Economia

Industria. Bekaert chiude la fabbrica toscana. I dipendenti la occupano

Redazione Economia venerdì 22 giugno 2018

I dipendenti di Bekaert a una manifestazione del 19 giugno (foto da Twitter)

Il gruppo belga Bekaert, che produce cavi di acciaio per utilizzi diversi, ha annunciato la decisione di chiudere la fabbrica italiana di Figline e Incisa Valdarno, in Toscana, che aveva comprato da Pirelli nel 2014. L'azienda, che nel mondo impiega 30mila persone di cui 600 in Italia, tra Incisa Valdarno, Assemini e Milano, ha spiegato di avere intenzione di "avviare un dialogo teso ad attenuare l'impatto sociale per i 318 dipendenti interessati".

Negli ultimi anni, sostiene Bekaert, "la posizione del sito di Figline nel mercato di riferimento ha subito notevoli pressioni. A causa dei suoi costi strutturali notevolmente superiori rispetto a quelli degli altri stabilimenti di rinforzi in acciaio per pneumatici di Bekaert nella regione Emea, il sito non è stato in grado di generare performance sostenibili dal punto di vista finanziario. Consapevole della gravità di tale misura, la direzione non vede alternative per salvaguardare e rafforzare la propria posizione nei mercati europei della produzione dei rinforzi in acciaio per pneumatici".

In tarda mattinata il governatore della Toscana Enrico Rossi ha annunciato la convocazione delle parti al Mise. "La decisione di Bekaert di chiudere la fabbrica di Figline e Incisa Valdarno è"una scelta incomprensibile, in aperto contrasto con le affermazioni che gli stessi vertici della Bekaert avevano fatto non più tardi di tre mesi fa nell'ultimo incontro al Mise" ha detto.

Come reazione i dipendenti hanno occupato la fabbrica. "Sapevamo dei problemi finanziari e di mercato - ha scritto Yuri Campofiloni della Fiom Cgil Firenze in una nota -, ma non che si potesse chiudere lo stabilimento da un giorno a un altro. Chiediamo subito il ritiro della procedura".

La Fim Cisl promette battaglia: "L'unico modo per indurre Bekaert a ritirare questa scellerata decisione è la mobilitazione di tutte le forze coinvolte, istituzionali e sociali, a cominciare dal Governo. Lunedì mattina saremo in Regione dal presidente Rossi, e sono in corso contatti con il Mise per un incontro lunedì pomeriggio. Chiederemo al ministro Di Maio di attivarsi per difendere i posti di lavoro, ma anche la tecnologia storica dello steel-cord, ex Pirelli. Chiediamo alla stessa Pirelli di intervenire a tutela dei propri prodotti" hanno annunciato Fabio Franchi, segretario generale aggiunto Cisl Firenze-Prato, e Alessandro Beccastrini, segretario Fim-Cisl Firenze-Prato. Anche il segretario generale dei metalmeccanici della Cisl, via Twitter, ha chiesto a Di Maio di intervenire.