Più donne ai tavoli di pace. La petizione di Avvenire al Parlamento Ue: come aderire
Una risoluzione del Parlamento Europeo per promuovere interventi di “diplomazia riparativa” che abbiano al centro la partecipazione delle donne nei processi di costruzione e mantenimento della pace. È quanto chiede la petizione firmata da “Avvenire” che accompagnerà la campagna di informazione e sensibilizzazione #donneperlapace. Elaborata da un team di giuristi dell’Università Cattolica di Milano coordinati dalla prorettrice Raffaella Iafrate e dalla professoressa Claudia Mazzucato, la petizione in questi giorni viene registrata nell’apposito portale del Parlamento Europeo e da lì seguirà il previsto iter interno. Per aderire, individualmente o con la propria associazione, basta compilare qui il breve form apposito.
Di cosa si tratta e chi firma
Il titolo integrale del documento è “Petizione al Parlamento Europeo per l’adozione di una risoluzione in materia di promozione di interventi di “diplomazia riparativa” nel quadro, fra l’altro, dell’agenda “Donne Pace Sicurezza” in occasione della Giornata Internazionale della Donna 8 marzo 2024”.
I temi sono i diritti fondamentali, la sicurezza, la giustizia, le pari opportunità e l'uguaglianza, l'istruzione. I Paesi interessati, tutti gli Stati Membri dell’Ue (oltre all'Italia). I firmatari sono “Avvenire”, con la collaborazione scientifica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Il testo integrale
Qui di seguito, pubblichiamo il testo integrale della petizione (QUI IL PDF).
– visti i principi universali dei diritti umani e i principi fondamentali dell'Unione Europea in quanto comunità basata su valori comuni e spazio di libertà, sicurezza e giustizia,
– visto l’obiettivo dell’Unione Europa di promuovere la pace e il benessere dei popoli,– vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea,– vista la Convenzione europea dei diritti dell'uomo,– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite adottata il 10 dicembre 1948,
– viste le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Ris. 1325 (2000); Ris. 1820 (2008); Ris. 1888 (2009); Ris. 1889 (2009); Ris. 1960 (2010); Ris. 2106 (2013); Ris. 2122 (2013); Ris. 2242 (2015); Ris. 2467 (2019); Ris. 2493 (2019) le quali costituiscono la cosiddetta Agenda ONU “Donne Pace Sicurezza”,– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla prevenzione dei conflitti e la mediazione, nonché sui giovani, la pace e la sicurezza, di cui alle Ris. 2250 (2015), Ris. 2419 (2018) e Ris. 2535 (2020).
– vista la centralità dell’agenda “Donne, pace e sicurezza” nella politica di sicurezza e difesa comune dell’Unione Europea, – viste le conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea del 14 novembre 2022 e del 10 dicembre 2018 su donne, pace e sicurezza,– vista la strategia dell'Unione Europea per la parità di genere 2020-2025 e il piano d'azione dell'Unione Europea sulla parità di genere III (GAP III),– visto il piano d'azione dell'Unione Europea per i diritti umani e la democrazia 2020-2024,– vista la Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2019 sul tema Costruire una capacità dell'Unione in materia di prevenzione dei conflitti e di mediazione, dove si riconosce “che nel promuovere e agevolare la creazione di capacità e fiducia nella mediazione, nel dialogo e nella riconciliazione è essenziale includere e sostenere la partecipazione attiva e significativa della società civile e degli attori locali, sia civili che militari, comprese le donne, le minoranze, le popolazioni indigene e i giovani”,– vista la strategia dell'Unione Europea sui diritti delle vittime 2020-2024 e in particolare l’obiettivo di migliorare la protezione e il sostegno per le vittime, in particolare i bambini, le vittime della violenza di genere, di reati generati dall'odio, dal razzismo e dalla xenofobia, le vittime appartenenti a comunità o minoranze svantaggiate o vulnerabili, le persone migranti prive di titolo di soggiorno,A. considerando l’intensificarsi dei conflitti armati interni e internazionali in diverse parti del mondo, fra cui quelli alle porte dell’Unione Europea e in Medio Oriente e il loro devastante impatto, soprattutto, e fra gli altri, su donne, ragazze, bambine, soggetti e gruppi vulnerabili e in generale sulle giovani e future generazioni,B. considerando il deterioramento della pace e della sicurezza globali a motivo di una molteplicità di fattori geopolitici, sociali, economici, ambientali e l’aggravarsi ed estendersi delle violazioni sistematiche dei diritti umani e delle discriminazioni in molti luoghi del mondo fra cui, per esempio, l’Iran, l’Afghanistan, il Sudan, nonché nel contesto delle odissee migratorie anche verso i Paesi dell’Unione Europea,C. considerando la crescita dell’antisemitismo, dell’islamofobia, dei discorsi d’odio, dell’estremismo violento e di varie forme di intolleranza, prepotenza e prevaricazione, non esclusi il bullismo e il cyberbullismo,D. considerando, ferma restando la libera manifestazione del pensiero, la crescente tendenza anche nel territorio dell’Unione Europea alla polarizzazione, allo scontro violento, all’espressione aggressiva dell’indignazione, della disapprovazione, del biasimo, del rancore nel nome della reazione a ingiustizie attuali o storiche, reali o presunte,E. considerando che, anche nel territorio dell’Unione Europea, il radicamento di tali sentimenti antisociali di avversione verso gruppi o persone determinati sfocia in comportamenti divisivi che impediscono e soffocano le reali occasioni di riflessione, comprensione, conoscenza e dialogo indispensabili alla convivenza pacifica, mettendo a rischio i diritti fondamentali, l’uguaglianza, la democrazia, lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell’Unione Europea,F. considerando l’importanza della partecipazione attiva delle persone, della solidarietà, della coesione sociale, della governance inclusiva per la democrazia europea e per la costruzione di quella comunità basata su valori comuni in cui si sostanzia il progetto dell’Unione Europea,G. considerando che le organizzazioni della società civile (ivi incluse le o