Camera. Via libera alla commissione di inchiesta sulle banche
Dopo l'approvazione del Senato, anche l'Aula della Camera ha dato il via libera all'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario. I voti a favore sono stati 426, nessun contrario, tre gli astenuti . I deputati hanno approvato il ddl senza alcuna modifica ripetto al testo passato a Palazzo Madama. L'organismo sarà chiamato a verificare, con attenzione particolare alla tutela dei risparmiatori, gli effetti sul sistema bancario italiano della crisi finanziaria globale e le conseguenze dell'aggravamento del debito sovrano. Il nuovo organismo - che avrà a disposizione un anno dalla sua costituzione, e comunque entro la fine di questa legislatura, per portare a compimento i suoi lavori - si occuperà fra l'altro di valutare l'efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario e sui mercati finanziari, verificando quanto sia stato fatto ai fini della prevenzione e gestione delle crisi bancarie».
La politica ha accolto con favore l'esito del voto, giudicato positivo in maniera trasversale. L'unica eccezione rigurda Bruno Tabacci di Centro democratico: «Non condividiamo l'impostazione di questa Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e per questo ci asteniamo nel voto finale senza che ci pesi il fatto di essere i soli a farlo. Per avere un quadro della situazione - ha osservato Tabacci - bastava una normale Commissione parlamentare di tipo conoscitivo come nel 2005 quando approfondimmo i casi Cirio e Parmalat. Le banche, nella considerazione dei nostri cittadini, godono dello stesso discredito di cui godono i partiti politici, per cui ci ritroveremo a giudicare dei nostri pari. Ma quel che è peggio è che ognuno penserà di utilizzare il caso di una banca e la sua storia politica per rinfacciarla agli avversari e farne oggetto di campagna elettorale. C'è poi il forte rischio ostacolare il lavoro della magistratura visto che ci muoveremo con gli stessi poteri».
Non la pensa così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera: «Finalmente - esulta -, sono 18-19 mesi che se ne parla. Posso rivendicare di averlo fatto per primo io, ma è poca cosa questa rispetto al troppo tempo che abbiamo impiegato per dare questa risposta al Paese, perché una Commissione parlamentare di inchiesta è innanzitutto una risposta democratica alla gente, alle famiglie e alle imprese che si trovano spiazzate e confuse di fronte alle notizie quotidiane, rispetto alle chiusure, ai
crack, ai fallimenti, a terminologie esoteriche - bail in, bail out - ed ipocrite».
Anche a sinistra sono in molti a esprimere soddisfazione: «Sinistra Italiana-Possibile ha votato a favore. Siamo consapevoli del ritardo strumentalmente determinato dal governo e dal PD per l'istituzione della Commissione e siamo anche consapevoli dei tempi molto stretti per lo svolgimento del mandato della Commissione prima della conclusione della legislatura - è l'opinione di Stefano Fassina responsabile economico di Si Possibile -. Proponiamo di circoscrivere l'oggetto di indagine alle banche direttamente o indirettamente utilizzatrici di risorse pubbliche e di valutare normative e regolamenti europei e nazionali relativi alle funzioni di controllo e ai poteri sanzionatori delle istituzioni di vigilanza, ai meccanismi di remunerazione dei manager, ai conflitti di interesse negli organismi di amministrazione e controllo. Il legislatore, anche quando è impegnato in funzioni di indagine con pieni poteri, deve evitare di sconfinare sul terreno della magistratura e sul terreno dell'investigazione giornalistica».