Vacanze. «Ultima offerta» sul web. Ma è davvero così? L'Antitrust chiede chiarezza
Prenotare le vacanze su Internet può essere un’attività molto stressante. Non per le diversità di vedute tra i compagni di viaggio (anche se, quasi sempre, ci sono anche quelle) ma per la pressione che sanno metterci addosso i siti di viaggi. «Attento! – ci avverte il portale della compagnia aerea – Sul volo che stai guardando sono rimasti solo 2 posti a questo prezzo. Approfittane subito!». «Sbrigati! – rilancia quello dell’hotel – Ci resta solo una stanza disponibile per le date che stai guardando e altri due utenti stanno vedendo la tua stessa offerta. Prenota subito!». «Non perdere tempo! – attacca la società delle auto a noleggio – Nel periodo di tuo interesse c’è molta richiesta di utilitarie in Salento. Non fartela sfuggire!».
Online l’aspirante vacanziere si sente come dentro uno di quei supermercati dei telefilm americani nelle ore prima del grande tornado: tutti arraffano quello che c’è, perché il tempo è poco e il rischio di restare a mani vuote è alto. In realtà, però, il nostro turista è piuttosto solo: ci sono lui, il computer e magari qualche compagno di viaggio a fare da assistente. Quella ressa è tutta virtuale. E chissà se poi, nella realtà, c’è davvero. È una vecchia strategia. Nelle Armi della persuasione, uno dei testi di psicologia sociale di riferimento per gli esperti del marketing, Robert B. Cialdini include la “scarsità” tra i sei principi su cui deve fare leva il venditore modello: «L’idea di una perdita potenziale gioca un ruolo molto importante nei processi della decisione umana – scrive Cialdini –. Infatti le persone sembrano più motivate ad agire dal timore di una perdita che dalla speranza di un guadagno di pari entità».
Ad occhio, Internet – soprattutto in tutto ciò che riguarda viaggi e vacanze – sembra piena di abusi della forza del principio di scarsità. Non sono abusi per modo di dire. Dare l’impressione che un prodotto possa esaurirsi quando non è vero è contro la legge. «Dichiarare, contrariamente al vero, che il prodotto sarà disponibile solo per un periodo molto limitato o che sarà disponibile solo a condizioni particolari per un periodo di tempo molto limitato, in modo da ottenere una decisione immediata e privare i consumatori della possibilità o del tempo sufficiente per prendere una decisione consapevole» è una delle 'pratiche ingannevoli' indicate all’articolo 23 del Codice del consumo, la norma sui rapporti a tutela del consumatore entrata in vigore nel 2005.
Avvertire che il posto sull’aereo o la stanza d’albergo o l’auto o noleggio devono essere comprate subito perché sennò non si troveranno più è lecito, ma solo se è vero. L’Autorità garante della concorrenza e dei mercati non interviene spesso su questo punto, anche perché dedica più attenzione alle pratiche scorrette che fanno effettivamente perdere denaro alla gente. Però qualcosa potrebbe cambiare. L’Autorità ha chiesto e ottenuto da TravelJigsaw Limited, la società britannica che controlla il sito di auto a noleggio rentalcars. com, l’impegno a «continuare ad assicurare che i messaggi riguardanti la limitata disponibilità di veicoli e l’elevata richiesta in una determinata città siano strettamente vincolati a criteri basati sulle informazioni concernenti le prenotazioni effettuate sul sito del professionista».
Il caso di rentalcars.com aveva al centro un’altra questione: l’azienda è un broker di offerte di società di noleggio di auto, e propone ai clienti una sua assicurazione che li risarcise nel caso debbano pagare una penale al noleggiatore; solo che molti non avevano capito di essere già assicurati con rentalcars è quindi compravano una seconda assicurazione dall’autonoleggio. Nell’ambito di questo caso, però, l’Antitrust ha ottenuto anche gli impegni sulla corretta informazione riguardo la scarsità dell’offerta. L’azienda non potrà più mantenersi sul vago: i messaggi sulla limitata disponibilità dei veicoli dovranno indicare precisamente il numero di auto di quel tipo prenotate in quella determinata località in un numero preciso di giorni. Una soluzione per dare maggiore fondatezza agli allarmi sulla scarsità di cui sul web si abusa sempre. Lo stesso principio potrebbe essere applicato ai siti degli hotel o delle compagnie aeree. Così da rendere un po’ più rilassante la preparazione online delle vacanze.