Economia

Crisi aziendali. Alitalia, c'è la lettera. Etihad gela le attese

Giuseppe Matarazzo venerdì 18 aprile 2014

La lettera tanto attesa c’è da mercoledì sera. Ma nessuno lo ha detto. Da giorni rimbalzano indiscrezioni sui nodi da sciogliere (esuberi, debito, Malpensa) e c’è chi, come il Messaggero, parla di «rottura» (secondo le fonti citate «i desiderata degli Emiri non sarebbero stati accolti dagli azionisti italiani, né il governo avrebbe offerto garanzie sufficienti»). Eppure ieri, per tutta la mattinata, l’unica informazione arrivava da un tweet del governatore lombardo, Roberto Maroni: «Ho sentito il ministro Lupi, a lui non risulta rottura nella trattativa tra Alitalia ed Etihad». Si è dovuto aspettare il question time del pomeriggio a Montecitorio, per avere una certezza in quello che sembrava ormai essere il giallo della lettera perduta. E la certezza, dopo giorni di attese, con il governo esposto su più fronti, sempre rassicurante e positivo ma sempre vago, l’ha data proprio il ministro Lupi, rispondendo a una interrogazione parlamentare: «Ci risulta che ieri sera (mercoledì sera, ndr) la compagnia aerea di Abu Dhabi Etihad ha inviato ad Alitalia una lettera dove pone delle condizioni per realizzare l’alleanza sulla quale i due vettori stanno trattando, e tocca adesso agli azionisti rispondere». Ed è quello che starebbero facendo: «Mi risulta che Alitalia stia rispondendo a tutte le osservazioni».Nella trattativa per un ingresso in Alitalia che va avanti da Natale, Etihad sta evidentemente ponendo con maggiore risolutezza una serie di condizioni sul pregresso fiscale, legale e finanziario della compagnia italiana. «Nulla di insuperabile», fanno circolare fonti governative all’agenzia Reuters. Sarà. Ma di certo i toni ottimistici, dopo gli incontri della scorsa settimana – anche del premier Renzi con il numero uno di Etihad, James Hogan –, stonano con quello a cui si sta assistendo. L’annunciato recapito della lettera spostato di giorno in giorno, lavoratori e sindacati sempre più perplessi, azienda con la bocca cucita. «Io sono sempre stato ottimista sulla possibilità di accordo, poi i privati sono privati», riprende Lupi in serata. «Forse qualcuno sta lavorando contro, ma noi andiamo avanti». E il riferimento è a Air France e a chi diffonde informazioni prive di fondamento. Il ministro torna sul piano visionato: «Nessun ridimensionamento di Malpensa. Non ho visto esuberi». Troppo tardi. Dopo giorni di attesa e annunci, il timore è che davvero possa sfumare tutto.