Economia

Applavoro.it. Divario Nord-Sud anche in busta paga

Redazione Romana mercoledì 9 settembre 2020

Differenze di stipendio per chi svolge lo stesso lavoro in città diverse

Si continua a registrare una differenza retributiva tra le stesse professioni a livello geografico, con un divario Nord-Sud in busta paga. Molto dipende dalle città dove si lavora. È il risultato dei dati analizzati da Applavoro.it, la piattaforma che mette in contatto domanda e offerta di lavoro puntando sulle recensioni di ex datori ed ex colleghi e sulle videopresentazioni, in base alle informazioni inserite dagli iscritti (vedi grafico). Nello specifico abbiamo studiato le differenze retributive tra diverse città italiane, a prescindere dal sesso dei lavoratori.

I commessi/addetti alle vendite, a Bologna dichiarano di ricevere uno stipendio medio di 1.232 euro, decisamente più alto dei colleghi a Bari (988 euro) dove si registra un - 19,83 %. I commessi a Napoli (dove la media stipendio è di 998 euro) non se la passano meglio. Rispetto a Bologna si registra un -19%.

Gli agenti di commercio che operano nella zona di Torino dichiarano un compenso medio mensile di 2.477 euro netti contro quello dichiarato dai colleghi a Bari di 1.641 euro, facendo registrare un - 33,74% rispetto ai colleghi del Piemonte. Una differenza importante si riscontra anche tra i commerciali di Bologna, che dichiarano compensi medi per 2.415 euro mensili, contro quelli di Napoli che dichiarano 2.095 euro mensili, facendo registrare una differenza di - 13,24% rispetto ai colleghi emiliani.

Per quanto riguarda gli impiegati amministrativi, i lavoratori meglio retribuiti risultano essere a Roma, con una paga media dichiarata di 1.640 euro mensili, mentre se la passano decisamente peggio i colleghi di Cagliari, con una paga media di 1.338 euro mensili (- 18,37%).

Analizzando i compensi degli addetti al call center, si riscontra una differenza importante tra Nord e Sud. A Torino la paga media dichiarata è di 1.250 euro mensili, a Milano è di 1.000 euro, a Bologna risulta essere di 900 euro. La retribuzione media in queste città risulta quindi di 1.050 euro mensili. Al Sud la situazione è decisamente meno favorevole: a Napoli la retribuzione media risulta essere di 662,50 euro, a Cagliari di 590,68 euro, a Bari è di 589 euro, mentre a Palermo è di 583 euro mensili. Lo stipendio medio per gli addetti ai call center nel Sud risulta di 606 euro mensili. Si riscontra quindi una differenza del 42% a sfavore dei lavoratori del Mezzogiorno.

Anche per chi svolge incarico di segreteria, si registra una differenza importante tra Nord e Sud Italia: a Bologna gli utenti dichiarano una retribuzione media di 1.400 euro mensili, a Firenze di 1.321 euro mensili, a Milano di 1.243 euro mensili. Passando a esaminare le retribuzioni dei colleghi al Sud, a Napoli gli utenti dichiarano una retribuzione media di 858 euro mensili, a Bari di 758 euro mensili, mentre a Palermo la retribuzione media risulta essere di 738 euro mensili. Quindi la differenza tra Nord e Sud risulta del 40,58 % a sfavore dei lavoratori meridionali.

Analizzando la retribuzione media degli operai generici, si riscontra che nelle città del Nord (Firenze Milano e Torino), la paga media sia superiore del 22% rispetto alle città del Sud (Cagliari, Palermo e Roma).
Per quanto riguarda l'operaio specializzato, le città in cui gli utenti dichiarano di percepire salari migliori sono Palermo, Bari e Milano, con una paga media di circa 1.600 euro mensili. Le città invece dove il lavoro di operaio specializzato viene retribuito peggio sono Bologna, Firenze e Napoli, dove la paga media risulta di 1.345 euro mensili.

Passando invece alla retribuzione dei cuochi/chef, la situazione è molto frastagliata. Le città con un migliore retribuzione media mensile sono: Roma (1.611 euro); Palermo (1.600 euro), Venezia ( 1.575 di paga media mensile; Napoli (1.405 euro). Mentre le retribuzioni più basse per i cuochi si registrano a: Torino (1.205 euro); Bari (1.116 euro); Cagliari (1.058 euro).

Per chi lavora come cameriere, sempre in base ai dati dichiarati su Applavoro.it, le città con la miglior retribuzione risultano essere Venezia e Firenze, che registrano una paga media di 1.402 euro mensili, contro una paga media di 941 euro mensili registrata a Palermo, Napoli e Torino.

Esaminando i compensi degli infermieri, la retribuzione media nelle varie città di’Italia è abbastanza equilibrata, con Milano che registra la media più alta (1.460 euro mensili) ,mentre la più bassa risulta a Roma (1.350 euro mensili).

Gli iscritti su AppLavoro.it che lavorano come receptionist con la retribuzione più elevata, dichiarano di percepire una paga media di 1.400 euro mensili a Venezia e Roma. Mentre le città dove la paga media è più bassa sono Milano, Firenze e Napoli, con una media registrata di 1.100 euro mensili.

Passando ai baristi, gli utenti che dichiarano di percepire un reddito maggiore lavorano a Firenze, Napoli e Bologna, con una retribuzione media di 1.225 euro mensili. Di contro le città con la paga media più bassa sono Palermo, Bari e Cagliari (1.025 euro mensili)

«Come è ben noto – commenta Marco Contemi, imprenditore e fondatore di Applavoro.it - si registra ancora oggi un gap importante tra le retribuzioni riconosciute al Nord rispetto ai colleghi del Centro e del Sud Italia. Sicuramente uno dei fattori che incide pesantemente è la scarsità di offerta lavorativa nelle regioni meridionali. Quindi le aziende hanno decisamente una maggior forza dal punto di vista contrattuale, avendo i lavoratori meno scelta. L’alto tasso di disoccupazione del Mezzogiorno, gioca ugualmente un ruolo importante nella generazione di questa profonda differenza. Tanta forza lavoro disponibile per poche posizioni. Bisogna assolutamente incentivare l’imprenditoria meridionale, motivando gli imprenditori a investire in questa area, agevolando le assunzioni. Altrimenti per i lavoratori del Sud, soprattutto per i più giovani, l’unica strada percorribile resta quella di abbandonare le proprie terre natie, per spostarsi al Nord Italia o all’estero. E questo aggraverà sempre più la già drastica situazione dell’invecchiamento del nostro Paese dal punto di vista lavorativo».