Bentley. Bentayga Hybrid, anche i super-ricchi hanno una coscienza verde
Potremmo iniziare ricordando che è ibrida, quindi virtuosamente poco inquinante. Non basta però per lavarsi la coscienza e infiocchettare il tutto. Diciamolo subito allora: occorre molto coraggio, e parecchia faccia tosta, per sostenere che un’automobile che costa 283.000 euro abbia un senso, o anche solo una ragione per esistere. Avete letto bene 283.000, un insulto alla logica prima che a tutto il resto. Però provate a dimenticarlo, altrimenti non avrebbe molto senso continuare la lettura di queste righe. E a considerare la Bentley Bentayga Plug-in Hybrid solo per quello che in realtà è, cioè un’opera d’arte automobilistica, come un quadro o una scultura d’autore. Che segna comunque l’inizio della svolta di Bentley verso l’elettrificazione, e questa almeno è una notizia non poco sorprendente considerando lo stereotipo sin troppo scontato del marchio inglese, che si immagina terribilmente snob, paludato e altezzosamente lontano dal mondo.
Nulla di tutto ciò invece. Anche gli straricchi fuori catalogo, cioè la clientela di riferimento di questo brand, hanno una coscienza green. O almeno aderiscono alla tendenza del momento, sia pure con il dovuto ed elegante distacco. Ci vuole un certo stile infatti anche per praticare l’arte dell’esagerazione, accettare che Bentley produca un Suv (già questo uno scoglio concettuale enorme da superare) e che addirittura ci infili sotto il cofano un motore elettrico da 126 Cv abbinandolo al V6 a benzina biturbo per una potenza combinata di 449 CV, con una coppia di 700 Nm. Il risultato è un macchinone da 5 metri e 17 centimetri di opulenta alterigia, quasi 2 metri di larghezza per 2,7 tonnellate di peso, 260 km orari potenziali, che si avvia con un sussurro in elettrico e viaggia esclusivamente a batteria per i primi 40 km prima che intervenga la centralina per gestire automaticamente la modalità intelligente che passa alla trazione ibrida.
Il meglio però, ma è superfluo sottolinearlo, la Bentayga lo regala a bordo dove ti accoglie con un tripudio di alluminio, pelle pregiata, impunture sartoriali e acciaio cromato abbinate a un altissimo tasso di qualità percepita. Nessuna concessione alla plastica, ci mancherebbe, perchè sarebbe un sacrilegio e qui siamo a distanze siderali dalle auto normali. In marcia poi le sospensioni pneumatiche autoregolanti annullano il beccheggio e aiutano a immaginarsi a bordo di un tappeto volante. Nei giorni che ci è stata concessa per la prova su strada abbiamo capito che la Bentayga va guidata con dolcezza per goderla in pieno, concedendosi il vezzo di interpretarla per quello che è, una limousine a ruote alte.
Troppi elogi? Forse sì, perché a essere sinceri il tarlo di sapere il prezzo di queste sensazioni rovina la poesia. Il listino della Fist Edition, la versione della nostra prova, parte da 207.000 euro, ma per fare un esempio solo la vernice tristrato della carrozzeria costa come una Panda, l'orologio digitale di gran classe con quadrante in madreperla che svetta sulla plancia vale tre mesi di stipendio di un operaio, e 76.000 euro di optional complessivi le fanno raggiungere livelli insostenibili per i comuni mortali, ma sinceramente anche per chi potrebbe permettersi una follia. Eppure il lusso estremo funziana bene anche in ambito automobilistico: ne è la prova il fatto che i risultati del 2021 saranno probabilmente i migliori in 102 anni di storia di Bentley (vendite raddoppiate rispetto al 2019 pre-Covid), grazie al blasone di un marchio che coniuga l'eccellenza artigianale dei maestri di Crewe (nel nord dell'Inghilterra, non lontano da Manchester) con l'avanguardia tecnologica che deriva anche dal far parte da più di 20 anni del Gruppo Volkswagen. Il motore della Bentayga infatti è lo stesso che monta la Cayenne E-Hybrid di Porsche, altro brand della galassia del Gruppo tedesco.
In più ora c'è la strategia Beyond 100, che punta a fare di Bentley il primo marchio di superlusso per sostenibilità. Per questo, è prevista una riduzione di almeno il 75% dell'impatto ambientale nel ciclo produttivo (con particolare attenzione ai materiali e alla fornitura di componenti). La prima Bentley elettrica sarà pronta nel 2025, ma entro il 2026 la gamma sarà completamente elettrificata e nel 2030 solo a batteria. Anche in Italia intanto Bentley ha praticamente triplicato i volumi. Oggi è presente a Milano, Padova e Firenze (70 i dealer in 35 mercati europei), ha una clientela ringiovanita di 10-20 anni rispetto al passato, con un target composito che va da imprenditori a personaggi dello sport e dello spettacolo. Da noi si vendono circa 70 Bentley l'anno, con la Bentayga ibrida che a fine 2021 totalizzerà circa 20 esemplari immatricolati. Nicchia pura dunque, ma il marchio della "B alata" continua a prendere quota.
L’introduzione della prima versione Plug-in intercetta da noi l’uso quotidiano dei possessori di Bentayga. L’indagine svolta da Bentley ha infatti evidenziato come praticamente il 100% dei suoi acquirenti utilizzi la modalità esclusivamente elettrica sino al suo esaurimento tutti i giorni, mentre il 50% effettui viaggi giornalieri inferiori ai 50 km. La sua batteria composta da 168 celle ha una vita di circa 160 mila chilometri o otto anni. Una ricarica al 100% richiede circa due ore e mezza da una colonnina a corrente alternata da 7,2 kW o da un wallbox di potenza simile. Riassumendo, una vettura che è bello guidare almeno una volta. Che senso abbia acquistarla e possederla, questa resta una domanda a cui solo pochissimi saranno in grado di rispondere. E forse nemmeno loro, perché questa categoria di persone di una risposta del genere non ne hanno affatto bisogno.