resto solo il testo sullo sviluppo. È arrivata solo nel tardo pomeriggio al Senato la legge di Stabilità, nonostante la legge preveda la presentazione entro il 15 ottobre. L'annuncio dell'arrivo è stato comunicato dal presidente del Senato, Renato Schifani in aula spiegando che giovedì pomeriggio si aprirà la sessione di bilancio.ECCO ALCUNE MISURE IN BOZZAAddio alle pagelle. Dal 2013 le pagelle arriveranno solo via web insieme ai certificati. Lo stesso è previsto per iscrizioni e pagamenti delle tasse scolastiche. Lo si legge nella bozza del decreto sviluppo, che spiega come la misura riguardi «le istituzioni scolastiche pubbliche di ogni ordine e grado». Biglietto bus elettronico. Anche i biglietti dei bus diventano elettronici: per «incentivare l'uso degli strumenti elettronici per migliorare i servizi ai cittadini nel settore del trasporto pubblico locale, riducendone i costi», le aziende di trasporto locale «adottano sistemi di bigliettazione elettronica e di pagamento interoperabili a livello nazionale». Mutui ai giovani, garantisce lo Stato. Le giovani coppie sposate senza un contratto di lavoro a tempo indeterminato avranno «una garanzia» dello Stato per accendere un muto sulla prima casa. È quanto si legge nella bozza del decreto sviluppo a cui sta lavorando il governo. Polizza anticalamità. Arriva, inoltre, una polizza anticalamità naturali per garantire un'adeguata e tempestiva riparazione e ricostruzione degli immobili privati destinati a uso abitativo danneggiati o distrutti da calamità naturali. Nella bozza del decreto si prevede «una copertura assicurativa obbligatoria del rischio calamità naturali nelle nuove polizze che garantiscono i fabbricati privati destinati a uso abitativo contro l'incendio, con esclusione dei fabbricati abusivi, compresi i fabbricati abusivi per i quali pur essendo stata presentata la domanda di finizione dell'illecito edilizio, non sono stati corrisposti interamente l'oblazione e gli oneri accessori». Meno controlli alle imprese. I controlli alle imprese vengono razionalizzati e semplificati con l'obiettivo di «recare minore intralcio» all'attività imprenditoriale, di legge nella bozza del dl sviluppo. Si prevede «la proporzionalità dei controlli e dei connessi adempimenti amministrativi al rischio inerente l'attività controllata» e viene inoltre disposto »il coordinamento e la programmazione dei controlli da parte delle amministrazioni evitando duplicazioni e sovrapposizioni».Investimenti infrastrutture. Nel piano del governo, ci sono anche incentivi fiscali per gli investimenti in infrastrutture: «I soggetti aggiudicatari di nuove opere infrastrutturali comprese in piani o programmi approvate dalle competenti amministrazioni pubbliche, ai fini dell'imposta sulle società - si legge - possono dedurre dal reddito di impresa l'equivalente degli aumenti di capitale destinati ad investimenti infrastrutturali».Professsori universitari in pensione a 68 anni. I professori universitari ordinari andranno in pensione a 68 anni anziché a 70. È prorogato al 31 dicembre 2012, inoltre, il termine per procedere all'assunzione del personale universitario. La norma fa riferimento alle assunzioni «nel limite della spesa pari al 50% di quella relativa al personale a tempo indeterminato complessivamente cessato nel 2010».