Napoli. Bagnoli, primo passo per rinascere: accordo per la bonifica
La firma dell'accordo per la bonifica di Bagnoli (Ansa)
Restart Bagnoli. Parte, ancora una volta, il futuro per l’area ex Italsider con l’accordo programmatico tra Stato, Regione Campania e Comune di Napoli per la bonifica e la rigenerazione urbana del sito nella periferia ovest di Napoli. Ieri in Prefettura la firma del ministro del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. presenti il commissario di Governo Salvo Nastasi e Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, soggetto attuatore del programma di bonifica e di rilancio dell’ex area industriale partenopea.
«Oggi è una bella giornata, abbiamo avviato un lavoro su Bagnoli molto impegnativo. Dopo 23 anni è ora che sia restituita fino in fondo l’area ai cittadini di Napoli, di Bagnoli, che possa essere un segno forte di rinascita per Napoli, la Campania e il Mezzogiorno», ha detto il ministro De Vincenti. «È un progetto che può essere decisivo per il futuro della città, può diventare un faro per la rinascita per il Mezzogiorno», ha aggiunto.
È la prima volta che governo ed enti locali appaiono compatti e sostanzialmente d’accordo sulla visione e gli obiettivi della trasformazione. Perché Bagnoli è una lunga questione. Nel 1992 chiuse l’Italsider e tra inchieste giudiziarie, sequestri e ambiziosi progetti si è tentato, senza riuscire, il recupero dei 945 ettari a terra e degli oltre 1.600 ettari a mare. Dal 1996 l’area è stata oggetto di diversi progetti di bonifica per i suoli, per le acque sotterranee, per i sedimenti marini, per la cassa di colmata. Nel 2000 l’inserimento del sito tra quelli di interesse nazionale.
A settembre del 2015 il premier Renzi designò un commissario straordinario, Salvatore Nastasi, e una cabina di regia con compiti, come previsto dallo Sblocca Italia, di «coordinamento degli interventi infrastrutturali d’interesse statale con quelli privati da effettuare nell’area di rilevante interesse nazionale» finalizzati alla bonifica ambientale e alla rigenerazione urbana. Una decisione unilaterale dell’allora Governo che agitò polemiche e proteste dai cittadini e dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi de Magistris. Che a distanza di due anni e di varie ordinanze e di appelli al Consiglio di Stato contro la cabina di regia oggi si definisce «soddisfatto. Si tratta di un risultato straordinariamente rilevante e oserei dire storico per il nostro territorio». Non rinuncia però il sindaco a precisare che «il primo passo dipende dal Governo sulla bonifica, ma mi pare di capire che entro l’anno si possa procedere alla gara per la bonifica. Se questo cronoprogramma sarà rispettato, nei primi mesi del 2018 si può ragionare sull’inizio effettivo della bonifica, non più solo messa in sicurezza fatta fino a oggi». Per il premier Paolo Gentiloni, l’impegno è stato mantenuto.
L’Accordo prevede una spiaggia pubblica lunga 2 km e larga da 60 a 120 metri, un porto turistico, nuclei di archeologia industriale, un polo di ricerca scientifica, ricostituzione del borgo marinaro di Coroglio, riduzione di volumetrie private, ripristino della linea di costa, alberghi e un enorme parco naturale. Scompariranno la colmata e quello che resta dello Science Centre di Città della Scienza, incendiato il 4 marzo 2013, e che sarà ricostruito alle spalle dei volumi già esistenti del polo di ricerca e divulgazione scientifica. Incerto il finanziamento: tra spese per il risanamento ambientale e spese per l’acquisizione dei suoli dalla vecchia proprietà dovrebbero essere impegnati 200 milioni di risorse pubbliche, un terzo delle quali sarebbero disponibili perché già stanziate per il risanamento dell’area.
Il progetto sottoscritto ha tenuto conto per molti punti delle istanze sollevate dai movimenti sociali. Ma non tutti. Rimangono criticità e per questo le reti che si sono battute, e continuano a battersi, per una Bagnoli diversa denunciano le mancanze e non cantano vittoria. Il 27 luglio, a Roma, presente il premier Gentiloni, l’Accordo firmato e l’intero piano passeranno in cabina di regia. E si annunciano già manifestazioni di protesta.