Il debutto. Giulia, orgoglio italiano: la sfida ora è targata Alfa
Finalmente Giulia. Oltre un miliardo di euro di investimenti, tre anni di progettazione, 10 mesi e mezzo dalla presentazione alla prima prova. Un parto lento, sofferto, a lungo rinviato a causa (anche) di un tipo di crash test di omologazione negli Stati Uniti che l’auto ha impiegato più tempo del previsto a soddisfare. Ma ora è qui, questo conta.
Giulia è, 23 anni dopo (cioè dall’uscita di scena della 75), la prima berlina Alfa Romeo a trazione posteriore, il modello della svolta per Alfa, l’esame definitivo da passare per non scomparire, certamente la più italiana delle vetture del Gruppo Fca. E non solo perchè è costruita a Cassino, 4.300 posti di lavoro ritrovati insieme all’entusiasmo di uno stabilimento importante per tutto il Centro Sud, e monta motori prodotti tra Termoli e Pratola Serra. C’è il marchio Alfa a garantirne il dna e la storia. E una preziosa tradizione a spolverarne la voglia di nobilità.
La nuova Giulia questo vuole essere: una ripartenza forte, una sfida totale ai marchi tedeschi che nel segmento di mercato nel quale si colloca non solo dominano ma hanno fatto terra bruciata intorno a loro. Una versione d’alta gamma, la potente Quadrifoglio Verde 2.9 da 510 CV, e le più “umane” Giulia e Giulia Super diesel rispettivamente da 150 e 180 Cv, entrambe diesel. In attesa delle versioni a benzina, la partita inizia da qui. «Tecnicamente è la migliore vettura che sia mai stata costruita negli ultimi anni», dice Sergio Marchionne al circuito prova di Balocco dove la Giulia ha fatto il suo debutto su asfalto, «e sfido chiunque a portare qui in pista una qualunque auto tedesca di pari caratteristiche per un confronto. La esporteremo in tutto il mondo - continua l’ad di Fca -. Negli Stati Uniti, dove la rete è composta da 200 dealer, arriverà nel terzo trimestre di quest’anno, con un numero limitato di Quadrifoglio. Ma puntiamo indistintamente su tutti i mercati, compresa la Cina. E l’ultima visita che abbiamo fatto là è stata incoraggiante».
Quello della sfida con la concorrenza made in Germany è un tarlo decisivo. Come la tipologia di clienti con i quali principalmente Giulia si confronterà, quella delle flotte aziendali in primis. Il listino parte da 35.500 euro per un’auto adulta, forte, prestazionale. «Ma anche il costo di gestione - sottolinea Marchionne - per le aziende è del tutto favorevole rispetto a quello delle concorrenti tedesche».
Il prodotto c’è dunque, «lo abbiamo creato sapendo che doveva rappresentare il meglio in assoluto di quanto sappiamo fare, e senza compromessi in tema di qualità», spiega Philippe Krief, il responsabile del progetto Giulia. Ora occorre saperlo vendere. Facendo leva su slogan ad effetto, come “la meccanica delle emozioni”, il claim scelto per il lancio. Ma puntando sul concreto più che sull’emozionale. «Per questo abbiamo scelto su tre assi portanti - racconta ancora Krief -. Le prestazioni, la qualità percepita appunto, e l’affidabilità sulla quale abbiamo investito sforzi enormi, testando l’auto per 10 milioni di chilometri, in condizioni limite e a tutte le latitudini e temperature, dal Nord America al Sudafrica».
È Harald Wester, dal 2010 al vertice del brand Alfa, a spiegare invece la diversità della Giulia: «Il ritorno alla trazione posteriore è stata una scelta naturale per recuperare lo storico spirito del nostro marchio, ma la particolarità che ci distingue è stata quella di fare un percorso inverso rispetto a quello che si fa quando si progetta una nuova famiglia di vetture. Noi siamo partiti dal modello più sportivo e potente, la Quadrifoglio Verde, per arrivare alla versione “base”, facendo assorbire a quest’ultima tutta la qualità dall’alto. Come fare a convincere una clientela che negli anni si è allontanata? La rete di vendita si sta preparando: vogliamo che la gente venga a provare questa vettura, la guidi di persona e comprenda quanto vale. Metro di misura migliore non c’è».
C’è un grande (potenziale) avvenire dietro le spalle: Giulia è solo la prima di una famiglia sul cui pianale arriverà la Stelvio, il primo Suv di Alfa, e successivamente a fine 2017 un altro modello (probabilmente anche a motorizzazione ibrida).