Economia

LA RISCOSSA TECNOLOGICA. A Trieste la fisica fa l'impresa

Andrea D'Agostino mercoledì 22 agosto 2012
Entrare nell’Area Science Park alle porte di Trieste è un po’ come muovere i passi in un altro mondo. Il paesaggio stesso è insolito: uscendo dalla città, seguendo una ripida strada si arriva al parco scientifico che si estende su oltre cinquanta ettari "stretti" tra l’altopiano del Carso e il mare sottostante. Siamo in una terra di confine: la Slovenia, dopotutto, è a pochi chilometri da qui (e una conferma indiretta arriva dalle numerose automobili che vanno a rifornirsi di benzina a poca distanza). È il Consorzio per l’Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste a gestire quello che è stato il primo parco scientifico italiano, istituito nel 1978 in concomitanza con la creazione dei principali parchi a livello mondiale; al 1982 risale poi il primo insediamento dell’Area Science Park. Una storia iniziata in realtà una decina d’anni prima, più precisamente alla fine degli anni Sessanta, quando dal centro internazionale di Fisica teorica nacque l’idea di un’area di ricerca multidisciplinare per attività sperimentali, in stretto contatto con il mondo universitario triestino.Da allora le attività del parco, che dal 2005 è diventato Ente pubblico nazionale di ricerca di primo livello del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, si sono moltiplicate. L’attuale Area dispone di oltre 75mila metri quadrati di spazi-laboratori attrezzati con apparecchiature specializzate e dove hanno sede 88 enti di vario tipo – 67 imprese ad alto tasso di innovazione e 21 centri di ricerca –, in cui lavorano circa 2.400 ricercatori e manager. I settori in cui operano sono raggruppati in sei macroaree: Scienze della vita, Fisica e nanotecnologia, Informatica, elettronica e telecomunicazioni, Energia e ambiente, Servizi qualificati (nei quali rientrano le imprese di economia e finanza) e Biologia molecolare. Un discorso a parte merita poi il secondo campus a Basovizza, dove si trova il Sincrotrone con i laboratori «Elettra» e «Fermi» (vedi articolo sotto, <+corsivo_bandiera>ndr.<+tondo_bandiera>). Il giro d’affari complessivo è stimato in oltre 150 milioni di euro, tra finanziamenti pubblici, fatturati e investimenti privati. Qualche esempio per mostrare le tante attività che vedono l’Area in prima fila a livello internazionale. Nel campo dell’astrofisica, il satellite «Agile» (Astrorilevatore gamma a immagini leggero) – lo scorso gennaio ha vinto il premio Bruno Rossi, il principale riconoscimento nel settore intitolato al padre della fisica a raggi cosmici, che viene assegnato ogni anno dall’American Astronomical society: il satellite ha permesso di scoprire la variabilità dell’emissione gamma nella Nebulosa del Granchio, che si trova nello spazio celeste all’interno della costellazione del Toro. Il gruppo di ricerca che ha ritirato il premio fa parte dell’Istituto nazionale di Astrofisica, ma il "cuore" del satellite - il tracciatore in silicio - è stato progettato e costruito proprio all’interno dell’Area.Voltando pagina, e osservando un settore strategico per il nostro Paese come il design, vediamo come anche qui le aziende di Area hanno dato un importante contributo grazie ad un accordo tra il gruppo friulano Sintesi, leader nel settore del design, con Cimteclab, impresa di Area che sviluppa prodotti e tecnologie all’avanguardia nel settore dei materiali composti. L’obiettivo era produrre nuovi oggetti e completamenti d’arredo del tutto ecologici, dalle sedie alle lampade: grazie a questo accordo è nata la nuova linea di prodotti Exaphen, che utilizza lo scarto industriale di lavorazione dell’anacardo, estraendo dal guscio della noce un liquido, il cardanolo, che viene usato come base per adesivi, vernici, resine per tubi, imbottiture, materassi e isolamento termico per apparecchiature e costruzioni. Non solo: è stato dimostrato che l’utilizzo del cardanolo al posto di derivati del petrolio contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra.Insomma, una passeggiata all’interno dell’Area è utile per capire quanto sia importante lo sviluppo scientifico per il futuro del Paese. All’esterno è un via vai di ricercatori, scienziati, imprenditori in questo curioso "pianeta" stretto tra mare e montagne, dove non manca l’asilo nido aziendale, intitolato «I Cuccioli della Scienza». Inaugurato nel 2005, è in grado di accogliere una quindicina di bambini di età compresa tra i 12 e i 36 mesi. Quando si dice che la scienza è a misura di famiglia.