L'analisi. Cara auto: nuova oggi costi 8 stipendi (3 in più di 20 anni fa)
Che sia frutto di impulso o di una decisione ben ragionata, per l’acquisto di un’auto tutti devono fare inevitabilmente i conti con il proprio portafoglio. Ma quanto impatta sulle famiglie italiane acquistare oggi una vettura nuova rispetto a 20 anni fa, in relazione al reddito percepito? Secondo l’analisi del Centro Studi di AutoScout24, il portale di annunci auto e moto, leader in Europa, considerando la media dei prezzi a listino delle 10 auto nuove più vendute in allestimento base, escludendo le elettriche, se nel 2003 erano sufficienti 4,7 redditi familiari netti medi mensili, adesso ne servono ben 7,7 , ovvero 3 in più. Il prezzo medio delle 10 auto nuove più vendute è passato infatti da 10.590 euro di 20 anni fa a 21.040 euro del 2023 (+99%), mentre i redditi familiari netti medi sono aumentati in misura nettamente inferiore, da una media nazionale mensile di 2.243 a 2.734 euro (+21,9% dal 2003 al 2020). E per chi vuole una elettrica, servono ben 12,8 mensilità (35.130 euro).
La ricerca è stata effettuata incrociando i dati ISTAT sul reddito netto medio mensile delle famiglie nel 2003 e nel 2020 (ultimo dato disponibile che comprende anche i dati regionali) con il prezzo medio entry level per acquistare una delle 10 auto nuove più vendute in Italia con l’allestimento più economico.
In questo contesto il mercato dell’usato si conferma la soluzione ideale per chi cerca vetture di nuova generazione, di segmento superiore o con dotazioni maggiori, ma a un prezzo più contenuto e in linea con le proprie tasche. Su AutoScout24, infatti, ben il 54% delle auto presenti è Euro 6, il 13% ibrido ed elettrico e quasi sei auto su dieci hanno 5 anni o meno.
L’analisi di AutoScout24 ha preso in considerazione anche le 10 auto nuove più vendute nei segmenti A, B e C. Per acquistare una citycar di segmento A, si va dai 4 redditi familiari netti medi mensili del 2003 ai 6,6 attuali (€18.050), che arrivano a 10,2 se si considera un’auto elettrica; per il segmento B si passa da 4,7 di 20 anni fa a 8,1 (€22.185) e per il segmento C da 7,2 a ben 12,9 (€35.225), quasi il doppio.