Economia

Lavoro. Un aumento salariale di 123 euro per i metalmeccanici. Come ci si è arrivati

Redazione Economia lunedì 12 giugno 2023

Oggi viene formalizzato l'aumento contrattuale previsto dalla clausola di salvaguardia del contratto nazionale dei metalmeccanici e legato al dato dell'inflazione Ipca al netto dei beni energetici importati nel 2022. All'incontro partecipano i sindacati di categoria dei lavoratori assieme Federmeccanica e Assistal, l'associazione nazionale costruttori di Impianti e dei Servizi di efficienza energetica.

Nei giorni scorsi l'Istat aveva comunicato che sulla base dell'indice Ipca per l'anno 2022 depurato dall'inflazione dei beni energetici importati i metalmeccanici potranno godere di un incremento sui minimi pari a 123,40 Euro medi mensili, pari a 6,6 punti percentuali (96,4 euro in più di quanto previsto). L'aumento, dovuto alla cosiddetta "clausola di salvaguardia" inserita nell'ultimo rinnovo contrattuale, interessa gli oltre 1,5 milioni di lavoratori metalmeccanici che vedranno lievitare la terza tranche di aumento salariale di giugno dai 27 euro medi stimati alla sottoscrizione dell'accordo a 123 euro, 96,4 euro in più per un terzo livello. Una crescita che oscilla comunque tra i 99,6 euro di un 1 livello agli oltre 162 di un quadro rispetto ai 21 euro - 35 euro sanciti dall'accordo del 2021. La decisione, infatti, di prevedere un aggiustamento sui minimi nel caso in cui l'inflazione registrata a consuntivo fosse superiore a quella stabilita in sede di sottoscrizione del Contratto, ha tutelato almeno parzialmente le buste paga.

«Si tratta di una soluzione positiva, unica nel panorama contrattuale del nostro Paese, originale e frutto di un contratto innovativo e maturo» aveva spiegato Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl già nei giorni scorsi.
«Determinare gli aumenti salariali durante e non solo a fine contratto è una scelta pragmatica e molto utile. Con questa formula, mettiamo nelle buste paga dei metalmeccanici un robusto sostegno economico, recuperando subito il potere d'acquisto eroso dall'inflazione, senza dover aspettare la scadenza del contratto fra un anno. Certo, questo importante risultato lascia aperta una verifica complessiva sulla difesa dell'intero potere di acquisto delle buste paga, che andrà verificata a fine contratto» ha concluso Benaglia.