Economia

CREDITO. Le banche italiane superano gli «stress test» europei

sabato 24 luglio 2010
Tutte e cinque le banche italiane oggetto degli stress test europei li hanno superati. Si tratta di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Popolare e Ubi Banca. La Hypo Real Estate (Hre) è l'unica banca tedesca, tra le 14 sottoposte agli stress test, che non ha superato la prova. Lo hanno annunciato oggi in un comunicato congiunto la Bundesbank e la BaFin, la Consob tedesca.«La Hre è l'unica banca tedesca che non ha raggiunto la soglia del 6% fissata per il rapporto di capitale Tier 1 sotto lo scenario di stress più rigido», si legge nella nota. Nello scenario peggiore, il gruppo Hypo Real Estate ha registrato un Tier 1 al 4,7%.IL COMMENTO DELLA BANCA D'ITALIAGli stress test hanno dimostrato la capacità delle banche italiane di assorbire l'impatto di un significativo deterioramento delle attuali condizioni macroeconomiche e di mercato. È quanto si legge in un comunicato con il quale la Banca d'Italia commenta i risultati dei test per le cinque banche italiane oggetto della verifica. «L'esercizio è importante: è volto a dare chiarezza e trasparenza sulla situazione delle banche europee in condizioni di stress, limitare i rumors, e restituire fiducia e certezze ai mercati finanziari internazionali. Le ipotesi dell'esercizio europeo sono severe», ha detto la responsabile della vigilanza e vicedirettore in Banca d'Italia Annamaria Tarantola in una dichiarazione.La stessa dirigente ha spiegato che «la probabilità che le ipotesi alla base degli stress test si verifichino sono pari al 5%, contro una probabilità del 15% prevista per gli stress test americani».La Banca d'Italia nel suo commento ai dati si è dedicata a ricordare le caratteristiche peculiari sia del sistema di vigilanza italiano sia del campione di banche sottoposto al test.«Nel confronto con le altre banche europee i coefficienti patrimoniali di partenza delle grandi banche italiane, pur ampiamente superiori ai minimi regolamentari, sono mediamente più bassi. Sul divario influiscono sia una regolamentazione prudenziale nazionale che pone limiti più stringenti al computo di taluni strumenti negli aggregati patrimoniali che stanno al numeratore dei coefficienti, sia consistenti operazioni di ricapitalizzazione pubblica di cui hanno beneficiato alcune grandi banche europee», dice la nota.Bankitalia aggiunge che, «nel confronto internazionale, i gruppi italiani si distinguono per un basso grado di leva finanziaria, per effetto di una operatività basata prevalentemente sull'attività di intermediazione tradizionale». Bankitalia ha stimato in circa 50 miliardi le perdite su crediti per il campione di banche italiano nell'ipotesi di maggiore avversità: circa 40 su crediti, altri 6 miliardi su portafoglio di negoziazione e gli ultimi 5/6 miliardi sul portafoglio titoli disponibili per la vendita.Queste perdite sono pari all'incirca al 10% delle perdite stimate a livello europeo per l'intero universo sottoposto al test.COSA SONO GLI STRESS TESTSono 91 le banche europee sottoposte agli stress test e nell'insieme rappresentano il 65% di tutta l'attività creditizia nell'Unione europea. Tra queste 5 sono istituti italiani: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e Ubi Banca. I test sono simulazioni condotte dal Committee of European Banking Supervisor in modo da accertare le capacità di resistenza a eventuali improvvisi sviluppi negativi del contesto in cui operano o shock esterni. In sostanza per superare l'esame gli istituti dovranno aver un Tier One, cioè il rapporto tra capitali propri e attività totali, di almeno il 6%. In caso contrario dovranno procedere ai rafforzamenti patrimoniali.Ogni autorità nazionale, quindi da noi la Banca d'Italia, ha realizzato i test raccogliendo i dati delle banche in termini di dotazione patrimoniale, quantità e qualità dei finanziamenti e del portafoglio, compresa la quota di titoli di Stato. Il test ipotizza sulla base di questi dati le eventuali conseguenze delle perdite sull'indice patrimoniale Tier 1 delle banche, in caso di uno scenario sfavorevole per l'economia con uno scostamento del Pil del 3% rispetto alle previsioni. La soglia minima fissata per il Tier 1 è quella del 6%. Altro parametro è quello dell'esposizione verso i Paesi più a rischio misurato attraverso la quota in portafoglio dei titoli di Stato. La scelta dell'Europa di controllare lo stato di salute delle banche arriva dopo quella degli Stati Uniti. Lo scorso anno la Federal Reserve ha condotto gli stress test sulle banche americane e l'esito è stato che 10 delle 19 banche monitorate non hanno superato la prova. Così le autorità nazionali hanno imposto a questi istituti di rafforzare il capitale supplementare per 75 miliardi di dollari totali.