Tendenza. Boom del franchising in Italia
Il franchising cresce in Italia
Il settore del franchising in Italia sta vivendo una fase di notevole crescita, come dimostrano i dati del rapporto Assofranchising. La fotografia è nitida: sono sempre di più gli italiani che scelgono questa forma di imprenditorialità, che mai come in questa stagione offre opportunità di lavoro e di business. Razionalizzazione è la parola che meglio riassume le tendenze del franchising italiano nell’ultimo anno. Se da una parte crescono i punti vendita e gli addetti coinvolti, dall’altra diminuiscono le insegne attive. In generale, il comparto conferma un’accelerazione del business e consolida il suo trend di crescita con un giro d’affari che sfiora i 34 miliardi di euro e un aumento del +9,9% (rispetto al 2022). L’affiliazione a un franchisor si consolida come una soluzione in grado di offrire un rapido posizionamento strategico e consente di ridurre rischi e incertezze per un modello di business che resta una scelta strategica per entrare nel mercato con una base solida, riducendo il rischio d’impresa. Le buone performance del giro d’affari del settore – che vale l’1,8% del Pil - si riflettono anche sugli altri indicatori. Nel 2023 cresce il numero di punti vendita in franchising con un’accelerazione superiore rispetto al trend registrato in passato (+7,6% vs 2,2%). Parimenti crescono anche il numero complessivo di punti vendita che raggiungono 65.806 unità (+4.664 rispetto al 2022) e il numero degli addetti occupati che si attesta a 287.767 (+34.919 unità). Gli elementi che hanno caratterizzato la crescita sono riconducibili in particolare agli investimenti attuati per coinvolgere nuovi franchisee, in particolare da parte dei grandi brand e alla creazione di nuove insegne. Considerando le insegne operative, nonostante l’inserimento di nuovi player, continua il trend discendente che si era accentuato nel 2022. Nel 2023, sono 25 le insegne venute a mancare. Per il 2024 le previsioni sul fatturato complessivo del comparto sono viste in crescita e nell’ordine del +4,3%, con alcuni settori merceologici dove si è previsto un aumento a doppia cifra (+10,3% cura e benessere della persona).
Il rapporto dedica una sezione di approfondimento rivolta alle tecnologie impiegate dal comparto con particolare riferimento all’Ia-Intelligenza artificiale. Soltanto il 19% degli intervistati dichiara di utilizzarla nei processi aziendali, mentre il 27% la impiega sporadicamente. La necessità di innovare e di creare un vantaggio competitivo è il fattore chiave che ha spinto le aziende a utilizzarla la prima volta. Comunicazione, marketing e Crm sono invece gli ambiti dove l’Ia viene utilizzata più frequentemente (84%), seguita dalla sicurezza informatica (34%), dalla produzione (33%) e dalla logistica (23%). La mancanza di competenze ed expertise all’interno delle aziende è la prima causa che disincentiva l’utilizzo dell’Ia, anche se nel 2028 si prevede che sarà utilizzata da un'azienda su due perché considerata una leva strategica per l’aumento dell’efficienza operativa, nell’automazione dei compiti ripetitivi e nella personalizzazione dei servizi e dei prodotti.
L’attenzione da parte delle aziende che operano in franchising sui tre pilastri Esg (impegno sociale, ambientale e buone pratiche di governance) è abbastanza omogenea, tuttavia, anche se nelle imprese l’ambito Esg è presidiato, nel 76% dei casi manca un referente. Presidiare i temi Esg è fondamentale per le aziende per comunicare apertamente il proprio impatto su ambiente, società ed economia (63%), ma anche per aumentare la propria competitività (43%). La sostenibilità e l’impegno sociale sono gli ambiti dove la cultura aziendale si è più radicata, con l’87% delle imprese che ha realizzato almeno un’azione per ridurre il proprio impatto ambientale e l’86% che ha adottato almeno una procedura o policy relativa ai temi sociali.
Un modello di sviluppo
Chi entra in questo mondo ha la possibilità di crescere fin da subito con tassi interessanti, riuscendo a essere presente in tutta Italia nel giro di pochi anni, un risultato impensabile dovendo contare solo sulle proprie risorse umane, economiche e tecniche. Diventare un franchisor di successo, però, non è sempre semplice. Spesso, infatti, le società di consulenza che aiutano gli imprenditori a entrare in questo mondo lavorano principalmente con grandi marchi, utilizzando un approccio che poco si sposa con le caratteristiche di una rete nascente. Per questo Reting, società di consulenza specializzata nella creazione di reti per il franchising, ha messo a punto un modello per rendere questo percorso semplice ed efficiente. Tale approccio è articolato in tre fasi: analisi di vendibilità, in cui si capisce quanti affiliati si possono fare ancor prima di iniziare; franchising selling system, per creare gli strumenti necessari a vendere il franchising e fidelizzare gli affiliati; sviluppo contatti, per generare sempre nuovi contatti interessati a diventare affiliati. Obiettivo di Reting è quello di sostenere le attività brand locali di successo, aiutandole a trasformarsi da semplice negozio a franchising nazionali ed internazionali, attraverso una metodologia frutto di oltre dieci anni di esperienza. Oltre al supporto per quanto riguarda lo sviluppo di un piano di business e assistenza continua con la fornitura di linee guida specifiche, Reting è molto attenta anche ad aspetti meno tangibili e meno legati alla mera economia, come la gestione del personale e alla selezione di franchisee che abbiamo la concreta possibilità di avere successo nell’attività. Questo aspetto, infatti, può rivelarsi determinante per il successo o il fallimento di un’attività commerciale. Sono dieci i punti chiave per avviare un franchising in sicurezza:
1) Conto economico verificabile: i bilanci dei punti diretti e dei franchisee avviati rispettano il conto economico previsionale dichiarato. Affidati solo a franchisor che operano con delle srl e richiedi sempre di visionare i bilanci con un professionista specializzato di tua fiducia;
2) Piano marketing chiaro: la casa madre è in grado di dimostrare l'esistenza di un protocollo di marketing che permette di replicare le entrate proposte all'interno del conto economico. Non dare per scontata la ricerca dei clienti;
3) Servizio di geo-marketing: la casa madre fornisce un servizio di ricerca location con parametri chiari e oggettivi. La location è la scelta più importante e grazie al supporto del franchisor il rischio sarà calmierato;
4) Utilizzo costante del manuale operativo: esiste ed è applicato in maniera coerente e continuativa in tutti i punti vendita.
Assicurati, durante il sopralluogo in uno dei punti vendita, di prenderne visione di una copia;
5) Supporto nella ricerca del personale: la gestione del punto vendita può richiedere l'assunzione di personale dipendente o collaboratori autonomi. La selezione deve essere supportata in affiancamento con la casa madre;
6) Contratto equo: non sono presenti disparità di diritti e doveri fra franchisee e franchisor. Verrai trattato come un socio e non come un cliente. Il franchisor deve sempre rendersi disponibile ad incontrare un tuo legale di fiducia;
7) Programma di formazione: il franchisor ha un piano di formazione chiaro e definito sia per l'avviamento che per l'aggiornamento professionale del franchisee e del suo staff;
8) Business consultant e rescue team: esiste una figura di riferimento che assiste i franchisee per conto della casa madre (business consultant) e una serie di responsabili per aree tecniche e commerciali che intervengono in caso di evidenti problematiche (rescue team);
9) Accordi quadro: esistono accordi con fornitori che rispettano i tempi di consegna ed hanno prezzi concorrenziali. Per l'acquisto di forniture potrai contare su prezzi più bassi o allineati rispetto al mercato;
10) Accordi per il finanziamento: sono presenti agevolazioni o servizi di assistenza per ottenere credito per l'apertura dell'attività, passando attraverso il business plan della casa madre. Non devi andare in banca e presentare l'idea da solo ma avere il supporto di casa madre.
Le buone pratiche
Uno degli imprenditori di maggior successo in questo settore è Marco Campagnano. Dopo una carriera come dipendente in consulenza, Campagnano ha lanciato quattro brand di successo, tra cui il marchio di fitness Fit And Go. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, Campagnano è riuscito ad aprire oltre 200 centri in tutta Italia, dimostrando la resilienza e l'attrattiva del modello di franchising. «Il modello di franchising in Italia sta crescendo anno dopo anno, anche se il nostro Paese è ancora indietro rispetto ad altri, perché è cresciuto con il concetto della piccola e media impresa e dell'imprenditoria a carattere familiare - spiega Campagnano - ma se dovessi tracciare un filo rosso nella mia esperienza, direi che i miei brand sono tutti franchising di servizio, dove l'affiliato che apre, non ha difficoltà di gestione, perché il modello è un moltiplicatore di best practice, assorbendo know how quotidianamente dalla molteplicità di negozi». Le previsioni per il triennio 2023-2025 sono ottimistiche: l'89% dei franchisor intervistati prevede nuove aperture sia in Italia che all'estero. Ma perché sono sempre più numerosi gli imprenditori che pensano di aprire un’attività in franchising? «Sono convinto che per molti italiani, tanti dei quali giovani in cerca di lavoro, il franchising rappresenti una forma di autoimpiego, almeno inizialmente, un po’ come il percorso per il lancio di una start-up, ma la strada del franchising è già testata, più semplice da intraprendere - sottolinea Campagnano -. E volendo tirare in ballo, un tema molto attuale, come l’impiego dell’intelligenza artificiale, posso dire che il franchising di servizio in parte è in contrapposizione all’Ia, perché è un servizio molto umano, che ha necessità di figure competenti e a supporto del cliente», aggiunge l’imprenditore romano, fondatore di quattro brand, 100% made in Italy, ormai pronti per l’esportazione all’estero con una prima apertura in Romania. Ma, se nel mondo del franchising si rincorrono formule per raggiungere il successo facilmente, gran parte delle quali figlie del marketing americano, Campagnano, forte della sua esperienza professionale, ha puntato su pochi elementi chiave: «Una formula matematica di successo non c’è, come nulla nel mondo imprenditoriale, né per il format in franchising né per gli affiliati, ma esistono delle caratteristiche che il franchising sviluppa nel tempo e che permettono di ridurre l’incertezza della nuova iniziativa. Lato franchising la prima è la semplicità della proposta, perché per aprirlo deve essere semplice e la relazione con il franchiser deve essere snella e rapida. La profittabilità è la seconda caratteristica, alcuni franchising hanno royalty o costi di prodotto molto alti e questo abbassa le possibilità di guadagno per l’affiliato che non riuscirà a sopravvivere nel tempo, è molto importante invece che tutta la filiera di soddisfatta. E poi tanti altri aspetti come Ricerca e sviluppo, accademia di formazione, software gestionali e Crm, assistenza tecnica ed altro ancora».