Economia

POLITICA E CRISI. Il Colle: «Serve più crescita» Oggi Berlusconi alle Camere

mercoledì 3 agosto 2011
«Nell'attuale momento la parola è alle forze politiche, di governo e di opposizione, chiamate a confrontarsi con le parti sociali sulle scelte da compiere per stimolare decisamente l'indispensabile crescita dell'economia e dell'occupazione, a integrazione delle decisioni sui conti pubblici volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014». È quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una nota sulla situazione economica. «Seguirò dunque attentamente gli esiti di tale confronto - si legge - partendo dalla preoccupazione che non ho mancato di esprimere per gli andamenti dei mercati finanziari e dell'economia, nei loro termini generali e nei loro specifici aspetti italiani».BERLUSCONI PREPARA IL SUO INTERVENTO ALLE CAMEREPremessa: il governo è solido, la maggioranza tiene e il sistema bancario regge bene. Svolgimento: la crisi internazionale coinvolge inevitabilmente tutti, come dimostra il fatto che di tonfo in Borsa non si parla solo a Milano. Certo, la crescita esponenziale dello spread tra i Btp e i bund tedeschi preoccupa, ma non allarma, tanto che dall'Unione europea arrivano segnali di sostegno e non di disastro annunciato: «La questione di un programma di aiuti o salvataggio», per l'Italia, «non è assolutamente sul tavolo», sottolineano da Bruxelles. Conclusione: l'unica risposta possibile da dare agli speculatori che puntano a fare scacco matto ai nostri danni è quella della stabilità politica. Non è tempo di fare regali. Una considerazione che dovrebbe tenere bene a mente anche l'opposizione, che s'affanna invece a ricercare pericolose soluzioni alternative all'attuale esecutivo, con un cambio della guardia a Palazzo Chigi o la nascita di un governo tecnico poco importa.Si dovrebbe sviluppare attraverso questi tre passaggi chiave l'informativa che oggi pomeriggio Silvio Berlusconi terrà prima nell'Aula di Montecitorio e poi in quella di Palazzo Madama (a mercati ancora aperti). Così, al di là dell'allarmismo da evitare a tutti i costi, per non agevolare gli avvoltoi della finanzia che puntano alle casse dello Stato italiano, il premier proverà a esorcizzare il rischio default.Tanto per cominciare, Berlusconi, secondo le ultime indiscrezioni, punterà sulla serietà dell'azione dell'esecutivo, elencando ancora una vota i principali provvedimenti economici già varati dal governo, quelli che hanno permesso di tenere i conti pubblici in ordine. Ma sarà un intervento rivolto inevitabilmente pure al futuro e che guarderà alla crescita, come auspicato vivamente dal Capo dello Stato, e al mondo del lavoro, come chiesto dalla parti sociali, assicura chi ha preso parte ieri sera al vertice di maggioranza tra Pdl e Lega Nord (la cui delegazione era composta da Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Federico Bricolo) tenutosi a palazzo Grazioli. Vertice in cui Giulio Tremonti, che stamattina avrà un colloquio a Lussemburgo con il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, per parlare della crisi economica e delle tensioni sui mercati, avrebbe supportato Berlusconi - riferiscono alcuni presenti - nel limare con cura ogni piccolo passaggio dell'intervento. Intervento in cui verrà citato con molta probabilità lo sblocco dei 7,5 miliardi per investimenti di opere pubbliche da parte del Cipe, in programma stamattina prima del Consiglio dei ministri, e in cui dovrebbe comparire il capitolo sull'ammodernamento del mercato del lavoro, cambiando alcune regole, attraverso il confronto con quelle parti sociali che domani mattina varcheranno il portone di Palazzo Chigi per discutere con il governo le misure possibili da adottare.Tra queste, si ipotizza la riforma dello Statuto dei lavoratori, su cui già circola una bozza. È stato un lavoro complesso di limatura del testo, quello avvenuto ieri sera, in cui non è stata però cancellata la "sezione dialogante", diciamo così, rivolta all'opposizione, con cui Berlusconi - è il concetto che dovrebbe esprimere in Aula - auspica di instaurare un confronto politico più sereno, meno conflittuale e di parte, sempre nell'interesse del Paese. Un richiamo al dialogo per fare fronte comune nel respingere gli attacchi finanziari esterni, che ricalca da vicino il nuovo appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.