Economia

PIENO A RISCHIO. I benzinai bloccano le pompe

Claudia La Via martedì 7 luglio 2009
L'estate è arrivata e le ferie sono alle porte, gli italiani iniziano a mettersi per strada e come tutti gli anni torna, immancabile, anche il primo sciopero della benzina. Alla base dello sciopero indetto da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio, ci sarebbero aspetti economici e normativi che hanno messo in difficoltà la categoria. Soprattutto, secondo le tre associazioni di categoria, il «disimpegno» del ministero e del ministro Scajola sul protocollo d’intesa siglato un anno fa sulla ristrutturazione della rete. A pesare sulle spalle del governo sarebbe anche il mancato riconoscimento del bonus fiscale per il 2009 che, per i gestori, vale un terzo del loro margine ed è necessario per fare quadrare i bilanci. Poi anche le condizioni di favore nei prezzi di approvvigionamento di cui beneficiano le «pompe bianche», ossia i distributori indipendenti, con dei margini di sconto 4 volte superiori a quelli praticati ai gestori. Sotto accusa sono anche le compagnie petrolifere che, secondo i gestori, non vogliono rinnovare accordi e margini che sono fermi ormai da oltre due anni. Ieri sera però, il ministro Scajola ha annunciato che saranno assicurati 23 milioni di euro per la copertura del bonus fiscale per il 2009 e ha chiesto la revoca dello sciopero. Che non è stato sospeso e rischia di paralizzare tutto il Paese: si parte stasera alle 22 fino alla stessa ora del 9 luglio per i gestori di Autostrade. Per la rete ordinaria invece, i benzinai incroceranno le braccia a partire dalle 19:30 di oggi e fino alle 9 del mattino del 10 luglio. Unica provincia a non subire lo sciopero sarà l’Aquila, mentre in Sicilia la protesta durerà addirittura tre giorni.Le associazioni dei consumatori sono già pronte sul piede di guerra. L’Adiconsum chiede al governo e al Garante degli scioperi di risolvere il contenzioso con i gestori e di garantire il servizio minimo e teme «speculazioni sui prezzi dei carburanti alla pompa poco prima dell’inizio dello sciopero». Inoltre, secondo Adiconsum, i consumatori «hanno già richiesto misure per evitare il ripetersi di speculazioni sui prezzi delle benzine, ma ad oggi nessun provvedimento è stato preso». In particolare l’assunzione da parte delle compagnie petrolifere di norme trasparenti sull’adeguamento delle variazioni del prezzo alla pompa rispetto al prezzo del petrolio e l’assunzione delle variazioni periodiche del prezzo dei carburanti, così come già avviene per l’elettricità e il gas. Una richiesta che i gestori definiscono «iniqua» e si sono detti pronti a ricorrere alla Corte Ue. Inoltre, per l’associazione dei consumatori è «inaccettabile» il peso delle royalty che il consumatore paga sulla benzina e sugli acquisti negli autogrill. Per Adusbef e Federconsumatori poi,anche se calano le quotazioni del prezzo della benzina, quello alla pompa continua a salire e accusano le compagnie di «una vera e propria speculazione di almeno 8 centesimi al litro».