Economia

Istat. A novembre più donne e giovani occupati. Tasso di occupazione ai massimi storici

Maurizio Carucci giovedì 9 gennaio 2020

Buone notizie sul fronte del lavoro. Dati positivi alla fine dell'anno appena passato - secondo l'Istat - e stime rosee - da parte di Excelsior - per questo gennaio iniziato da poco. A novembre 2019, infatti, gli occupati crescono di 41mila unità rispetto al mese precedente (+0,2%), con un tasso di occupazione che sale al 59,4% (+0,1 punti percentuali): è ai massimi storici (cioè dal 1977, anno di inizio delle serie storiche ricostruite). L'andamento dell'occupazione è sintesi di un aumento della componente femminile (+0,3%, pari a +35mila) e di una sostanziale stabilità di quella maschile. Gli occupati crescono tra i 25-34enni e gli ultracinquantenni, mentre calano nelle altre classi d'età; al contempo, aumentano i dipendenti permanenti (+67mila) a fronte di una diminuzione sia dei dipendenti a termine (-4mila) sia degli indipendenti (-22 mila). L'Istat sottolinea che «dopo l'incremento occupazionale del primo semestre dell'anno e l'andamento altalenante del terzo trimestre, nel mese di novembre si conferma la tendenza alla crescita già registrata a ottobre». Contestualmente, si registra una lieve crescita del numero di disoccupati e un calo dell'inattività, che scende ai valori minimi storici. Il bilancio sui tre mesi però mostra solo una crescita "lieve" (+0,1%, pari a +18mila unità). Su base annua invece l'occupazione risulta in netta crescita (+1,2%, pari a +285mila unità). Anche qui l'aumento è trainato dai dipendenti (+325mila) e in particolare dai permanenti (+283 mila), mentre calano gli indipendenti (-41mila). Nell'arco dei 12 mesi, l'aumento degli occupati si accompagna a un calo sia dei disoccupati (-7,1%, pari a -194mila unità) sia degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,5%, pari a -203mila).

Excelsior: a gennaio 20mila assunzioni in più
Sono 461mila le entrate programmate dalle imprese per gennaio 2020, 20mila in più rispetto allo scorso anno (+4,5%). A trainare la domanda di lavoro nel settore privato è soprattutto la ricerca di laureati: più dell’80% delle 20mila entrate aggiuntive rispetto allo scorso anno è destinato infatti a quanti sono in possesso di un titolo di studio universitario. Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. Grazie alla spinta impressa dalle imprese in questo mese, la domanda di laureati arriva a rappresentare il 18,3% delle entrate totali previste, passando dalle 68mila assunzioni programmate nel gennaio 2019 alle 84mila previste per inizio anno. A crescere è in particolar modo la domanda di laureati negli indirizzi architettura (+45,2% rispetto a gennaio 2019), economia (33,6%), ingegneria civile e ambientale (+29%), ingegneria elettronica e dell’informazione (+27,9%) nonché nell’indirizzo scientifico, matematico e fisico (+25,4%). Per quanto riguarda la dinamica settoriale, su circa 215mila imprese con dipendenti che hanno messo in programma assunzioni a gennaio, soprattutto quelle dei servizi si segnalano per la più consistente crescita della domanda di lavoro, con dati che si presentano positivi per il commercio (+9,2%), il turismo (+7,2%), i servizi informatici e di telecomunicazione (+16,3%) e i servizi a contenuto specialistico e consulenziale di supporto alle imprese (+19,9%). Importante anche il segnale di crescita che viene dalle costruzioni (+18% le entrate rispetto a gennaio 2019), legato probabilmente sia ad una accelerazione degli investimenti urbani e in infrastrutture, sia al mercato delle ristrutturazioni edilizie. L’industria manifatturiera registra, invece, ancora difficoltà diffuse risentendo maggiormente del rallentamento della domanda estera. La flessione delle assunzioni programmate per l’avvio del 2020 rispetto al 2019 riguarda soprattutto la chimica, la farmaceutica, la plastica e la gomma (nel complesso -13,8%), il comparto moda (-7,5%), la metalmeccanica e la meccatronica (-4,1% le industrie metallurgiche dei prodotti in metallo; -3,1% le industrie meccaniche ed elettroniche). Il nuovo anno, inoltre, inizia all’insegna di una più elevata difficoltà di reperimento del personale. Questo indicatore passa infatti dal 31% al 33%. Il mismatch domanda-offerta riguarda da una parte una serie di profili di laureati (difficili da reperire il 39,3% dei candidati in possesso di un titolo universitario), ma anche profili tipici della formazione professionale (35,1% la difficoltà segnalata), nonostante si registri, per questi ultimi, un rallentamento in valori assoluti della richiesta soprattutto da parte delle piccole imprese del manifatturiero (-6,8% le entrate previste di lavoratori con qualifiche e/o diplomi professionali). A livello territoriale è il Nord Ovest a registrare il più elevato tasso di entrata (4,1% a fronte di un valore medio nazionale del 3,7%), grazie in particolare agli andamenti attesi in Lombardia (4,2%). Umbria (3,2%), Toscana, Marche e Puglia (3,3% ciascuna) sono invece le regioni che presentano previsioni più contenute.