Economia

Assosport. Crescono fatturato e occupazione

giovedì 2 luglio 2015
I numeri del settore sport parlano chiaro: il motore della macchina è ripartito e le aziende sono pronte a conquistare i mercati esteri. Questo il quadro delineato nell’Assemblea annuale di Assosport che si è tenuta a Milano: più di 12mila gli addetti del settore per un totale di quattro miliardi 367 milioni di euro di fatturato nel 2014, contro i 4 miliardi e 326 milioni di euro del 2013 (+1%)."Il 24 giugno - spiega Luca Businaro, presidente di Assosport e della Federation of the European Sporting Goods Industry - si è tenuto il board di Fesi a Milano: l’intento comune è quello di promuovere il reshoring, ovvero riportare parte delle produzioni nei Paesi d’origine dei brand, dall’Europa all’America fino all’Italia. Non c’è solo una questione economica dietro, ma soprattutto una responsabilità sociale d’impresa con l’obiettivo di promuovere il lavoro nel territorio dove le aziende sono nate e cresciute. L’immagine e la credibilità dei nostri marchi dipende anche da questo, ecco perché ho voluto mandare un messaggio alle associate di Assosport. Alcune hanno già seguito la strada della rilocalizzazione, per molte può essere la strategia per creare nuove opportunità: l’idea parte dai grandi brand, seguiamoli. Per aziende dal fatturato milionario è una scelta storica, vuol dire che qualcosa sta cambiando e che c’è un’inversione di marcia da cavalcare”.Il comparto è in netta ripresa: cresce il fatturato aggregato e il fatturato medio per azienda. L’export è cresciuto del 10,7% dal 2013 al 2014, registrando un altro +10,7% nel primo trimestre del 2015 (rispetto allo stesso trimestre del 2014). Ottimi risultati che premiano l’impegno delle imprese in termini di innovazione tecnologica e ricerca: la tendenza del mercato è quella di premiare chi investe in qualità, chi è trasparente sulle materie prime utilizzate e crea un prodotto di valore. Noi italiani siamo fortissimi in questo, dobbiamo puntare nelle nostre potenzialità.Le migliori performance si confermano nei mercati europei: Francia, Germania e Inghilterra sono i primi Paesi di riferimento per l’export. Seguono Stati Uniti, Svizzera, Russia, Giappone, Austria e Spagna. In seconda battuta, troviamo la Cina con volumi ridotti rispetto all’anno precedente. Permangono, invece, i bassi i valori in Brasile dove, nonostante il grande potenziale di mercato, le esportazioni sono rese particolarmente difficoltose da un regime daziale insostenibile per le aziende europee.Altro dato di rilievo: aumenta il numero di aziende che si posiziona su un volume di fatturato superiore ai dieci milioni di euro, mentre diminuisce il numero di piccole imprese.