Economia

Il futuro della compagnia. Alitalia, arriva il commissario unico

Luca Mazza sabato 7 dicembre 2019

Commissario unico per Alitalia

ll decollo di Alitalia affidato a una sola persona. L’avvocato Giuseppe Leogrande è il nuovo super commissario unico di Alitalia. La comunicazione arriva dal ministero dello Sviluppo economico dopo il passo indietro dei tre commissari straordinari della ex compagnia di bandiera: Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo. I primi due erano in carica sin dal maggio del 2017, mentre l’ultimo era entrato un anno fa, in sostituzione di Luigi Gubitosi, passato a Tim. Proprio ieri il trio aveva incontrato nel pomeriggio al Mise il titolare del dicastero, Stefano Patuanelli. «Voglio ringraziare i tre commissari per il lavoro svolto in una situazione di criticità e per la sensibilità istituzionale dimostrata in questi mesi nella gestione di un dossier complesso, che purtroppo non ha portato ad una soluzione di mercato definitiva per la compagnia», ha commentato Patuanelli. Adesso, con Leogrande – che ha ricoperto lo stesso ruolo già in diverse aziende, tra cui la compagnia aerea low cost Blu Panorama – il governo punta a sciogliere il nodo del vettore tricolore una volta per tutte. «Assieme a lui lo Stato dovrà agire per permettere il rilancio definitivo di Alitalia», precisa il ministro. La decisione di cambiare struttura è arrivata nella tarda serata dopo che l’ipotesi di un commissario unico era stata avanzata e poi accantonata. Nel frattempo l’azienda ha chiesto al governo di poter beneficiare di nuova cassa integrazione straordinaria per 1.180 dipendenti con una scadenza fissata al 23 marzo 2020. Nel dettaglio la richiesta di prolungamento della Cigs, che prima interessava 1.075 addetti, riguarderà 80 comandanti, 350 assistenti di volo e 750 addetti del personale di terra. La precedente cassa è in scadenza il 31 dicembre 2019.

La richiesta sarà oggetto di trattativa con i sindacati. Due giorni fa la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, aveva detto di aver concordato con Patuanelli la nomina di un super commissario per traghettare la compagnia fino a maggio, con il sostegno del nuovo prestito ponte da 400 milioni per gestire la ristrutturazione e una successiva possibile alleanza con i tedeschi di Lufthansa. Intanto Atlantia, che si è tirata indietro dopo aver tentato di formare una cordata con Fs, Tesoro e gli statunitensi di Delta, potrebbe essere rimasta alla finestra. «Siamo ancora disponibili ma serve un vero piano di rilancio », ha detto il presidente della holding del gruppo Benetton, Fabio Cerchiai. Di sicuro c’è che la tensione attorno al dossier resta alta. I dipendenti di Alitalia hanno proclamato uno sciopero per il 13 dicembre contro i possibili tagli al personale. «Non siamo disponibili a sacrifici sul lavoro e sul costo del lavoro perché i lavoratori hanno già dato», ha dichiarato la Filt Cgil. Non sarà semplice trovare una soluzione. Dopo che il consorzio con Fs, Mef, Atlantia e Delta si è in sostanza sciolto si guarda a Lufthansa, che però come noto chiede esuberi. L’ingresso del vettore tedesco nella partita escluderebbe l’americana Delta. Quanto alla holding della famiglia Benetton invece il dialogo, almeno stando alle parole di Cerchiai, si potrebbe anche riaprire. In una fase in cui nessuna opzione si può escludere, il concetto più volte ribadito da Patuanelli è che così l’Alitalia ha una taglia che non è adeguata al mercato. In altre parole, non è attraente. Allo stesso tempo però è stata ribadita la volontà di tenere integra la compagnia, senza ricorrere allo spezzatino né a una separazione in due tronchi. Nel frattempo c’è il fattore tempo da considerare: il provvedimento in vigore fissa il termine del 31 maggio 2020 per la vendita.