Banche. Accordo su stipendi e benefit per i dipendenti Ubi passati ad Intesa
La sede di Ubi Banca a Brescia
La fusione tra Intesa Sanpaolo e Ubi, operativa da lunedì a livello di sportelli sul territorio e di servizi ai clienti, è adesso completa anche per quanto riguarda i dipendenti. È stato firmato nella notte dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali il primo accordo relativo all'integrazione dei circa 15mila dipendenti di Ubi Banca.Con l'accordo, siglato dopo una complessa trattativa, partita lo scorso 11 febbraio, sono stati definiti i trattamenti economici e normativi di riferimento per gli 80mila lavoratori del nuovo gruppo IntesaSanpaolo. La trattativa continuerà per tutto l'anno sulle parti previdenziali e assistenziali per i lavoratori ex Ubi e, per tutti, sul rinnovo del contratto aziendale in scadenza il prossimo 31 dicembre. Si è anche definito il premio di risultato per il 2021, pari a 110 milioni complessivi. Sarà costituita una nuova Commissione sulla lotta alle pressioni commerciali: importante strumento che determinerà un significativo cambio di rotta rispetto ai comportamenti difformi ai principi etici sull'attività di vendita di prodotti finanziari.
La procedura sindacale è una delle operazioni legate all'offerta pubblica di acquisto e scambio di Intesa Sanpaolo sul gruppo Ubi, conclusa nel corso del 2020. A Intesa Sanpaolo sono passate 1.046 filiali di Ubi (969 agenzie tradizionali e 77 agenzie imprese). L'operazione ha riguardato oltre ai 15 mila dipendenti di Ubi, 2,4 milioni di clienti e circa 2,6 milioni di conti correnti.
Gli accordi sottoscritti stanotte dopo un confronto "ampio e articolato" coi sindacati sul personaleUbi in Intesa Sanpaolo "permettono di gettare le basi per unapiena integrazione delle persone nel gruppo, valorizzandone le competenze e garantendone lo sviluppo professionale" ha detto l'ad della banca, Carlo Messina. "Si confermano il ruolo fondamentale delle organizzazioni sindacali nazionali edi gruppo Ancora una volta le buone relazioni eil dialogo costruito negli anni da entrambe le parti, portando beneficio alle persone, acquisiscono rilevanza strategica per ilGruppo e contribuiscono fattivamente alla sua crescita"
«Bene il primo capitolo dell'armonizzazione dei trattamenti, si sono mantenuti tutti i trattamenti in essere e valorizzate le migliori esperienze dei due gruppi nell'esclusivo interesse dei lavoratori, siamo fiduciosi nel prosieguo del confront», commenta il segretario nazionale Fabi e coordinatore Fabi in Intesa Sanpaolo, Giuseppe Milazzo.«Abbiamo raggiunto un risultato importante per tutti i colleghi sia ex Ubi sia Isp. Abbiamo scongiurato il pericoloso ricorso all'applicazione dell'articolo 2112 del codice civile che avrebbe comportato la perdita di tante conquiste storiche fatte nel tempo. Lavoreremo ora da subito per un nuovo accordo sulle politiche commerciali, con caratteristiche di esigibilità per dare un freno alle pressioni indebite che tutti i giorni i colleghi sono costretti a subire. Entro fine anno lavoreremo sul nuovo contratto integrativo. Un pensiero va a tutti i colleghi che in questi giorni sono impegnati nella delicatissima e non certo facile fase di integrazione e migrazione informatica, osserva il coordinatore Fabi Ubi in Intesa Sanpaolo, Paolo Citterio.
Soddisfazione è stata espressa anche dagli altri sindacati. «Si tratta di un accordo di percorso perché accompagnerà nelle varie tappe della integrazione, lungo il 2021» affermano Domenico Iodice e Mauro Incletolli, segretari nazionali della First-Cisl. «La fusione è la più rilevante operazione di transizione culturale e organizzativa recentemente realizzata nel panorama bancario italiano. Come sindacato abbiamo inteso governarla, introducendo regole che mettono in sicurezza diritti individuali, occupazione e professionalità. Lo stakeholder-lavoro rimane il collante indispensabile a garantire successo e continuità a questa operazione. Non ha dunque senso nutrire rimpianti per un'esperienza che non muore, ma confluisce in un nuovo solido gruppo bancario europeo. Più che le insegne, sono le persone il vero elemento distintivo che garantirà ad Intesa Sanpaolo di svolgere la sua cruciale funzione sociale». «Le lavoratrici ed i lavoratori di Ubi, con questo accordo acquisiscono da subito certezze in tema di ruoli e percorsi professionali, mentre vengono migliorate le analoghe previsioni anche per Intesa Sanpaolo – sottolinea Susy Esposito, segretaria nazionale della Fisac-Cgil – Altre previsioni, quali ad esempio sulla mobilità territoriale, sono state salvaguardate in capo ai rispettivi destinatari fino ad una complessiva definizione di tutte le normative contrattuali, che avverrà entro la fine dell'anno». Per il segretario nazionale di Unisin Alessandro Casagrande «l'accordo pone le basi per l'avvio di un'efficace integrazione tra i lavoratori dei due gruppi. Una particolare attenzione è stata dedicata ai giovani nuovi assunti, prevedendo un "pacchetto" di agevolazioni destinate all'acquisto della prima casa, alla nascita dei figli e alla costruzione della pensioneintegrativa».