Banca d'Italia. Domanda in calo, le imprese tagliano le aspettative
Le grandi imprese italiane hanno aspettative sfavorevoli per il secondo trimestre dell'anno. Ad indicarlo la Banca d'Italia, nell'indagine condotta tra il 22 maggio e il 12 giugno 2023 presso un campio di imprese dell'industria e dei servizi con almeno 50 addetti.
Per quanto riguarda le attese sull'inflazione al consumo si sono ridotte su tutti gli orizzonti temporali, attestandosi al 5,8% sui 12 mesi, al 5% e 4,5% sugli orizzonti rispettivamente a 2 anni e tra 3 e 5 anni, secondo l'indagine sulle aspettative di inflazione e crescita della Banca d'Italia. "La dinamica dei prezzi praticati dalle imprese rimarrebbe sostenuta nei prossimi 12 mesi, pur nel complesso in attenuazione", si legge nel testo.
Rispetto a un anno prima, i prezzi di vendita sono stati rivisti al rialzo del 6,9% in media nell'industria in senso stretto (era il 7,6% nella precedente rilevazione), del 5% nei servizi (da 4,3%) e del 5,9% nelle costruzioni (da 6,4%). Nelle attese delle imprese la crescita dei prezzi di vendita si attenuerebbe nei prossimi 12 mesi nell'industria in senso stretto e nelle costruzioni e si manterrebbe pressoché stabile nei servizi. I prezzi delle materie prime continuano a spingere al rialzo i prezzi di vendita, sebbene in misura meno marcata rispetto al trimestre precedente. "Agli aumenti dei listini contribuirebbero inoltre il maggior costo del lavoro e degli input intermedi", spiega l'indagine. Del resto, nel secondo trimestre si è lievemente ridotta la quota di imprese che ha riscontrato difficoltà legate ai prezzi dei beni energetici (dal 52% al 47%) e si è "sostanzialmente dimezzata" rispetto alla rilevazione precedente, da 39 a 20, la quota di imprese che ritiene che i prezzi dell'energia influenzeranno al rialzo i prezzi praticati nei prossimi tre mesi.I giudizi sulla situazione economica generale restano complessivamente sfavorevoli a causa di un generale deterioramento delle valutazioni nell'industria in senso stretto, a fronte di una tenuta nei servizi e di un lieve miglioramento nelle costruzioni.
''Le aspettative sulle proprie condizioni operative per i prossimi tre mesi sono peggiorate per le aziende nell'industria in senso stretto, a fronte di attese in miglioramento nei servizi e nelle costruzioni - si legge nel report -. L'impulso della domanda, che aveva sostenuto l'attività nel primo trimestre dell'anno, si è affievolito; si sono indebolite anche le attese sulla domanda, sia totale sia estera, nei prossimi mesi. Nonostante le condizioni per investire siano ritenute sfavorevoli, in particolare per le imprese dell'industria in senso stretto e dei servizi, le aziende continuano a prefigurare un'espansione degli investimenti nell'anno in corso. Le prospettive dell'occupazione per i prossimi tre mesi rimangono positive''. I principali freni alle prospettive di crescita continuano a essere l'incertezza economica e politica e, "seppur in misura nettamente minore rispetto al 2022, l'andamento del prezzo del petrolio".