Chiesa

Le storie. Così i più piccoli diventano grandi «maestri di preghiera»

Chiara Pellicci lunedì 6 novembre 2023

Non è difficile fare un elenco di ciò che i grandi possono imparare dai bambini: desiderio di pace, innocenza, sincerità, spontaneità, voglia di giustizia, limpidezza nelle relazioni, accoglienza, rispetto per il Creato, tenerezza.. Nell’incontro in Aula Paolo VI con settemila ragazzi provenienti da 84 Paesi diversi, papa Francesco ha dimostrato che i bambini possono diventare maestri per tutti. E possono farlo anche nella preghiera.

Lo sanno bene i missionari che, sparsi nei cinque continenti, si mettono alla scuola dei più piccoli e colgono nei loro comportamenti perle preziose di fede, testimonianza, desiderio di Dio. Come dimostra la vicenda di Angela, una bambina di otto anni che vive a Quezon City, quartiere molto povero della periferia di Manila (Filippine). Fra’ Ruel Ababon Jumao-as, sacerdote dei Figli di Sant’Anna che qui operano a fianco degli ultimi, racconta: «Come tante altre famiglie, anche quella di Angela non ha una casa e neppure una baracca. Vivono sui marciapiedi e, per guadagnarsi da vivere, girano con un carretto e raccolgono cartone, plastica e altri materiali da vendere. Di notte, questi carretti diventano i letti dei bambini, mentre i genitori dormono per terra».

I missionari Figli di Sant’Anna cercano di aiutare le famiglie della strada in diversi modi, anche insegnando ai più piccoli le nozioni scolastiche basilari con cartelloni e lavagne improvvisate, e parlando loro di Gesù. Una volta a settimana offrono un pasto sostanzioso e invitano le famiglie a pregare insieme a loro. È accaduto, però, che per un breve periodo i missionari abbiano dovuto interrompere questo servizio. E in quei giorni Angela si è fatta viva. «Ha bussato al portone della nostra casa. Perché ha fame, penserete voi. No, non per questo motivo», racconta fra’ Ruel. «Alla mia domanda, Angela ha risposto: “Non sono venuta per mangiare, ma per pregare con voi, insieme ai miei genitori”. Mi ha spiazzato. Il suo cuore ha incontrato Gesù e ora dà a me la spinta per continuare la mia missione».

Anche la storia di Peter, un ragazzino che aveva dodici anni quando tutto è cominciato, ha molto da insegnare. A raccontarla è suor Expedita Pérez Leon, missionaria comboniana. Fuggito dalla guerra in Sud Sudan, era rimasto vittima di una grave malattia che lo aveva portato alla cecità. «Arrivò alla nostra missione in Sudan. Quando andai a visitare la sua famiglia, Peter era in un angolino della capanna con un paio di occhiali neri. Mi fece una richiesta insolita: “Sister, la prossima volta puoi portarmi una Bibbia?”. Mi chiese anche di trovargli qualcuno che gli insegnasse il braille, perché – specificò – “voglio conoscere Gesù”. La richiesta era inconsueta ma non potevamo ignorarla. Siamo riuscite ad iscriverlo ad una scuola di Khartum e da quel momento la vita di Peter si è rimessa in moto». Ha studiato e ha superato le scuole primarie e secondarie. Oggi è un professore, è tornato in Sud Sudan ed è padre di due bambini. Qui continua a condividere il dono della fede.

Come i più piccoli possano testimoniare l’importanza della preghiera lo dimostra anche un’altra storia, anch’essa raccontata da suor Expedita: un bambino iracheno di otto anni, che la missionaria chiama Giuseppe per non rivelarne il vero nome, era scappato in Turchia per fuggire alle persecuzioni dell’Isis. «Mentre visitavo la sua famiglia, mi si avvicinò e mi disse in un orecchio: “Sister, chiedi ai cristiani della tua terra di pregare per tutti i cristiani dell’Iraq e di altri Paesi, perseguitati a causa della fede, perché noi possiamo rimanere fedeli. Non è facile, ma noi possiamo con l’aiuto di Dio”. La sua profondità mi ha commosso».

Queste e altre storie di bambini testimoni di Gesù sono diventate cinque video cartoon realizzati dalla Fondazione Missio (organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana) per l’animazione missionaria e l’educazione alla fede dei ragazzi. E sono disponibili nel canale Youtube di Missio Italia.