Inditex. Turni e permessi a misura di genitore, Zara migliora il welfare aziendale
La multinazionale spagnola Inditex ha raggiunto un accordo con i sindacati per l'introduzione in Italia del primo accordo integrativo. A beneficiarne saranno gli oltre 7.200 dipendenti del gruppo Itx Italia che comprende i marchi Zara, Zara Home, Bershka, Pull&Bear, Stradivarius, Oysho, Massimo Dutti. Le tre sigle sindacali di settore, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto dopo oltre un anno di trattative. L'accordo avrà durata di quattro anni e presenta "un importante assetto" della rappresentanza sindacale, con il riconoscimento dell'assemblea retribuita e la definizione di tre livelli di relazioni sindacali: nazionale, territoriale e di punto vendita. Le ore di assemblea retribuita saranno 12 all'anno.
Introdotti almeno due weekend liberi l'anno, che potranno aumentare in sede di contrattazione a livello di punto di vendita, per i negozi che occupano più di 20 dipendenti e sabati e/o domeniche libere per tutte le lavoratrici e i lavoratori del gruppo. L'accordo introduce anche il concetto di 'settimana speciale', con la consegna dei turni ogni quattro settimane per favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro. In quest'ottica si muove anche l'incremento dei permessi retribuiti: per i genitori quattro giorni di permesso nella fase della nascita dei figli e due per l'inserimento scolastico, con la possibilità di armonizzare i turni alle esigenze del momento; due giorni di permesso per chi ha genitori over-65 che necessitano di assistenza. Le lavoratrici madri avranno al massimo un turno in fascia di chiusura alla settimana, fino a un anno di età dei figli, e un massimo di due fino ai due anni di età, ma potranno anche fare richiesta del "congedo parentale Cia Itx" istituito dall'accordo, che prevede 12 mesi di permesso, continuativi o frazionati, in aggiunta a quelli previsti dal contratto in tema di maternità. L'accordo riduce dal 20 al 18% il tetto massimo annuale dei contratti a tempo determinato per conciliare le esigenze vita/lavoro, applicando una stabilizzazione del 3%. Portata al 5% la soglia per l'utilizzo dei permessi studio, per un massimo di tre lavoratori per punto vendita. Erogati i ticket restaurant anche ai part-time, con la loro introduzione per tutti i dipendenti che lavorino almeno cinque ore nella giornata. Previsto infine anche un premio variabile aziendale di 500 euro se il budget operativo supera il 2,5% e di 1000 euro se supera il 5%.
"Questo accordo definisce una organizzazione del lavoro condivisa con le parti sociali, e non più demandata unicamente alla decisione aziendale", affermano Filcams, Fisascat e Uiltucs sottolineando che "dopo oltre un anno di trattative e azioni conflittuali all'interno dei negozi sono riuscite a far comprendere all'azienda che i profitti che ogni anno questa società raggiunge sono il frutto dell'impegno e della professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori che svolgono la propria attività lavorativa ogni giorno". Negli ultimi mesi i lavoratori italiani avevano protestato chiedendo l'aumento del buono pasto da 5 ad 8 euro, il mantenimento del contratto integrativo che Inditex voleva cambiare in maniera unilaterale e denunciando un trattamento economico sfavorevole rispetto a quello riservato ai colleghi spagnoli che avevano ricevuto un'una tantum di mille euro (a fronte dei 500 concessi in Italia) per il caro-bollette.
Proprio ieri il gigante dell'industria tessile ha raggiunto in Spagna un accordo che fissa come salario minimo per i dipendenti del gruppo nel Paese iberico,18mila euro annui con un aumento del 20%. Tale stipendio minimo sarà valido per dipendenti di Inditex con meno di 18 mesi di anzianità. Inditex è il terzo gruppo mondiale del settore retail, fondato nel 1923 ha la sua sede principale a La Coruna e ben 162mila dipendenti, con una netta prevalenza femminile (il 76%) e un'età media di 29,3 anni.