Vite donate. Il Covid porta via 43 sacerdoti in un mese (sono 167 da febbraio)
Monsignor Paolo Rigon, della diocesi di Genova, morto il 28 novembre
L’ultimo lutto della sequenza infinita di vittime nel nostro clero diocesano è di sabato 28 novembre: a Genova il Covid ha vinto monsignor Paolo Rigon, 82 anni, preside del capitolo della Cattedrale e vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico ligure. In pochi giorni i sacerdoti morti per il contagio sono 9, per un totale che sale a 167 (43 nella sola "seconda ondata"). In diocesi di Lecce il virus si è portato via il 25 novembre don Marco de Carolis, 68 anni, che tra i malati aveva trascorso una vita come assistente spirituale del Centro volontari della sofferenza, oltre a servire nelle parrocchie di Strudà, Squinzano e, in ultimo, San Pietro Vernotico. Aveva 83 anni don Giuseppe Cardillo, della diocesi di Acireale, morto il 26. Già parroco di Maria Santissima del Carmelo a Riposto, aveva festeggiato i 60 anni di sacerdozio il 14 agosto. Molto conosciuto a Partinico, in diocesi di Monreale, per aver insegnato religione per 30 anni era don Giuseppe Patti, 96enne rettore della chiesa di Gesù e Maria. Prete dal 1952, era stato anche nelle parrocchie di Balestrate e Giardinello.
Vocazione cresciuta tra gli Oblati di San Giuseppe è quella di don Pio Pellegrini, dal 1980 nel clero della diocesi di Trento, morto il 23 novembre a 87 anni. Dal 1970 al 2016 aveva svolto il suo ministero in numerose parrocchie per poi ritirarsi nel 2016 nella Casa del clero. La diocesi di Casale Monferrato piange monsignor Luigi Porta, morto il 24 a 91 anni, prete dal 1952, il cui nome è legato all’Opera diocesana di assistenza presieduta per 26 anni, fino al 2015, raccogliendo il testimone del fondatore monsignor Oreste Minazzi e dando grande impulso a un’iniziativa solidale che esprime l’impegno della diocesi piemontese verso i più deboli.
Era parroco di San Gaetano a Morlupo, a due passi da Roma ma in diocesi di Civita Castellana, padre Vincenzo Cosenza, religioso teatino, morto il 22 novembre. Calabrese, 79 anni, il suo ricordo è legato in particolare alla parrocchia di San Gaetano da Thiene, al quartiere Fleming di Roma. Era stato rettore del santuario del Santissimo Salvatore di Andria e direttore di Tele Dehon (di cui era stato tra i fondatori) padre Vincenzo Pinto, 79enne dehoniano morto il 25 novembre. Educatore, insegnante di lettere classiche e moderne, preside ad Ascoli Piceno, Viterbo e Foligno, era un vero cultore di arte e archeologia, oltre che sacerdote attento alle grandi questioni sociali. Figura conosciuta non solo in diocesi di Reggio Emilia era infine quella di don Antonio Maffucci, prete della Fraternità sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, rettore del Santuario diocesano del Beato Rolando Rivi a San Valentino di Castellarano, morto il 27 novembre. 71 anni, milanese, «don Antonio – fa sapere la diocesi emiliana – faceva parte di quel gruppo di sacerdoti provenienti dal Seminario di Bergamo che, assieme a monsignor Massimo Camisasca, il 14 settembre del 1985 ha dato vita alla Fraternità San Carlo, oggi presente in venti Paesi del mondo». Dal 1992 al 2016 era stato parroco in diocesi di Grosseto.