Economia

La prova. Aceman, la novità che completa la trasformazione di Mini

Alberto Caprotti giovedì 19 dicembre 2024

Trasformazione. E’ stata questa la parola d’ordine e il filo conduttore in casa Mini per l’anno che si sta chiudendo. Anno che è stato segnato da tre tappe fondamentali. Prima il debutto della nuova famiglia di Mini Cooper, da sempre il modello iconico del marchio, poi l’arrivo della nuova generazione della Countryman, più grande della precedente. E infine lo sbarco sul mercato di un modello completamente nuovo, la Aceman, un crossover completamente e solo elettrico, che si posiziona a metà della gamma rispetto agli altri due con i suoi 4,07 metri di lunghezza, e che sostituisce la Clubman. Una scelta che conferma la volontà del brand britannico – diversamente da quanto intende fare BMW (Gruppo al quale Mini appartiene) – di continuare sulla strada che lo porterà presto alla produzione di vetture solo 100% a batteria.

Sotto al cofano. La nuova Mini Aceman, costruita in Cina su una piattaforma riservata alle BEV, è disponibile appunto in versione soltanto full electric. In tre varianti. Mini Aceman E può contare su 184 CV e 290 Nm di coppia per 160 km/h di velocità massima. Mini Aceman SE, con 218 CV e 330 Nm è più brillante e può toccare i 170 km/h. Infine Mini Aceman JCW tiene fede al nome John Cooper Works, con 258 cavalli per 200 km/h di velocità. La batteria da 42,5 kWh di Aceman E consente 310 km di autonomia dichiarata, mentre la batteria da 54,2 kWh di Aceman SE e JCW consente rispettivamente 406 e 355 km di percorrenze. Si ricaricano fino a 11 kW in corrente alternata in poco più di 4 ore o poco meno di 6 ore da 0 a 100%, mentre in corrente continua la ricarica veloce è possibile fino a 75 kW per Aceman E e fino a 95kW per le altre. Il Mini Navigation attivo provvede a preparare la batteria con la temperatura ideale di ricarica per consentire di passare dal 10% all’80% in 30 minuti alle colonnine veloci.

Com’è. La Aceman rinuncia in parte all’estetica tipica di Mini, I fari tondi rimangono appannaggio dei modelli più classici, mentre la Aceman si ispira alla sorella maggiore, con fari squadrati decisamente meno simpatici. Restano le proporzioni compatte ma il design è stato rivisitato in chiave moderna, introducendo elementi stilistici più spigolosi e linee tese che conferiscono al crossover un aspetto più deciso e maturo. L’interno è caratterizzato dal grande display centrale Oled da 24 cm. di diametro, cuore del sistema di infotainment, perfettamente integrato nel cruscotto e che offre una grafica intuitiva e personalizzabile. L’abitacolo, pur mantenendo l’impostazione minimalista tipica del marchio, offre una maggiore sensazione di spazio e un’elevata qualità dei materiali. Quasi tutti di serie i sofisticati sistemi di assistenza alla guida e i servizi digitali.

Come va. Le prestazioni sono brillanti, con accelerazioni brucianti e una maneggevolezza che non tradisce le aspettative. La piattaforma dedicata all’elettrico permette inoltre di sfruttare al meglio lo spazio interno, offrendo un bagagliaio di dimensioni generose e una abitabilità sorprendente per un veicolo di queste dimensioni. Al volante della Aceman si percepisce subito la volontà di Mini di offrire un’esperienza di guida divertente e coinvolgente, anche in modalità elettrica. Lo sterzo è preciso, il telaio rigido e ben tarato, e il baricentro basso garantisce un’ottima stabilità in curva. La modalità di guida One Pedal, che permette di recuperare energia durante la decelerazione, si rivela particolarmente utile in città, mentre la modalità Sport esalta il carattere sportivo della vettura.

Quanto costa. Il listino parte dai 32.100 euro della E da 184 Cv, sale a 35.000 per la SE da 218 Cv e arriva ai 44.500 del potente John Cooper Works da 258Cv.