La Bocconi mira alto. Questa mattina, alla presenza di Tim Cook, ceo di Apple, ovvero della società con la maggiore capitalizzazione di Borsa al mondo, nell’aula magna di via Roentgen non è stato inaugurato solo un anno accademico, ma è stato anche presentato un piano strategico che indica la direzione da intraprendere per i prossimi cinque (2016-2020). Alla cerimonia hanno preso parte i vertici dell’Università: il presidente Mario Monti, il vicepresidente Luigi Guatri, il rettore Andrea Sironi e il consigliere delegato Bruno Pavesi. "Da molto tempo l’Europa, e ancor più l’Italia, sono frenate da posizioni culturali e da scelte politiche disattente alle prospettive delle nuove generazioni e spesso nettamente contrarie ai loro interessi - ha affermato
Mario Monti -. Tra i fattori necessari a ribaltare tale andamento c’è una formazione universitaria di qualità, che sappia trasmettere non solo i saperi, ma anche il senso di responsabilità e di cittadinanza, l’attitudine al lavoro di gruppo, lo spirito imprenditoriale, la mente aperta al mondo. Il Piano Bocconi 2020, che delinea le strategie e gli obiettivi della Bocconi nel prossimo quinquennio, vuole contribuire, con tutto l’impegno che l’Ateneo ha sempre dimostrato, ad un’Italia e ad un’Europa all’altezza delle sfide che le attendono".
Andrea Sironi si è soffermato su alcune delle 12 priorità del piano, e in particolare su quelle relative "alla ricerca e all’internazionalizzazione, il cui obiettivo ultimo è rafforzare la posizione della Bocconi nel contesto competitivo dell’alta formazione globale per migliorare l’esperienza universitaria degli studenti: • aumentare gli studenti internazionali dall’attuale 14% al 18%;• aumentare le opportunità internazionali di studio dall’attuale 35% di studenti che ne usufruiscono al 50% entro il 2020, e gli stage internazionali dagli attuali 1.200 a 1.500 l’anno;• aumentare le opportunità di stage per gli studenti del triennio, passando dall’attuale 22% di studenti in stage ogni anno al 30%;• aumentare la percentuale di laureati che sono occupati all’estero dall’attuale 25% al 30%;• aumentare la percentuale della faculty internazionale di dieci punti;• posizionare tutti i dipartimenti della Bocconi tra i primi cinque in Europa nel proprio settore in quanto a impatto e produzione scientifica, attraverso lo sviluppo di una ricerca rigorosa e rilevante, rivolta ai problemi che imprese, istituzioni e policy maker si trovano ad affrontare;• espandere e innovare il campus, facendo leva sulle nuove tecnologie didattiche e i nuovi ambienti per lo studio e l’apprendimento". I dati presentati in aula magna confermano l’immagine di una Bocconi polo di attrazione per studenti di ogni parte d’Italia e del mondo: la quota di lombardi si attesta sotto il 30%, mentre le richieste di iscrizione da parte di studenti stranieri, nell’ultimo anno, sono aumentate del 21% e le immatricolazioni del 30%, con Francia, Germania, Russia e Cina in testa alla classifica delle nazionalità più rappresentate. I docenti di ruolo stranieri sono aumentati, dal 2011 al 2015, da 27 a 49 e quelli con un PhD internazionale da 82 a 121. Particolare enfasi è stata posta sulla crescita degli investimenti in borse di studio e agevolazioni, volte ad assicurare l’accesso alla Bocconi a tutti i meritevoli, indipendentemente dalla loro condizione economica. Tali investimenti sono destinati a passare dagli attuali 25 milioni l’anno a 30 milioni. L’offerta formativa viene, infine, ulteriormente ampliata, con attenzione alle dinamiche che guidano l’innovazione economica e sociale e, in particolare, all’economia digitale. Alla presenza di Tim Cook, il rettore ha annunciato che dal 2016/2017 sarà attivato il Bachelor of Science in Economics, Management and Computer Science (Bemacs), un corso di laurea triennale innovativo, interamente in lingua inglese, riservato a pochi, selezionati studenti (la prima classe sarà formata da 80 persone), che combina l’insegnamento di economia, management e diritto con quelli di computer science, programmazione, machine learning e big data.