Economia

Turismo. Affitti brevi, perché il governo ha messo al bando le keybox

Cinzia Arena martedì 3 dicembre 2024

Le keybox invadono anche Milano: lungo i Navigli sono attaccate alle ringhiere

La sicurezza applicata al turismo manda “fuori legge” le tanto odiate keybox (le scatolette che contengono le chiavi per accedere ad alloggi prenotati tramite piattaforma). Con una circolare il Viminale chiarisce infatti che l'identificazione da remoto automatizzata degli ospiti delle strutture ricettive non soddisfa i requisiti previsti dalla legge, ribadendo l'obbligo dei gestori di consegnare l’alloggio in presenza e soltanto a persone munite di documento d'identità, comunicando le generalità degli ospiti alle questure territorialmente competenti, entro le 24 ore successive.

La circolare risponde a due quesiti della Questura di Roma sull'interpretazione dell'articolo 109 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps). Ed è valida sia per gli hotel sia per gli affitti brevi, dopo l'equiparazione nel 2018 tra le diverse strutture. Esclusi soltanto i rifugi di montagna.

Giro d'affari di 57 miliardi di euro. Il mercato degli affitti brevi in Italia, secondo i dati dell'associazione Italiana Gestori Affitti Brevi - Aigab coinvolge circa 640mila appartamenti (su un totale di 9,6 milioni di secondo case) per un giro d’affari complessivo di 11 miliardi di euro per le prenotazioni e un indotto sul turismo di altri 46 miliardi. La circolare risponde a due quesiti della Questura di Roma sull'interpretazione dell'articolo 109 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps).

Allerta per il Giubileo. Il ministero dell'Interno ieri ha precisato che il meccanismo virtuale di identificazione non è sicuro. Alla vigilia di un evento come il Giubileo, che porterà in Italia 30-35 milioni di persone e in un Paese ad alta densità turistica con numerosi eventi di vario genere e "tenuto conto dell'evoluzione della difficile situazione internazionale, emerge la necessità di attuare stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l'ordine e la sicurezza pubblica in relazione all'eventuale alloggiamento di persone pericolose ero legate a organizzazioni criminali o terroristiche". Nella circolare si legge che "la gestione automatizzata del check-in e dell'ingresso nella struttura, senza identificazione de visu degli ospiti", non esclude il rischio che "dopo l'invio dei documenti in via informatica, la struttura possa essere occupata da uno o più soggetti le cui generalità restano ignote alla Questura competente, comportando un potenziale pericolo per la sicurezza della collettività".

Il governo: maggiori garanzie per gestori e cittadini. Di "un modello da superare perché è molto critico anche in termini di rispetto della normativa che impone una effettività del riconoscimento della persona che poi accede al servizio alberghiero", ha parlato il ministro Matteo Piantedosi. E ha ricordato che "ci sono episodi che testimoniano che viene utilizzato per eludere la completa applicazione della norma". Sulla stessa lunghezza d’onda la ministra del Turismo Daniela Santanchè: "Apprezzo molto l'iniziativa del Viminale. La nuova circolare sull'identificazione degli ospiti nelle strutture ricettive, infatti, è un passaggio essenziale per prevenire rischi e garantire un'esperienza turistica serena e positiva, sia ai visitatori che agli operatori".

Anche Airbnb nei giorni scorsi dal palco dell'assemblea Anci di Torino aveva detto di voler supportare le città - come Firenze, Roma e Venezia - nei loro sforzi per promuovere l'ospitalità di persona: "Questo include interventi per contrastare l'uso illegale di cassette portachiavi (keybox) in spazi pubblici come parchi o recinzioni, sia attraverso campagne educative sia sfruttando la rete di co-host di Airbnb presente sul territorio".

Da Firenze a Bari sindaci soddisfatti. Secondo la sindaca di Firenze e delegata Anci Nazionale alle politiche abitative, Sara Funaro, da parte del governo arriva su questo tema un segnale di attenzione". Soddisfazione anche da parte del sindaco di Bari Vito Leccese secondo il quale la misura “può contribuire a mitigare l'esplosione delle locazioni turistiche, che accelera i cosiddetti processi di gentrificazione di interi pezzi delle città e dei centri storici in particolare".

I gestori degli appartamenti: norme selettive. Fuori dal coro l'associazione Italiana Gestori Affitti Brevi - Aigab che sottolinea: "Crediamo che i locker per le strade siano da eliminare e ben venga ogni controllo contro forme di abusivismo lesive di tutta la categoria. Tuttavia riteniamo che il ministero degli interni, non sia a conoscenza del fatto che i software utilizzati da molti gestori professionali usino tecnologie di riconoscimento degli ospiti con tracciamento biometrico e codici Otp del tutto analoghe allo spid, agli accessi agli autonoleggi e ai conti correnti bancari. Non credendo che il Governo voglia mettere fine alla sharing economy in Italia, introdurre il riconoscimento fisico solo per gli affitti brevi sarebbe discriminante".