Economia

Tendenza. Apple, le mancate vendite in Cina e le quotazioni in Borsa che scendono

Redazione Economia giovedì 4 gennaio 2024

Apple in calo a Wall Street, che succede? Le azioni in borsa del gigante di Cupertino, a seguito del secondo downgrade in pochi giorni, sono arretrate dell’1,4%, ampliando ulteriormente le perdite da inizio anno al 5,6%.

Dopo il declassamento nei giorni scorsi di Barclays, banca di investimenti britannica, che riflette principalmente le aspettative di una domanda debole per l’ultimo modello di iPhone, anche gli analisti americani di Piper Sandler hanno tagliato il giudizio su Apple da “overweight” a “neutral”, abbassando nel contempo il target price da 220 a 205 dollari per azione. La banca d’investimento americana ha posto l’accento sulle problematiche relative alle scorte di smartphone e ha citato un contesto macroeconomico debole in Cina, che frenerà la domanda di iPhone.

La revisione da parte di Piper Sandler arriva poco dopo quella di Barclays, che nei giorni scorsi aveva tagliato il giudizio su Apple da “equalweight” a “underweight”, limando il target price da 161 a 160 dollari, valutazione che implica un calo del 17% nei prossimi 12 mesi.

Come conseguenza i titoli di Cupertino hanno perso in borsa lo 0,43%, di fatto continuando a risentire dei dubbi degli analisti anche sul mancato rimbalzo per i Mac, gli iPad e i dispositivi che si indossano. Sono, dunque, settimane difficili per Apple, che pochi giorni fa si è anche trovata costretta a sospendere temporaneamente le vendite degli ultimi modelli di Apple Watch per una disputa sui brevetti.

A oggi, dunque, Apple raccoglie giudizi molto più tiepidi rispetto ad altre big tech di Wall Street: vediamo i possibili motivi.
I titoli di Apple erano saliti del 50% nel 2023, con la capitalizzazione di mercato della società balzata a 3.000 miliardi di dollari grazie alla convinzione degli investitori sulla tenuta dell'iPhone. Di recente però si sono affacciati dubbi sulla capacità di Apple di competere con i colossi cinesi Huawei e Xiaomi. Inoltre, l’atteso sorpasso di Apple nei confronti di Samsung come leader del mercato mondiale degli smartphone non si è ancora verificato: gli analisti avevano previsto, mesi fa, che l'iPhone 15 avrebbe segnato il grande balzo di Cupertino, facendola affermare per la prima volta come maggiore produttore di smartphone al mondo per volume. Ma la stretta cinese sulle vendite degli Iphone ha fatto saltare l'atteso superamento, soprattutto se si tiene conto che il mercato della Cina ha rappresentato un quinto dei ricavi del colosso della Silicon Valley.

L’economia cinese sembra essere entrata in una fase di rallentamento strutturale. E se nella prima parte del 2023 il 22% degli Iphone spediti nel mondo erano diretti in Cina, oggi lo scenario è cambiato: è arrivata la messa al bando proprio degli Iphone, con il governo di Pechino che ha deciso, per motivi legati alla sicurezza, di impedire ai dipendenti pubblici di utilizzare gli smartphone di Apple e stranieri più in generale. Di conseguenza è cresciuto il produttore cinese Huawei: il suo ultimo smartphone, il Mate 60 Pro, finora è andato a ruba con migliaia di esemplari venduti. Alcuni analisti hanno stimato che Huawei potesse vendere fino a 6 milioni di unità del Mate 60 Pro nel 2023, con un aumento del 65%.