Economia

Artigianato. Un sostegno può arrivare dal digitale

Maurizio Carucci venerdì 6 settembre 2024

Una sarta al lavoro

Calano gli artigiani in Italia. Se nel 2012 erano poco meno di 1.867.000, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno); ora il numero totale sfiora quota 1.457.000. In questi 11 anni abbiamo assistito a una caduta verticale che si è interrotta solo nell’anno post Covid (+2.325 tra il 2021 e il 2020). Se questa tendenza non sarà invertita stabilmente, non è da escludere che entro una decina d’anni sarà molto difficile trovare un idraulico, un fabbro, un elettricista o un serramentista in grado di eseguire un intervento di riparazione/manutenzione presso la nostra abitazione o nel luogo dove lavoriamo. Il grido d'allarme è stato lanciato dall’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati dell’Inps e di Infocamere/Movimprese. Va comunque segnalato che questa riduzione in parte è anche riconducibile al processo di aggregazione/acquisizione che ha interessato alcuni settori dopo le grandi crisi 2008/2009, 2012/2013 e 2020/2021. Purtroppo, questa “spinta” verso l’unione aziendale ha compresso la platea degli artigiani, ma ha contribuito positivamente ad aumentare la dimensione media delle imprese, spingendo all’insù anche la produttività di molti comparti; in particolare, del trasporto merci, del
metalmeccanico, degli installatori impianti e della moda.

Negli ultimi decenni tante professioni ad alta intensità manuale hanno subito una svalutazione culturale che ha allontanato molti ragazzi dal mondo dell’artigianato. Il tratto del profondo cambiamento avvenuto, per esempio, è riscontrabile dal risultato che emerge dalla comparazione tra il numero di avvocati e di idraulici presenti nel nostro Paese: se i primi sfiorano le 237mila unità, si stima che i secondi siano “solo” 180mila. È evidente che la fuga dei cervelli in atto nel nostro Paese e, per contro, la mancanza di tante figure professionali di natura tecnica sono imputabili a tante criticità: lo scarso interesse che molti giovani hanno nei confronti del lavoro manuale; la mancata programmazione formativa verificatasi in tante regioni del nostro Paese e l’incapacità di migliorare/elevare la qualità dell’orientamento scolastico che, purtroppo, è rimasto ancorato a vecchie logiche novecentesche di gentiliana memoria.

La contrazione degli artigiani e delle loro attività si possono notare anche a occhio nudo. Girando per le nostre città e i paesi di provincia sono ormai in via di estinzione tantissime botteghe. Insomma, non solo diminuisce il numero degli artigiani e le aziende di questo settore, ma anche il paesaggio urbano sta cambiando volto. Sono ormai ridotte al lumicino le attività storiche che ospitano calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e tv, sarti, tappezzieri eccetera. Attività, nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare, che hanno contraddistinto la storia di molti quartieri, piazze e vie delle nostre città, diventando dei punti di riferimento per le persone che sono cresciute in questi luoghi.

Non tutti i settori artigiani hanno subito la crisi. Quelli del benessere e dell’informatica presentano dati in controtendenza. Nel primo, per esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Va altrettanto bene anche il comparto dell’alimentare, con risultati significativamente positivi per le gelaterie, le gastronomie, le pulitintolavanderie a gettone e le pizzerie per asporto ubicate, in particolare, nelle città ad alta vocazione turistica.

L’invecchiamento progressivo della popolazione artigiana, provocato in particolar modo anche da un insufficiente ricambio generazionale, la feroce concorrenza esercitata dalla grande distribuzione e in questi ultimi anni anche dal commercio elettronico, il boom del costo degli affitti e delle tasse nazionali/locali hanno costretto molti artigiani a gettare la spugna. Una parte della “responsabilità”, comunque, è ascrivibile anche ai consumatori che in questi ultimi dieci anni hanno cambiato radicalmente il modo di fare gli acquisti, sposando la cultura dell’usa e getta, preferendo il prodotto fatto in serie e consegnato a domicilio. La calzatura, il vestito o il mobile fatto su misura sono ormai un vecchio ricordo; il prodotto realizzato a mano è stato scalzato dall’acquisto scelto sul catalogo on line o preso dallo scaffale di un grande magazzino. Negli ultimi 40 anni c’è stata una svalutazione culturale spaventosa del lavoro manuale. L’artigianato è stato “dipinto” come un mondo residuale, destinato al declino e per riguadagnare il ruolo che gli compete ha bisogno di robusti investimenti nell’orientamento scolastico e nell’alternanza tra la scuola e il lavoro, rimettendo al centro del progetto formativo gli istituti professionali che in passato sono stati determinanti nel favorire lo sviluppo economico del Paese. Oggi, invece, sono percepiti dall’opinione pubblica come scuole di serie b. Per alcuni, infatti, rappresentano una soluzione per parcheggiare per qualche anno i ragazzi che non hanno una grande predisposizione allo studio. Per altri costituiscono l’ultima chance per consentire a quegli alunni che provengono da insuccessi scolastici, maturati nei licei o nelle scuole tecniche, di conseguire un diploma di scuola media superiore. E nonostante la crisi e i problemi generali che attanagliano l’artigianato, non sono pochi gli imprenditori di questo settore che da tempo segnalano la difficoltà a trovare personale disposto ad avvicinarsi a questo mondo.

In tutto il Paese si fatica a reperire nel mercato del lavoro giovani disposti a fare gli autisti, gli autoriparatori, i sarti, i pasticceri, i fornai, i parrucchieri, le estetiste, gli idraulici, gli elettricisti, i manutentori delle caldaie, i tornitori, i fresatori, i verniciatori e i batti-lamiera. Senza contare che nel mondo dell’edilizia è sempre più difficile reperire carpentieri, posatori e lattonieri. Più in generale, comunque, l’artigiano di domani sarà colui che vincerà la sfida della tecnologia per rilanciare anche i “vecchi saperi”. Alla base di tutto, comunque, rimarrà il saper fare che è il vero motore della nostra eccellenza manifatturiera.

Il digitale a sostegno di artigiani e giovani

L’artigianato rappresenta una delle fondamenta più solide dell’Italia, una tradizione che conferisce prestigio a livello globale. Negli ultimi anni, l’avvento del digitale ha dato una scossa a questo mondo integrandosi gradualmente con esso dimostrando come due universi apparentemente distanti possono invece arricchirsi reciprocamente. Questa sinergia tra tradizione e innovazione ha portato risultati significativi come evidenziato dal rapporto di Confartigianato del 2023, il quale ha registrato una crescita del 3,3% delle imprese artigiane digitali. In particolare il Veneto si è distinto con un notevole aumento del +6,6%, confermando che l’implementazione di strumenti digitali può essere fattore chiave per lo sviluppo dell’artigianato. La digitalizzazione offre a questo settore una preziosa opportunità di espansione, grazie all’e-commerce infatti è possibile raggiungere clienti in diverse regioni d’Italia, ciò consente anche a piccoli artigiani di portare la loro bottega direttamente a casa di chi acquista, nonostante la distanza geografica, per far conoscere e apprezzare la maestria artigianale. Tra i laboratori che hanno creduto nel supporto dei mezzi digitali c’è quello sartoriale. Curly Home, una realtà padovana della produzione di tende e complementi d’arredo, nel 2021 ha adottato per prima l’e-commerce in questo settore come mezzo di promozione e vendita dei propri prodotti. L’unione tra digitale e artigianale ha permesso di offrire articoli unici a un pubblico più vasto mantenendo alta la qualità e l’attenzione ai dettagli.

In questo senso gli under 35 non hanno dubbi: a un impiego tradizionale, ripetitivo, imprigionato in gerarchie, preferiscono un lavoro libero e creativo. È quanto emerge da una ricerca del Censis per Confartigianato sulla percezione del lavoro da parte delle nuove generazioni che mostrano sempre più interesse ad occupazioni con orari flessibili, creative, con opportunità di apprendimento. Secondo l'indagine, l'80% dei giovani tra 18 e 35 anni non considera il lavoro il fulcro della propria vita e il 91% ritiene invece prioritario avere tanto tempo libero per sè, per la famiglia e per coltivare le proprie passioni. Tra lavorare per vivere e vivere per lavorare gli under 35 scelgono quindi decisamente la prima opzione: il 61,2% vede, infatti, il lavoro come una necessità per soddisfare bisogni materiali, mentre solo il 38,8% pensa che sia un modo per realizzarsi. Dietro a questo approccio c'è il rifiuto di un posto "qualunque" e l'aspirazione ad un'occupazione motivante e coinvolgente che rispecchi interessi e valori personali. Infatti, l'87,9% dei giovani intervistati dall'indagine Censis/Confartigianato cerca un lavoro che offra libertà e spazio per l'innovazione e, per l'81,8% degli under 35, ciò corrisponde all'idea di avviare una propria impresa. Le attività imprenditoriali artigiane spiccano come un'opportunità di lavoro interessante, indicata dal 39,3% dei giovani, proprio per la possibilità di esprimere la propria creatività, concretizzare idee e progetti, operare in autonomia, realizzare prodotti unici, belli e ben fatti e portarli nel mondo. Ma il 51,5% dei giovani vede l'avvio di un'impresa come un sogno proibito, soprattutto a causa delle difficoltà burocratiche. Per aiutare i giovani a superare timori e ostacoli e a costruirsi un futuro da imprenditori, Confartigianato ha avviato l'iniziativa L'artigianato che ci piace, un ciclo di incontri iniziato a luglio e che nei prossimi mesi toccheranno diversi territori italiani, puntando proprio a far esplorare ai ragazzi il valore delle competenze manuali nell'era digitale, l'importanza dell'innovazione nel settore artigiano, l'orientamento e la formazione professionale, le opportunità offerte dall'apprendistato per l'inserimento nel mondo del lavoro, il passaggio generazionale in azienda.

Sono diverse le tecnologie che negli ultimi decenni hanno infatti preso piede nel mondo del lavoro. Non ci riferiamo soltanto alle macchine e all'intelligenza artificiale, che poco a poco sono andate a inserirsi nei processi industriali, utilizzati per incrementare la produzione e velocizzare l'esecuzione dei lavori. Si parla di processi che vanno dal trattamento della plastica a quello del legno, passando per la lavorazione di metalli, oli, petroli. Il digitale, a sua volta, sta avendo un ruolo rilevante nel modificare il mondo del lavoro del futuro, introducendovi processi informatici, meccanismi di e-commerce, sviluppo del web design, utilizzo dei servizi video, diffusione di stampanti 3D per dare vita a idee o progetti maturati in digitale. Il digitale, applicato al lavoro da artigiano, deve in ogni caso continuare a mantenere un rapporto diretto, uno a uno, tra chi produce un bene e chi decide di acquistarlo. Non tutti i mestieri del futuro potranno dirsi attinenti all'ambito artigianale, così come non tutti i lavori potranno essere ricondotti a lavori di bottega. Ma quali saranno gli ambiti maggiormente toccati da questo sviluppo digitale nel mondo dell'artigianato?

Stampatore 3D
La riproduzione di un oggetto e del suo modello tridimensionale è ormai possibile con le nuove tecnologie della stampa 3D. Si parla di un ventaglio di possibili tecniche che richiedono una preparazione specifica e una serie di procedure per replicare, strato dopo strato, passaggio dopo passaggio, un oggetto già esistente. Si tratta di uno dei lavori artigianali del futuro destinati a prendere maggiormente campo nei prossimi anni, considerate anche le applicazioni che può avere in ambito medico, edilizio, artistico e, in via sperimentale, anche alimentare.


Web Designer
Un artigiano digitale, come si è detto, non può prescindere da una conoscenza di programmi e strumenti informatici, a partire da computer, tablet e smartphone. A suo modo, nel dare un tocco unico ai contenuti digitali nei quali ci imbattiamo frequentemente su questi dispositivi, il web designer è un artigiano digitale. Rispondendo alle richieste di un cliente, infatti, provvede alla creazione di una piattaforma presente sul web e all'organizzazione, al suo interno, di un certo numero di contenuti che il più delle volte occorrerà personalizzare.


Graphic Designer
Di pari passo col lavoro del web designer procede quello di graphic designer. Una bottega di lavoro artigianale, basata sul digitale, potrebbe proprio essere quella che vede affiancati un web designer e un graphic designer. Potremmo definirli due facce della stessa medaglia, considerato che il primo getta le basi di un sito web, mentre il secondo può renderle ancora più accattivanti creando contenuti grafici e visivi che incontrino l'idea del cliente.

Sarto digitale
Il sarto digitale rappresenta uno dei mestieri di più recente comparsa nell'ambito del lavoro artigiano e costituisce un'assoluta innovazione per i lavori del futuro. Il lavoro del sarto è da sempre fatto di metri, ditali, aghi e tessuti. Gli strumenti del mestiere non cambiano, ma a modificarsi sono le modalità nel prendere le misure al cliente. Il sarto digitale, infatti, è una figura che nel mondo del tessile e della moda permette di prendere le misure anche in smart working. Basterà connettersi in quello che potremmo definire l'atelier digitale, anche con una semplice videochiamata, per costruire virtualmente un vestito che prenderà poi forma per mano del sarto.


Restauratore 3D
Strettamente legato al mondo della stampa 3D vi è quello del restauro. Come già scritto sopra, la riproduzione step by step di un piccolo oggetto può tornare utile, ad esempio, per completare una scultura incompleta, oppure i tasselli di un mosaico. Ne è un esempio il Monumento Isimbardi a Palazzo Pozzobonelli a Milano: qui alla raffigurazione presente sul sepolcro sono state aggiunte le dita mancanti solo partendo dalla scansione 3D dell'arto mancante. Il mondo dell'arte, dunque, potrà affidarsi alla figura del restauratore 3D e andare a semplificare il lavoro di riqualificazione di un'opera d'arte.


Social Media Manager
Uno dei lavori artigianali in chiave digitale che ha avuto più larga diffusione è quello di social media manager, che prende in gestione ogni pubblicazione, il cosiddetto "post", rendendolo un prodotto unico fruibile dal pubblico. Il lavoro su ogni singola pubblicazione, specialmente se questa pubblicazione si propone di mettere in vendita un prodotto, è come un piccolo lavoro di bottega fatto di scelta dei termini giusti, della foto più accattivante, del font che potrebbe attirare maggiormente l'attenzione. Non è un caso che il lavoro di molti social media manager confluisca in vere e proprie società che curano la comunicazione di aziende o persone.


Editore digitale
Il lavoro di web designer può rientrare anche in ambiti legati al mondo dell'editoria. Per gli amanti dei libri, delle riviste e dei giornali è difficile staccarsi dal cartaceo; tuttavia, sono sempre di più le case editrici digitali, spesso indipendenti, che si propongono a nuovi autori e nuove autrici. Una revisione di bozze può avvenire ormai digitalmente, tramite l'invio del proprio elaborato, così come in forma virtuale possono procedere impaginazione e successiva personalizzazione di immagini e copertina. Sfruttando infine la dimensione delle librerie online, attraverso l'utilizzo del più comune e-commerce, un testo può essere finalmente prodotto in modo smart.

E-Commerce Manager
Un e-commerce manager può essere una figura spesso sovrapponibile a quella del web designer, ma in realtà si tratta di due professioni molto differenti. Le competenze di un artigiano digitale focalizzato sulla parte e-commerce dovranno essere il monitoraggio dell'andamento delle vendite online di un determinato prodotto, nonché lo studio dei migliori metodi e dei migliori canali attraverso cui proporre questi stessi prodotti. L'e-commerce ha permesso di aprire veri e propri centri commerciali virtuali dove ricercare quanto ci è necessario: gestire la logistica delle spedizioni, le modalità di pagamento e la descrizione delle specifiche di ciascun articolo spetterà all'e-commerce manager.


Le iniziative che promuovono le eccellenze

Ha debuttato a Milano al Talent Garden Calabiana il primo Festival del Made in Italy, un progetto nato per sostenere il futuro dell'artigianato e della manifattura italiana e valorizzare i settori d’eccellenza riconosciuti a livello globale, mettendo al centro le nuove generazioni. L’evento è un’iniziativa di Eccellenza Italiana, la giovane start up che ha fatto della promozione digitale dell’Italia e delle aziende made in Italy la propria missione, costruendo una community di oltre 600mila giovani che condividono la passione per le ricchezze umane e culturali del nostro Paese. I dati parlano chiaro: Altagamma rivela che da qui a dieci anni, più di 300mila professioni dell’alto artigianato scompariranno. Anche il rapporto di Confartigianato Alla ricerca del lavoro perduto mostra segnali allarmanti e denuncia che la quota di lavoratori “introvabili” per le imprese del comparto tocca oggi il 55,2%. In questo contesto, il Festival ha voluto avvicinare le nuove generazioni al ricco patrimonio dell’economia tricolore del fare, raccontando una realtà poco conosciuta e scarsamente valorizzata agli occhi delle nuove generazioni e offrendo preziosi stimoli di scoperta e apprendimento. Ne sono stati un esempio i giovani artigiani che hanno incarnato lo spirito del tempo dando vita a professioni nuove, nel segno dell’antico - come Raffaele Piscitelli, il woodblogger che ha conquistato la sua fanbase coniugando simpatia e falegnameria, il customizer e calzolaio Davide Paoli, in arte Clessio Lab, LilloLetters il grafico insegnista e Riccardo Verolo, il sarto influencer da oltre 200mila followers - dimostrando che si può riscoprire la bellezza del passato, guardando anche a presente e futuro.

L’Italia tuteli ciò che Napoli crea è invece il titolo dell’evento svoltosi nel capoluogo partenopeo. È un monito e al tempo stesso un appello: difendiamo le eccellenze del nostro Paese, sosteniamo gli artigiani e le imprese manifatturiere della penisola. Proteggere e valorizzare la qualità dei prodotti di casa non è solo il filo conduttore dell’evento, ma è l’identità stessa di un’organizzazione costituita dalle eccellenze del settore tessile nate e affermatesi alle pendici del Vesuvio. Un territorio che esporta bellezza in forme e formule diverse, dai sapori all’abbigliamento. Ecco perché l’associazione "Le Mani di Napoli" sostiene che il criterio delle indicazioni geografiche a tutela del settore agroalimentare vada esteso anche ad altri ambiti.

Rinnovato il contratto del settore artigianato della chimica, moda e ceramica

Le rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le rappresentanze delle associazioni datoriali di categoria Confartigianato, Cna, Claai, Casartigiani, è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore artigianato della chimica, della moda e della ceramica. Nei settori sono impiegati 142mila lavoratori in circa 26mila aziende. Il passato contratto è scaduto il 31 dicembre 2022, l’intesa avrà vigenza fino al 31 dicembre 2026. Per quanto riguarda gli aumenti saranno così suddivisi:

Area Moda 172 euro sul terzo livello divisi in quattro tranche: luglio 2024 di 28 euro; gennaio 2025 di 40 euro; ottobre 2025 di 49 euro; ottobre 2026 di 55 euro.

Area Chimica-Gomma Plastica 184 euro sul terzo livello divisi in quattro tranche: luglio 2024 di 28 euro, gennaio 2025 di 40, ottobre 2025 di 49 euro, ottobre 2026 di 67 euro.

Prevista l’una tantum per il periodo di vacanza contrattuale di 110 euro divisa in due tranche: settembre 2024 di 55 euro e marzo 2025 di 55 euro.

Per quanto riguarda la parte normativa l’intesa sottoscritta prevede molte risposte alle richieste fatte in piattaforma, tra cui:

Aumento del limite massimo del periodo di conservazione del posto di lavoro in caso di malattia da 21 a 24 mesi e di ulteriori 90 giorni per lavoratori con disabilità certificata ex L. n°68/99.

Inoltre, nell’accordo è prevista l’istituzione della Commissione per la riforma dell’inquadramento, l’inserimento delle linee guida per il Lavoro Agile e la regolamentazione per l’attivazione della Banca Ore Solidali a tutela di comprovati e documentati casi di gravità e necessità.

In tema di contrasto alla violenza di genere viene recepito “l’accordo quadro europeo sulle molestie e le violenze nei luoghi di lavoro”, inoltre, in aggiunta a quanto previsto dalla normativa vigente, sarà previsto un mese retribuito al 60% a carico delle aziende per le lavoratrici inserite nei percorsi di protezione.

Infine, l’accordo prevede l’aumento a sei euro degli scatti di anzianità per gli apprendisti e l’incremento della percentuale di maggiorazione prevista per l’attivazione degli accordi di flessibilità dal 10% al 12%.