Economia

Riforma. Banche popolari, si cerca un compromesso

giovedì 5 marzo 2015
Le grandi banche popolari potranno adottare un tetto al 5% dei diritti di voto con la trasformazione in società per azioni, ma il limite potrà restare in vigore al massimo per due anni dall’entrata in vigore del provvedimento. Questo il tentativo di mediazione tra governo e gruppi di maggioranza sulla riforma che mette la parola fine al criterio del voto capitario (per ogni testa un voto) nella maggiori banche di impronta cooperativa. La modifica è arrivato come emendamento dei relatori, Marco Causi e Luigi Taranto, al decreto sul sistema bancario nel corso dell’esame in Commissione alla Camera. L’apertura del governo alla modifica del testo lascia però insoddisfatta la minoranza del Pd, che la giudica «debole» mentre restano critiche tutte le opposizioni. Le banche popolari contestano la riforma che, affermano, le rende possibili prede di scalate ostili dai grandi gruppi. L’emendamento presentato rappresenta una freno solo temporaneo per eventuali raider.