Assindatcolf. «Incentivare le assunzioni di baby sitter»
«Con le scuole chiuse in tutta Italia ci aspettiamo un’impennata delle richieste per personale addetto alla cura e sorveglianza dei bambini, ma attenzione perché quello della baby sitter non è un lavoro informale: anche se per poche ore al giorno è necessario contrattualizzare la lavoratrice. Ecco perché chiediamo al governo e al ministro Bonetti, che ha annunciato misure a sostegno delle famiglie per l’assunzione delle baby sitter, che queste siano legate a regolari contratti di lavoro». È quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente di Assindatcolf, l’Associazione nazionale sindacale dei datori di lavoro domestico.
«Da quando sono state applicate le prime misure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus – prosegue Zini – nella sola regione Lombardia, a causa della paura e della diffidenza nel far entrare in casa lavoratori sconosciuti, abbiamo registrato un calo del 50% delle assunzioni per il personale domestico. Con i nuovi provvedimenti che interessano tutto il territorio nazionale immaginiamo che la situazione cambierà, soprattutto nel caso delle baby sitter. Attenzione però, a chi assumiamo, poiché non tutti hanno la preparazione per occuparsi dei bambini, in particolar modo se non autosufficienti. Ricorrere a un regolare contratto può aiutare anche su questo fronte, verso il quale devono essere indirizzate le famiglie. Se non vogliamo che la percentuale dei lavoratori in nero (già oggi il 60% del totale) cresca a dismisura, è necessario mettere in piedi dei meccanismi fiscali che incentivino all’assunzione».
Assindatcolf ricorda anche di fare attenzione al curriculum quando si sceglie una baby sitter e che ci sono diversi livelli di inquadramento: "Cs" se si deve occupare di bambini fino a tre anni, "Bs" dai tre anni in su. Sulla retribuzione esistono dei minimi retributivi al di sotto dei quali non si può scendere e che variano a seconda dell'inquadramento: per le baby sitter che assistono i bambini al di sotto dei tre anni la paga minima è di 6,83 euro l'ora, mentre per quelle a cui vengono affidati bambini più grandi è di 6,13 l'ora. Inoltre, se la famiglia ha una stanza in più in casa e le disponibilità economiche, il contratto collettivo nazionale prevede l'assunzione della tata anche in regime di convivenza, con tariffe diverse rispetto alla paga oraria. Oltre al contratto di lavoro domestico, esiste l'opzione del libretto famiglia.