Economia

Imprese. Fiale e siringhe hi-tech, Stevanato raddoppia

Vito Salinaro martedì 6 giugno 2023

Il "Tec" del Gruppo Stevanato a Piombino Dese (Padova)

La parte del leone la fanno i vaccini. Gli ultimi, quelli con tecnologia mRna servono a proteggersi dalle malattie infettive, la cui portata universale è stata rilanciata dal Sars-CoV-2, capace di innescare una pandemia devastante; e poi i farmaci contro il diabete, per il quale i preparati “vivi”, le cellule, saranno sempre più determinanti; fino all’impiego degli anticorpi monoclonali per i pazienti emicranici cronici. Senza contare gli utilizzi in ambito oncologico ed ematologico. Sono solo alcune delle applicazioni che riguardano l’epocale cambiamento dei farmaci, che, da sintetici, “transitano” in gran numero nella forma biologica (per un mercato che, nel 2025, varrà 425 miliardi di dollari). Un cambiamento che investe anche l’“involucro” dei medicinali: fiale, siringhe, dispositivi iniettabili. Non un dettaglio. Questi contenitori, a causa della delicatezza dei prodotti trattati, richiedono un’attenzione enorme, quasi maniacale, in termini di sicurezza, e quindi di ricerca e sviluppo.

Un settore in cui l’Italia dice la sua, a livello mondiale. Ed è destinata a farlo a lungo. Visto che il Gruppo Stevanato, che di soluzioni integrate per il settore farmaceutico si occupa da 74 anni, ha appena varato nel suo polo più importante, a Piombino Dese (Padova), il Technology Excellence Center (Tec), dedicato alle linee produttive di alta gamma e di grande valore aggiunto per i nuovi farmaci, oltre che a laboratori riservati alla ricerca e allo sviluppo. L’azienda, quotata al Nyse e che stima un fatturato di 1,1 miliardi nel 2023, negli ultimi anni ha intrapreso un percorso ininterrotto di investimenti che, nella sola sede veneta, sfiorano i 400 milioni (dal 2019). In 4 anni a Piombino Dese sono state avviate 39 nuove linee di produzione per soddisfare una domanda globale in continua crescita.

Le siringhe per i nuovi farmaci biologici - Ufficio stampa Stevenato

Anche nel Lazio, a Cisterna di Latina, la presenza del Gruppo è in fase di forte espansione. «Nell’ultimo trimestre del 2023 – dice l’amministratore delegato di Stevanato, Franco Moro - partirà il nuovo sito, a 10 chilometri da quello attuale, che accoglierà, almeno per i programmi a breve termine, 200 dipendenti». Ma per esigenze globali, che si calcola possano valere 16 miliardi di dollari nel mondo, servono risposte globali. Ed ecco che l’azienda italiana, prima al mondo nella produzione di tubofiale per insulina compatibili con pen-injector, e seconda per siringhe e flaconi pre-sterilizzati, ha dislocato i suoi 5.300 dipendenti in 14 stabilimenti e 2 laboratori specializzati di ben nove Paesi. In due dei quali sono concentrati progetti di larga portata: Stevanato impiegherà 500 milioni di dollari fino al 2027 in Usa, per il sito di Fishers, nell’area metropolitana di Indianapolis, dove troveranno lavoro, nella fase iniziale, tra le 100 e le 120 persone, destinate a crescere. Una presenza che si consolida, quella negli Stati Uniti, dove operano già il Technology Excellence Center di Boston, e l'impianto di produzione in California.

Una procedura anti contaminazione nel Tec di Piombino Dese - © Studio GDS

Proprio l’esigenza di crescere e accelerare negli Usa, oltre che in Italia, spiega Moro, «ha rallentato, per circa un anno, lo sviluppo dello stabilimento cinese di Zhangjiagang. Siamo tuttavia pronti a riavviare anche quel progetto che presenta una situazione simile a quella di Latina. C’è già uno stabilimento attivo e, a distanza di un chilometro, ne realizzeremo un secondo dedicato alla produzione di prodotti sterili. La previsione di spesa è di circa 150 milioni di euro, e in totale avremo oltre 200 dipendenti». E visto che la domanda di contenitori in vetro cresce in tutto il mondo così come le ambizioni della famiglia Stevanato, ecco che i margini di espansione non finiscono qui. «A Piombino Dese e Latina siamo ormai alla capacità massima di ampliamento», dichiara il presidente del Gruppo, Franco Stevanato, che per il 2023 punta «a mettere a disposizione degli investimenti una quota del 35-40% del fatturato», in parte riservato «alla messa a punto del sistema “EzFill Alba”, un innovativo processo di trattamento per siringhe e dispositivi iniettabili» destinato ai farmaci di ultima generazione, «che raggiungeranno i 30 milioni di esemplari l’anno, già nel 2023». Prodotti altamente competitivi per i quali l’azienda italiana pensa di sbarcare anche su ulteriori mercati. Come quello indiano, strategico, considerando il ruolo che il Paese più popoloso del mondo ricopre nella produzione di farmaci. «Se investiremo in India?», replicano ai giornalisti Stevanato e Moro nel corso della presentazione del Tec di Piombino Dese: «Il punto non è il “se” ma il “quando”…».