Crescita. La Bce vede la ripresa in arrivo
Christine Lagarde, presidente della Bce, al termine del consiglio direttivo dello scorso marzo
Una riduzione degli acquisti di titoli di Stato e obbligazioni private da parte della Banca centrale europea al momento non è nemmeno in discussione. «Non abbiamo discusso alcun ridimensionamento del programma pandemico Pepp. È prematuro» ha chiarito la presidente Christine Lagarde al termine della riunione del consiglio direttivo della Bce. Al contrario, la Bce tra aprile e giugno ha intenzione di proseguire con il Programma di acquisti per l’ emergenza pandemica (Pepp) a un ritmo superiore a quello dell’inizio dell’anno.
Nell’ambito del programma Pepp, lanciato nel marzo del 2020, la Bce emette moneta per comprare debito pubblico e privato. Il piano vale complessivamente 1.850 miliardi di euro. La Bce lo porterà avanti almeno fino a marzo 2022 «e in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus» come precisa il comunicato di Francoforte. I tassi restano fermi (a 0 quello principale, allo 0,25% quello marginale e al -0,50% quello sui depositi) e non risaliranno finché l’inflazione non si porterà stabilimente vicina al 2%.
La situazione dell’economia europea è in miglioramento rispetto al disastro del 2020, ma la crisi è ancora tutt’altro che risolta. Lagarde ha avvertito che le prospettive per l’economia europea sono ancora «offuscate da incertezza» a causa di livelli di contagi da Covid-19 ancora alti e ritmi di vaccinazione che non permettono drastiche riduzioni delle misure di contenimento. Secondo le stime della Bce il Pil della zona euro è diminuito anche nel primo trimestre del 2021 ma ritroverà la crescita nel trimestre in corso. La ripresa è in arrivo: «Guardando in avanti, i progressi nella campagna di vaccinazione e l’attesa di un graduale rilassamento delle misure sono alla base di una solida ripresa dell’attività nel corso del 2021». In generale nella seconda metà del prossimo anno l’economia della zona euro ritroverà i livelli di prima della crisi, ma non tutti i suoi Stati ci riusciranno: «Ci saranno divergenze, eterogeneità, Paesi che resteranno indietro per vari fattori».
È fondamentale, la Bce lo ripete da tempo, che il Next Generation Eu si metta in moto rapidamente. Per questo la Bce «esorta gli Stati membri ad assicurare una tempestiva ratifica della decisione sulle risorse proprie, a completare tempestivamente i rispettivi piani per la ripresa e la resilienza e a utilizzare i fondi per una spesa pubblica produttiva, accompagnata da politiche strutturali tese a migliorare la produttività».
Per chi fa le riforme e usa bene le risorse a disposizione, l’ulteriore indebitamento di questi mesi non è un grande problema. Lagarde ha ricordato che se si fa debito per superare la pandemia e fare riforme che spingono la produttività, mantenendo condizioni di finanziamento favorevoli per chi investe, «allora quello è debito usato bene».