Economia

Mercati. Gli investitori continuano a ritirarsi dall'Italia

Pietro Saccò lunedì 28 maggio 2018

Il prossimo governo italiano, quello guidato da Carlo Cottarelli, non avrà un ministro dell’Economia ostile all’euro, e questo può rassicurare gli investitori. Ma si è già capito che questo governo durerà poco, l’incertezza sul futuro politico dell’Italia resta massima e in queste condizioni il nostro resta un Paese molto rischioso per chi cerca luoghi tranquilli per i suoi soldi.

Così la fuoriuscita di denaro dall’Italia procede a ritmi elevati, sotto forma di vendite a sconto di titoli di Stato e di azioni delle aziende. I Btp restano sotto pressione. Le vendite sul mercato secondario hanno spinto gli interessi dei titoli decennali al 2,68%, 23 centesimi in più rispetto al 2,45% della chiusura di venerdì scorso e quasi un intero punto percentuale in più dall’inizio di questa corsa, avviata nei primi giorni di maggio. Il percorso dei titoli di Stato italiani si è divaricato sempre più da quello dei Bund tedeschi, cioè le obbligazioni governative di riferimento dell’area euro nonché l’acquisto più immediato per chi vende il debito del nostro Paese in cerca di qualcosa di più rassicurante: il tasso dei Bund decennali è sceso dallo 0,64% di metà maggio all’attuale 0,34%.

Lo spread di conseguenza continua ad allargarsi: siamo a 233 punti, 29 in più di venerdì, il livello più alto dalla fine del 2013. L’aumento degli interessi sul mercato dei titoli già emessi si farà sentire sui conti del Tesoro già domani, quando il ministero dell’Economia venderà fino a 1,7 miliardi di euro di Btp a 5 e fino a 2,25 miliardi di Btp decennali, per i quali propone una cedola del 2%. Un po’ bassa, per i prezzi che i titoli hanno raggiunto in questi giorni.

L’incertezza pesa anche sulla Borsa, dove a scivolare sono soprattutto le banche, che assieme ai fondi monetari hanno in bilancio 342 miliardi di euro di titoli di Stato, e le assicurazioni, che assieme alle altre “istituzioni non monetarie” posseggono altri 421 miliardi di debito italiano. È un processo quasi automatico: la svalutazione dei Btp si porta dietro quella di chi li controlla. Intesa Sanpaolo ha perso il 3,2%, UniCredit il 3,8%, Banco-Bpm il 6,8%. È crollato ancora (-7%) il Monte dei Paschi, che è controllato dal governo con una quota del 68%. Nelle ultime dieci sedute di Borsa, la banca toscana ha perso 900 milioni di euro di capitalizzazione (la quota del Tesoro si è svalutata di circa 600 milioni).

L’indice delle banche quotate a Milano sta tecnicamente entrando nella fase “dell’Orso”, quella che scatta con ribassi del 20%. Rispetto a massimi di un mese fa siamo sotto del 19,3%. La Borsa di Milano, con il suo -2,1%, è stata così la peggiore piazza finanziaria in un’Europa dove anche gli altri mercati pagano i timori tricolori: Parigi, Francoforte e Madrid hanno perso tutti attorno allo 0,6%. In dieci sedute Milano ha perso 63 miliardi di euro di capitalizzazione. Ventitre miliardi sono riferibili alle sole banche. Con il ribasso di oggi, l’indice Ftse Mib ha annullato i guadagni che aveva accumulato nel 2018. Debole anche l’euro, sceso fino a 1,16 dollari, al minimo da novembre.