Ania. Padoan: la priorità è il lavoro ai giovani
«La priorità del Paese è il lavoro. E quello dei giovani in particolare. Lo dico con molta fiducia perché ci sono sintomi importanti che è possibile creare lavoro. Nel Paese c'è molta fiducia che spinge a investire. Ci
sono problemi, ma anche grandi potenzialità». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un confronto all'assemblea annuale dell'Ania (l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici).
Anche per la presidente dell'Ania, Maria Bianca Farina, la sfida del settore assicurativo «è quella dell'innovazione, per essere più vicini ai giovani e comunicare con loro in maniera diversa. I giovani ci chiedono di soddisfare bisogni per i quali non sanno dove trovare le soluzioni. Noi le abbiamo e vogliamo essere vicini. È la nostra maggiore sfida - ha continuato - quella di innovare il nostro modo di comunicare, ma anche di fare offerta e di organizzarci. Dobbiamo innovare per parlare la stessa lingua dei giovani ed essere vicini alle loro esigenze. Se guardiamo alla previdenza integrativa, il tasso di adesione è pari solo a circa il 26% dei potenziali iscritti. Per i giovani, tale tasso scende al 16%».
Il ministro è ottimista sulla crescita italiana anche per i prossimi trimestri nei quali stima che avranno effetto le politiche fiscali del governo. «Nei trimestri davanti a noi sono convinto che si cominceranno a sentire gli effetti di quelle misure di policy che stanno cominciando a cambiare i comportamenti delle imprese», ha detto il ministro all'assemblea dell'Ania. Padoan ha poi difeso gli interventi del governo a favore del sistema bancario che con i suoi problemi crea incertezza e contribuisce a bloccare la crescita: «Ultimamente si sono prese decisioni importanti che mi fanno dire che ci siamo lasciati indietro il peggio».
Il rapporto. Il numero totale dei sinistri accaduti e denunciati con seguito (che hanno dato luogo a un risarcimento nel corso dell'anno o lo daranno in futuro) è stato pari a 2,2 milioni nel 2016, in aumento del 2,9%. È quanto si legge nel rapporto annuale Ania. La frequenza sinistri, definita come il rapporto tra tutti i sinistri e i veicoli esposti al rischio di sinistro (misurati in base ai giorni di esposizione in un anno, cosiddetti veicoli-anno), è salita dal 5,55% nel 2015 al 5,65% nel 2016, in aumento dell'1,8%. Considerando anche la stima dei sinistri che verranno denunciati tardivamente (i cosiddetti sinistri Ibnr), la frequenza sinistri nel 2016 è stata pari al 6,20% (6,11% nel 2015).
Il patrimonio abitativo italiano è «costruito per il 40% in zone classificate ad alto rischio sismico» e «per la carenza di interventi di messa in sicurezza, risulta altamente vulnerabile. È un patrimonio, inoltre, poco
assicurato: circa il 40% delle abitazioni è coperto contro l'incendio; di queste, solo il 5% ha l'estensione di copertura contro il rischio sismico o alluvionale», ha detto Maria Bianca Farina. Ania «ha elaborato, insieme alle imprese associate, un modello di schema assicurativo per la copertura delle abitazioni. È un modello che garantisce premi accessibili alla collettività attraverso l'adozione di misure di mutualità fra i diversi rischi e l'intervento dello Stato quale garante di ultima istanza. Ribadiamo la nostra piena disponibilità al
confronto con tutti gli stakeholder sul merito delle proposte».
Il prezzo medio della copertura assicurativa per le sole autovetture è passato da 567 euro di marzo 2012 a 412 euro di marzo 2017, con una riduzione del 27%. «Per questa ragione è diminuito anche il divario tra i premi italiani e quelli degli altri principali paesi europei - si legge nel rapporto-. Se infatti, come ha rilevato lo studio condotto nel 2014 da Boston Consulting Group sui prezzi rc auto in Europa, le polizze italiane nella media 2008-2012 erano più costose di 213 euro rispetto alla media di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, nel 2015 la stessa società di consulenza rilevava che il divario si era ridotto a 138 euro; Ania, sulla base degli andamenti dell'indice dei prezzi rc auto rilevati da Eurostat, ha ora stimato che tale divario si è ulteriormente assottigliato ed è pari a 100 euro nel 2016».
Nel 2016 2,9 milioni di veicoli, il 6,7% del totale dei veicoli circolanti, circolava senza assicurazione. Un numero altissimo che tuttavia è in diminuzione: nel 2015 erano 500mila in più. Nel 2015 erano 3,4 milioni di veicoli non assicurati, 3,9 nel 2014, 3,5 nel 2013 e 3,1 nel 2012. I numeri più alti sono al Sud, dove la percentuale è del 10,7% (era l'11,1% nel 2015, il 13,5% nel 2014, il 13,1% nel 2013 e l'11,9% nel 2012); nel Centro Italia i non assicurati sono il 6,6% (era l'8,2% nel 2015, l'8,5% nel 2014, l'8,1% nel 2013 e il 6,4% nel 2012). Al Nord il dato risale al 4,3% (era il 5,2% nel 2015, il 6,2% nel 2014, ma il 5,3% nel 2013 e il 4,6% nel 2012).