Economia

BANCA D'ITALIA. Famiglie, potere d'acquisto al -5% Disoccupazione giovanile al 17%

martedì 17 aprile 2012
​La Banca d'Italia stima che il Pil italiano sia calato dello 0,7% nel primo trimestre di quest'anno, in linea con la flessione dell'ultimo trimestre 2011. "Secondo nostre valutazioni - si legge nel bollettino economico di via Nazionale - nella media del primo trimestre di quest'anno la produzione industriale avrebbe registrato una nuova flessione rispetto al periodo precedente" da cui "discenderebbe un calo del pil nell'ordine di quello del trimestre precedente. Tuttavia, sebbene gli indicatori congiunturali segnalino la prosecuzione della fase di debolezza della domanda interna - prosegue bankitalia -, indicazioni moderatamente favorevoli derivano anche dai più recenti andamenti del clima di fiducia delle famiglie e di quello delle imprese. In ogni caso, sottolinea ancora Bankitalia, "le valutazioni sull'andamento dell'attività economica restano circondate da un elevato grado di incertezza. La possibilità che una ripresa prenda avvio dalla fine dell'anno e si rafforzi nel 2013 dipende soprattutto dagli andamenti dei mercati finanziari e dai rendimenti dei titoli di stato".Via Nazionale "per l'anno in corso prevede un ampio miglioramento dei conti pubblici, nonostante la caduta attesa del prodotto. Il rapporto tra debito e Pil dovrebbe cominciare a ridursi nel 2013: le misure di liberalizzazione e di semplificazione recentemente approvate possono stimolare la crescita del prodotto potenziale e incidere positivamente sulle aspettative. Nel 2011 l'indebitamento delle amministrazioni pubbliche è sceso di sette decimi di punto rispetto al 2010, al 3,9% del pil. Al netto della spesa per interessi si è registrato un avanzo di un punto percentuale del pil. Questi progressi - si legge ancora - hanno limitato a 1,5 punti percentuali l'aumento del rapporto tra debito e prodotto, che ha raggiunto il 120,1 per cento".Bankitalia ha però sottolineato che "la dinamica dei redditi frena ancora i consumi" rilevando che la spesa delle famiglie è ancora all'insegna della prudenza, frenata "dalla dinamica del reddito disponibile e dalle condizioni del mercato del lavoro". La ripresa dell'occupazione, dopo i segnali di ripresa mostrati nel 2011, si sono fermati negli ultimi sei mesi. E così dal 2008 la spesa delle famiglie si è ridotta del 5%. 1 Sul fronte delle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese Banca d'Italia sottolinea il ruolo della Bce che l'offerta di liquidità ha contrastato il credit crunch: "Le operazioni di rifinanziamento condotte dalla Bce hanno evitato uno scenario peggiore: dovrebbero permettere una normalizzazione delle condizioni di offerta del credito nei prossimi mesi. Nell'ultimo trimestre del 2011 i criteri di irrogazione dei prestiti alle imprese avevano registrato un marcato irrigidimento, di intensità pari a quella osservata dopo il dissesto di Lehman Brothers. Nel trimestre dicembre 2011-febbraio 2012 i prestiti alle famiglie si sono ridotti di 2 miliardi, quelli alle imprese di 16".