America. Biden vuole alzare le tasse sulle rendite dei più ricchi
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in una foto del 6 aprile
Joe Biden potrebbe andare a prendere dagli investitori più ricchi i soldi che occorrono per il suo “American Family Plan”, un progetto da oltre mille miliardi di dollari in investimenti sull’infanzia e la scuola.
Dalla metà della scorsa settimana dall’amministrazione Biden sono state fatte filtrare alcune delle proposte che il presidente vorrebbe presentare mercoledì prossimo, nel suo primo intervento all’assemblea congiunta del Congresso. Tra queste c’è l’aumento della tassazione sui profitti da capitale (il capital gain) per gli americani che guadagnano più di un milione di dollari all’anno. Attualmente la tassa federale sui guadagni da capitale è al 23,8,% a cui si aggiunge la sovrattassa del 3,8% sul capital gain introdotta da Barack Obama per finanziare l’ObamaCare. L’amministrazione Biden vorrebbe portare l’imposta federale sulle rendite al 39,6%, cioè allo stesso livello a cui intende portare l’aliquota sulla tassazione dei redditi da lavoro dei più ricchi, che attualmente è al 37%. Con l’aggiunta della sovrattassa di Obama la nuova aliquota sulle rendite di chi guadagna più di un milione di dollari all’anno salirebbe al 43,4%.
Jamie Dimon, ceo di JP Morgan: nel 2020 ha incassato compensi per 31,5 milioni di dollari - Reuters
Quello sarebbe un livello minimo, perché negli Stati Uniti anche i singoli Stati e anche le città possono applicare una tassa specifica su redditi e profitti da capitale. La California applica la sovrattassa più alta, con un’aliquota del 13,3%, lo Stato di New York prevede un’imposta dell’11,85% sulle rendite finanziare, alla quale deve aggiungere un altro 3,88% chi abita nellà citta di New York, dove ha sede la Borsa. Significa che in alcuni casi la tassazione sui guadagni finanziari degli americani più ricchi potrebbe salire oltre il 55%.
Sarebbe un’aliquota tra le più alte del mondo. In Italia, tutt’altro che un paradiso fiscale, l’imposta sui redditi di capitale è al 26%, a prescindere dal reddito, e scende al 12,5% per i rendimenti che derivano dai titoli di Stato.
Per Biden sarà complicato difendere una proposta di questo tipo dal-l’attività di lobbying dei grandi gruppi di Wall Street. Giganti come JP Morgan o Goldman Sachs hanno una straordinaria disponibilità finanziaria per fare pressione sui parlamentari. Jan Hatzius, che di Goldman è il capo economista, si è mostrato piuttosto tranquillo: «Ci aspettiamo che il Congresso approvi una versione ridotta dell’aumento della tasse, accordandosi su un aumento più modesto, potenzialmente al 28% circa».
Proposte di questo tipo si inseriscono in una più generale sceltadi aumentare la tassazione sui più ricchi,
Tra gli investimenti che potrebbero finire nel mirino dei progetti fiscali del governo ci sono anche le criptovalute. Secondo altre indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, il segretario al Tesoro americano Janet Yellen avrebbe allo studio una tassa addirittura dell’80% sui profitti da capitale da bitcoin e simili. Ipotesi che hanno contribuito ad accelerare la discesa dei bitcoin, che ieri sono tornati sotto i 50mila dollari per la prima volta dall’inizio di marzo, segnando un calo del 20% rispetto ai massimi storici toccati qualche settimana fa. Proposte di questo tipo si inseriscono in una più generale scelta di aumentare la tassazione sui più ricchi, in linea con l’idea che negli ultimi decenni il fisco americano si sia sbilanciato troppo a favore di chi guadagna di più. Va in questa direzione ovviamente la proposta di alzare le imposte sul reddito di chi ha redditi annui superiori al milione.
Inoltre, Biden ha già presentato un progetto di aumento delle tasse sulle imprese da 2mila miliardi di dollari per finanziare il piano di sviluppo delle infrastrutture. Il progetto in questo caso è di portare dal 21 al 28% l’aliquota sugli utili delle imprese, dimezzando il taglio voluto nel 2017 da Donald Trump, che aveva ereditato una aliquota sul reddito delle aziende del 35%. Anche in questo caso è molto forte la pressione perché l’aumento sia più limitato.