Economia

L'INCOTRO. Bagnasco: non possiamo perdere i nostri patrimoni di professionalità

Adriano Torti sabato 30 novembre 2013
«Non perdere i nostri patrimoni di professionalità, competenza, capacità» a causa della crisi. E se la crisi «colpisce in modo particolarissimo i giovani», la disoccupazione «brucia e lascerà cicatrici» sulla pelle di tanti. Il cardinale Angelo Bagnasco ha parlato ieri sera a Genova nell’ambito di un convegno dal titolo "Il lavoro umano" al quale erano presenti i segretari generali dei sindacati confederali, Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni e Susanna Camusso. Il cardinale ha esortato a non disperdere il patrimonio lavorativo e professionale italiano «perché, una volta perso, non si recupera facilmente». «A Genova e in Italia – ha spiegato – abbiamo dei patrimoni del saper fare che sono invidiabili. Lo dico a ragion veduta perché me lo testimoniano persone provenienti da diversi Paesi. Dobbiamo essere coscienti, fieri, consapevoli e quindi doppiamente vigilanti e gelosi». Il porporato ha poi ricordato che «la crisi colpisce in modo particolarissimo i giovani», al punto che «non possiamo più assistere alla loro emigrazione». Una emigrazione, che «abbiamo vista una volta ed è dolorosa vederla un’altra volta» soprattutto «quando l’emigrazione è forzata, quasi di massa». Tanto più che «moltissimi giovani con cui parlo non vanno via volentieri, lo fanno spesso col cuore piccolo». «Il fuoco della disoccupazione e della inoccupazione – ha detto ancora il cardinale – brucia la pelle delle persone giovani, delle famiglie» al punto che «la tenuta sociale rischia di cedere e spezzarsi». Alla fine del suo intervento Bagnasco ha poi affermato che «il finanzialismo e il consumismo hanno corrotto il lavoro» e che la funzione del lavoro «non deve essere il profitto ma la costruzione di una società giusta». Sulla crisi, il segretario della Uil, Angeletti, ha ricordato che «nel 2014 la disoccupazione in Italia è destinata ad aumentare». Per Bonanni, leader della Cisl, «bisogna creare i presupposti per la ripresa e, per creare i presupposti, bisogna occuparsi dell’economia e fare due cose: restituire le troppe tasse ai cittadini, ai lavoratori ed ai pensionati, e occuparsi dei fattori dello sviluppo che sono tutti costosissimi e malfunzionanti». Bisogna quindi, «destinare tutti i soldi che si recuperano dall’evasione fiscale e dalla <+corsivo>spending review<+tondo> al taglio delle tasse a favore di lavoratori e imprese che investono». Per il segretario della Cgil, Susanna Camusso, «il segnale che vogliamo è la riduzione della tassazione sul reddito dei lavoratori e dei pensionati». L’incontro è stato organizzato dalla Scuola diocesana di Dottrina Sociale della Chiesa, emanazione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, insieme all’Associazione Iter Agentes con la collaborazione dell’Ucid e del Ceis, Centro di Solidarietà di Genova. In apertura del Convegno hanno portato la propria testimonianza Gregorio Di Palma, di Volkswagen Italia, Piero Gai, di Ultraflexgroup, e Giuseppe Guerini, di Federsolidarietà Confcoperative.